Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Touch&Go Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

:
- Zach Smith
- Rob Crow

Tracklist: 

:
1. From Nothing to Nowhere
2. Barnes
3. Good to Sea
4. How We Breathe
5. Walters
6. Subbing for Eden
7. Devil You Know
8. Blue Harvest
9. Torch
10. Bouquet
11. Off by 50

Pinback

Autumn of the Seraphs

Acclamatissimi in patria, i Pinback tornano sulla cresta dell’onda di Summer In Abaddon con la loro quarta release Autumn Of The Seraphs. Il duo di San Diego (California) è quello che si può effettivamente definire una delle realtà più prolifiche dell’indie pop mondiale: il frontman del gruppo, Rob Crow tra i suoi innumerevoli impegni, legati a quasi una decina di gruppi paralleli tra band e solo-project – Heavy Vegetable, Physics, Optiganally Yours, Thingy, The Ladies and Holy Smokes, Goblin Cock (di cui si vocifera un’immediata uscita) – riesce anche questa volta, nonostante la sua frenetica attività di cantante polistrumentista, a regalare ai suoi fan un’opera degna di un tramonto estivo, nel quale le linee melodiche rincorrono per quarantacinque minuti pensieri, emozioni, immagini. A dispetto della copertina e, per certi versi, del titolo, l’album è solo superficialmente coperto da una patina di malinconia luminosa, che cela al suo interno un’incredibile energia sonora. Il segreto sta sicuramente nelle eccezionali doti compositive di Zach Smith e del sopraccitato Rob Crow, capaci di fondere assieme molteplici fonti sonore, che affondano radici, non solo nell’indie solare degli states, ma anche nel math rock, alternative, funky e progressive.

Autumn Of The Seraphs
ha oltretutto a contraddistinguerlo ulteriormente, rispetto al suo predecessore, un tocco melodico più deciso, ai limiti del mainstreaming, che lo impronta positivamente, creando così le palpitanti note di piano di Good To Sea, il riflessivo fraseggio di chitarra di How We Breathe, le dolci linee di basso di Walters. Tutti brani in successioni che si apprestano senz’altro a diventare episodi di una discografia fondamentale per fan e critica. La capacità di rinnovamento del sound corona a tal proposito le undici tracks di un full-lenght che si colora di tratti psichedelici (Bouquet) e post-punk rivistati – nelle tracce intorno al singolo Devil You Know  e in Torch-. Brano invece che non faticherà a entrare nelle playlist degli states è Blue Harvest, dove il vocalist esprime tutta la sua personalità, nella chiarezza e nel pieno eclettismo della voce. Un misto raffinato di eleganza e aggressività, di melodia e dinamismo. Il risultato di questa non facile operazione è un disco estremamente godibile, ricco di idee; idee che il duo californiano riesce a concretizzare con una potenza espressiva non comune e che fa dei Pinback una delle band indie rock più interessanti della scena odierna.


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