Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Dead
Genere: 
Etichetta: 
wea
Anno: 
2000
Line-Up: 

- Piero Pelù, voce
- Franco Caforio, batteria
- Daniele Bagni, basso
- Roberto Terzani, tastiere
- Cristiano Maramotti, chitarre

Tracklist: 

1. Taksim Blues
2. Io ci sarò
3. Toro Loco
4. Fuori di qui
5. Aquilone
6. Nè Buoni nè Cattivi
7. Buongiorno Mattina
8. Perfetto Difettoso
9. Homo Europeus
10. Big-Bug
11. Bomba Boomerang
12. Il Segno
13. Marrakesh Serenade

Piero Pelù

Né Buoni Né Cattivi

Uscito dai suoi Litfiba dopo ben venti anni di convivenza, il nostro "Cangaceiro" si rimbocca le maniche per preparare il suo immediato debutto come solista. E cosi a un anno dalla dipartita esce il suo primo album; Nè Buoni nè Cattivi.
Il successo è clamoroso, il cantante fiorentino parteciperà anche al Festival Bar, e l'album condotto dal singolone Io ci Sarò da cui viene tratto anche un videoclip, sbanca nel vero senso della parola.
Dallo stesso album saranno estratti ben altri tre singoli, (Toro Loco, Buongiorno Mattina e Bomba Boomerang) per un totale di quattro singoli; tutti conditi da buoni videoclip, consacreranno il successo del solista.
I concerti sono tantissimi, così come le apparizione televisive del singer, e a livello commerciale questo Nè Buoni nè Cattivi è certamente un successone.

A questo punto viene quindi spontaneo porsi una domanda: - Ma a livello musicale questo "successone" come suona? -
Il disco apre con un breve intro, tale Taksim Blues che lascia inaspettatamente positivamente colpiti. Con Io ci sarò (la seconda traccia) ci addentriamo nei meandri del full lenght e la prima cosa che ci assale è un forte mood di classico rock italiano, infarcito da strutture semplici che strizzano l'occhio al pop, da assoli caldi, melodici e di facile presa, testi "estivi" e vocalizzi morbidi.
Il pezzo tutto sommato non è niente male, è energico e contiene tutto ciò che un ascoltatore medio richiede e il caro Pelù si sforza anche di emulare il suo vecchio stile canoro ormai abbandonato da qualche anno.
L'album continua con la "spagnoleggiante" Toro Loco, ed anche qui il risultato è del tutto identico al precedente motivo.
Purtroppo però da qui in poi le cose andranno pian piano sempre peggio passando per canzoni scontate e ad essere sinceri anche un pò troppo noiose, tutte incentrate su un rock semplice, italiano e a volte un pò poppy; da dimenticare Fuori di qui, Aquilone e la title-track, più piacevole la sdolcinata ballad Buongiorno Mattina, ma non basta e così siamo costretti ad dover "subire" il trittico Perfetto Difettoso, Homo Europeus e Big-Bug, da cui si denota una sfacciata voglia di ricalcare il periodo di Spirito, quando nel 1995 con i Litfiba si composero canzoni quali Lacio Drom, dal quale Piero Pelù ha sicuramente preso grandissimo spunto per la realizzazione di questo album, ma inevitabile, senza riuscirci.

Fortunatamente il disco chiude in maniera più dignitosa; il quarto singolo Bomba Boomerang non è certo un capolavoro, e a dirla tutta nella melodia vocale è anche un pò infantile però c'è da ammettere che possiede un buon songwriting chitarristico, caldo e pieno, ed anche il testo è abbastanza impegnato concentrandosi sulle tematiche guerrigliere. A seguire vi è una pseudo acustica, tale Il Segno, senza infamia e senza lode che precede un outro davvero inaspettato.
Si intitola Marrakesh Serenade ed è una simil ballad orientale in cui anche il cantato di Piero vuole avvicinarsi a quello tipico di questi luoghi; il pezzo si riallaccia sicuramente all'introduttivo Taksim Blues e in un certo senso non c'è da stupirsi sulle tematiche di queste due canzoni in quanto da sempre il fiorentino è stato affascinato dall'Oriente, dai gitani e dai clochard parigini. Il testo è abbastanza semplice ma gli arrangiamenti del pezzo sono davvero piacevoli, e in qualche modo la canzone vuole essere una atipica serenata che nel suo interrompersi chiude il disco.
Sembra assurdo eppure l'intro e l'outro sono i picchi dell'opera.

La prova dietro al microfono di Piero è certamente migliore di quella proposta nel 1999 per l'ultimo dei Litfiba, Infinito, ed anche il disco nonostante i tanti alti e bassi rimane comunque superiore a quel brutto episodio; d'altra parte però Nè Buoni nè Cattivi sa troppo di incompiuto, o forse semplicemente di "troppo semplicistico", e scusate il gioco di parole.
Indubbiamente ha riscosso molto successo è sicuramente il disco vuole avvelersi dei soli singoli, ma dovendo valutare questo album nella sua completezza, e con un occhio esperto, non si può certo transigere sulla mediocrità che pervade l'intera opera, e non bastano due pezzi, un intro di un minuto ed un outro a far risollevare le sorti di un disco, che purtroppo, è stato più che altro concepito per un audience medio e che vuole sentire le facili canzonette.
E' un vero peccato dover parlare così di un cantante che nel corso degli anni ha significato cosi tanto nel panorama rock italiano, e non si è certamente felici di questa scelta, ma ci si rende conto che a volte il successo "obbliga" gli artisti a determinate prese di posizione.

Probabilmente Nè Buoni nè Cattivi per il momento è il miglior disco della seppur piccola discografia Piero Pelù, e quindi tutti noi speriamo in un prossimo grande album, ma per adesso, non si può che rimandare al futuro questo "miglior album" della discografia dell'ex Litfiba.
 

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