Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
K-Scope/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Bruce Soord - voce, chitarra, tastiere
- Jon Sykes - basso
- Keith Harrison - batteria
- Steve Kitch - tastiere


Tracklist: 


1. My Debt To You
2. Shoot First
3. Sinners
4. The Sorry State
5. Tightly Wound
6. My Bleeding Hand
7. Different World
8. And So Say All Of You
9. Too Much To Lose

Pineapple Thief, The

Tightly Unwound

Fin dal 1999 i Pineapple Thief, originari di Yeovil, Inghilterra, cullano gli appassionati dell’Indie Rock più onirico e meditativo, rappresentando una delle realtà più interessanti a cavallo tra le sonorità distensive dell’Indie Pop e sperimentazioni più progressive.

Con uno stile che attualmente è paragonabile a quello di Blackfield e Aereogramme e con 35.000 copie vendute dai precedenti capitoli discografici, il quartetto capitanato dalla mente di Bruce Soord giunge nel 2008 alla sesta fatica, Tightly Unwound, assumendo la classica eleganza e la vellutata pacatezza del sound inglese.

L’incipit dell’album è affidato a My Debt To You, sapientemente delineata dalla chitarra acustica e da una magica voce che trasuda delle influenze dei progetti di Steven Wilson; tale traccia appare come un’introduzione riflessiva che precede l’evoluzione verso i lidi più Alternative di Shoot First, altrettanto raffinata e composta nella sua direzione.
Le strutture sono sì complesse, ma non viene mai persa di vista la forma tipica della canzone, permettendo un’efficace memorizzazione agli ascoltatori; i Pineapple Thief non si abbandonano inoltre a passaggi tecnici di notevole spessore come i “cugini” Porcupine Tree, puntando a curare i dettagli degli intrecci corali e dei dialoghi delle chitarre.
E se Sinners si pone a metà tra gli stessi Porcupine Tree di In Absentia e i vecchi Radiohead di Ok Computer, The Sorry State persevera nell’ottica di My Debt For You, sviluppandosi in un climax di emozioni.
La sezione di maggiore rilievo è invece raffigurata dal binomio Different World-And So Say All Of You, che eleva notevolmente la resa di Tightly Unwound prima con una lunga ed elaborata traccia permeata di un gusto alternativo commovente e contemplativo e poi con l’ennesimo tributo ai Blackfield, immerso in un’atmosfera altrettanto struggente.
Per concludere il full-length, i temi di pianoforte di Too Much To Lose si stagliano immediatamante su un tessuto oscuro che richiama le composizioni degli svedesi Paatos, donando ulteriore delicatezza a questo episodio discografico capace di mantenersi su un livello qualitativo raro per lo standard di pubblicazioni nel panorama Indie europeo.

I Pineapple Thief, sfruttando le loro capacità di sincretismo musicale, hanno conferito nuova linfa al genere da anni intrapreso dalle sopra citate bands della scena inglese, perché gli elementi fluidi e spontanei dell’Indie si uniscono a punte sperimentali e rendono il disco più coeso internamente. Si consiglia l’ascolto di Tightly Unwound a coloro che desiderano trascorrere un’ora circondati da un alone avvolgente e soffice, intriso del feeling britannico che ha stregato il pubblico internazionale sin dagli anni Novanta.

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