Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Lorenzino Masino
Genere: 
Etichetta: 
CGD
Anno: 
1979
Line-Up: 

- Roby Facchinetti - voce, pianoforte, tastiera
- Dodi Battaglia - voce, chitarra
- Stefano d'Orazio - voce, batteria, percussioni
- Red Canzian - voce, basso

Tracklist: 

1. Io sono vivo
2. Notte a sorpresa
3. Una donna normale
4. Tutto adesso
5. ... in concerto
6. Rubiamo un'isola
7. Così ti vorrei
8. Susanna e basta
9. L'ultima notte di caccia
10. Viva

Pooh

Viva!

I Pooh, è molto facile spalare letame su di loro e a dire la verità, quando lo si fa, non si hanno nemmeno tutti i torti; da ormai 25 anni e più, ci propinano degli album fotocopia, privi di nerbo, con musiche, testi ed arrangiamenti da querela (tranne qualche rarissima eccezione, vedi Uomini Soli), live su live, doppi live, greatest hits, best of... Tutti di un' inutilità clamorosa. Una industria musicale.

Ma chi erano i Pooh? Innanzi a tutto un gruppo che per i primi quindici anni di carriera (l' esordio è del 1966) ha saputo coniugare sapientemente l'alta orecchiabilità con la qualità, una band in grado di mettere d'accordo le categorie più disparate di ascoltatori, compito assai arduo. Di quel bellissimo periodo si ricordano soprattutto le grandi melodie, l'affiatamento strumentale e vocale, la resa live altissima, ma soprattutto degli album nettamente sopra le righe come Parsifal e Un po' del nostro tempo migliore, a parere di chi sta recensendo, le due vette assolute della band.
Nel 1979, usciva Viva!, l' album di cui vi sto per parlare: dal 1976, i Pooh avevano deciso di abbandonare progressivamente i tappeti orchestrali che fino ad allora li avevano caratterizzati, concentrandosi più sul binomio chitarra-tastiere. Viva! è un ottimo esempio di pop-rock di qualità, incentrato sui funambolismi chitarristici di Donato "Dodi" Battaglia e sui synth polifonici di Camillo "Roby" Facchinetti. Una menzione particolare va poi ai testi di Valerio Negrini, che come sempre spaziano nella quotidianità, prediligendo l' analisi delle piccole cose di tutti i giorni.

Senza fare un noioso quanto schematico elenco, si può dire che, osservando la scaletta dei brani, i pezzi migliori sono la disco-rock di Io sono vivo, spumeggiante inno alla vita, ...in concerto, asciutta quanto toccante considerazione sulla vita di un musicista quando si spengono i riflettori:

...La valigia già chiusa per la prossima scena
non rimane mai niente tante mani e nessuna
non rimane mai niente solo prendere e andare
e di questo alla gente non ne posso parlare...


Per non dimenticare la doppietta finale di L'ultima notte di caccia e Viva!: la prima un pop progressivo in tempi dispari con dei cori perfetti ed una melodia trascinante e sincopata dove si parla di un amore impossibile tra un indiano d' America ed una "donna dei bianchi", un brano dove a scanso di equivoci Stefano D'Orazio dimostra che sotto i riccioloni c' è anche un grande batterista, a detta di chi scrive la migliore prova mai composta e registrata dai nostri; la seconda, Viva!, l' ultima traccia del disco, è un fragoroso strumentale, che tra synth e campane tubolari, slap di basso del buon Bruno "Red" Canzian e 'soli' mozzafiato di Dodi chiude il disco in maniera gloriosa.

Molto buone anche le altre tracce (in tutto dieci) sempre in bilico tra pop e rock, leggermente sotto tono la famosa Notte a sorpresa e Così ti vorrei, un po' troppo radiofoniche e 'soft'.
Io vi prego solo di dimenticarvi per un attimo di quei quattro fantocci con le facce di plastica che troviamo periodicamente da Pippo Baudo a "Domenica In" e che si fanno chiamare Pooh; ascoltate il disco, magari scordandovi il nome del gruppo ed i loro volti. Un perfetto esempio di "alta classifica-alta qualità".

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