Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Marco - chitarra
- Richard - chitarra
- Enrico - synth
- Torsten - basso, theremin
- Martin - batteria
- Larissa - voce

Tracklist: 

1. Dried You Lie There
2. To Burst Out a Bray
3. Two Creatures
4. The Congealed Mind
5. Ra
6. Pressure and Heat

P:HON

P:HON

Questi ragazzi devono uscire fuori dalla Germania al più presto. Perchè se è vero che i P:HON sono un gruppo ancora senza contratto con alle spalle una prima uscita risalente solo a qualche giorno fà, è altrettanto sacrosanta la speranza di vedere questi giovani tedeschi scavalcare commercialmente il confine della propria patria e diffondersi in tutta Europa.
Ancora una volta, nello scenario post-rock un'altra grande sorpresa proviene dal sottosuolo e per di più da un gruppo che - stranamente - non gode di alcuna pubblicità sul web. Un profilo myspace con poche visite, due canzoni postate come video non ufficiali su youtube, zero collegamenti tramite google e solo un paio di blog che coraggiosamente hanno pubblicizzato il loro esordio: questo il misero bottino virtuale che per adesso i giovani tedeschi hanno incassato.
Non potendo fare affidamento sul mondo pubblicitario (neanche su quello indipendente e gratuito), i P:HON non possono far altro che attendere due cose: l'arrivo di un'etichetta indipendente disposta a offrire loro un contratto (la Constellation farebbe un affare - oltre al fatto che li renderebbe noti anche oltreoceano - e la Prophecy non avrebbe troppo da rimetterci, vista la sua nota apertura verso territori ambient/shoegaze/post-rock) e il consolidarsi di responsi positivi da parte del pubblico europeo.

Privo di titolo e nascosto dietro un artwork oscuro e alquanto criptico, l'esordio dei P:HON può essere tranquillamente catalogato assieme alle giovani leve della nuova corrente post-rock in salsa sludge che fa capo a Long Distance Calling, Russian Circles et similia; i tedeschi dimostrano infatti di aver appreso al meglio lo stile e la tecnica del genere e non è un caso che sotto il profilo strumentale e delle scelte timrbico-atmosferiche il lavoro dei P:HON risulti semplicemente ammaliante. E' infatti nella cura delle singole parti, nel drumming semplice ma preciso, nelle chitarre imponenti e al contempo velate che va ricercata la bellezza del lavoro dei P:HON: nonostante nei frangenti sludge i giovani teutonici attingano a piene mani dai nomi più in voga del genere (Cult Of Luna e Pelican in primis) rischiando anche di cadere spesso nel manierismo (l'opener Dried You Lie There, banale ma efficace post-rock in bianco e nero sospeso tra Microfilm e Red Sparowes), l'album si salva ampiamente grazie ad una forza melodica spaventosa e, soprattutto, grazie ad un'atmosfera criptica e dalle tinte fortemente cupe, impenetrabili. Ad esulare inoltre dai soliti e purtroppo inevitabili richiami ai nomi sacri del genere vi è la voce della singer Larissa, una sorta di Anneke van Giersbergen più timida e malinconica, le cui suadenti linee vocali si adattano egregiamente ai sottostanti riff strumentali. Ne è esempio lampante il capolavoro To Burst Out a Bray (splendida nel decadente refrain centrale e nelle conclusive trame chitarristiche), senza contare la successiva Two Creatures, in cui il contrasto vocale-strumentale si smussa in un'atmosfera estremamente psichedelica e rilassante. Dopo il toccante logorarsi di questi due brani - che rappresentano il cuore più peculiare e il sound più modellato dell'album - i P:HON riabbracciano prepotentemente il post-rock e le costruzioni sludge, innalzando la potenza e l'impatto dell'album prima con le trascinanti dinamiche di Ra, poi col massiccio finale di The Congealed Mind e il turbine emotivo della conclusiva Pressure and Heat, altro gioiello sospeso tra funeree marce sludge e toccanti soundscapes chitarristici.

I P:HON sono soltanto l'ultimo esempio/testimonianza per farci capire una volta per tutte che il meglio non ce lo si può più aspettare solo ed esclusivamente dai nomi noti e dalle star di un determinato stile musicale: mai come quest'anno, il post-rock ha tirato fuori dal nulla progetti di enorme valore, sconosciuti ma coraggiosi e con le carte in regola per soppiantare le gerarchie del genere, in relazione anche al suo grande bisogno di rinnovamento. Inutile dire che i P:HON fanno parte di questa schiera. Emozionante.
 

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