Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Modicum of Silence
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Nic Ross - chitarra, basso, batteria, programming

Tracklist: 

1. Underscore I (10:07)
2. Underscore II (7:14)
3. Underscore III (4:44)
4. Underscore IV (8:56)
 

Our Subatomic Earth

Underscore

Post-rock allo stato puro. Un post-rock vero, aggressivo, distorto, ruvido; un post-rock che ritorna negli anni '90 per rievocarne la rabbia e l'essenza più cruda, abbinandola ad atmosfere e melodie moderne e decadenti.
L'ultimo lavoro del progetto Our Subatomic Earth si esprime per l'appunto in questa dimensione compositiva tesa e inquieta, costantemente alla ricerca di un'espressione forte, vivissima, a tratti quasi violenta. Così come le precedenti pubblicazioni (ben quattro, tutte rilasciate da indipendente nel giro di meno di un anno) anche l'ultimo full-lenght Underscore scava nei meandri più oscuri e inquieti del post-rock, ridonando linfa vitale a tutti quegli elementi stilistici letteralmente messi da parte dall'ondata più mainstream e manieristica del "dopo rock" del 2000.

Nel mondo di Our Subatomic Earth non esiste dolcezza, non esiste calore; le melodie sono ruvide e graffiano la pelle fino a farne fuoriuscire la carne sottostante, l'atmosfera è plumbea, dannatamente oscura eppure capace di aprirsi verso strazianti momenti malinconici. Underscore segue per tutta la sua mezz'ora di durata queste linee guida, sciogliendosi attraverso quattro tracce buie ed emozionanti, rese ancora più fascinose da una produzione sporca e in grado di metterne in risalto i particolari più grevi e polverosi. A prevalere è quindi un'atmosfera sotterranea che mostra continui punti di contatto col noise più emotivo delle passate decadi, ovvero quella matrice che ad inizio anni '90 - partendo dalla sistematica fusione delle sperimentazioni di Slint, Sonic Youth e soci - finì per costituire l'ossatura espressiva del nascente movimento post-rock capitanato dai Mogwai.

Ed è proprio la band scozzese uno dei principali richiami compositivi del progetto Our Subatomic Earth, abile nel filtrarne l'instabilità emotiva e i fraseggi chitarristici più distorti in un linguaggio meno curato, meno brillante e originale ma decisamente più oscuro, per certi versi asfissiante. Underscore I fa innalzare sin dall'inizio dell'album le reminiscenze mogwaiane, imitando la celebre Punk Rock degli scozzesi (in cui un malinconico arpeggio faceva da sottofondo alle parole di Iggy Pop durante un'intervista) e riproponendone la formula espressiva, anche se in questo caso a fare da accompagnamento al discorso campionato vi è una lacerante cerimonia di feedback e di lenti ululati chitarristici, meno struggente ma altrettanto suggestiva del capolavoro dei Mogwai.
Underscore II, dopo il funereo appassire ambientale dell'opener, svela per la prima volta l'essenza più profonda dell'album, aprendosi mestamente in un fraseggio di xilofono, basso, batteria e chitarra per poi aprirsi in una toccante sospensione atmosferica stracolma di pathos (la splendida melodia che sorregge la seconda metà del brano), emotivamente forte seppur non straziante come il successivo episodio. E' infatti Underscore III a catapultarci nel cuore più violento e lacerante dell'album: un concentrato di disperazione (la lancinante potenza dei feedback e delle distorsioni strumentali) che tra martellanti impennate noise metal e struggenti dilatazioni chitarristiche colpisce al cuore e lascia letteralmente stecchiti. Underscore IV chiude infine il disco riprendendo e rielaborando le trame discorsive (soprattutto) del precedente brano, seppur senza essere in grado di rievocarne lo splendore atmosferico e la spaventosa forza evocativa, rimanendo di conseguenza l'episodio meno significativo e - a livello di potenza drammatica - meno "vivo" dell'intero platter.

In poche parole, per i veri appassionati del post-rock più duro lasciarsi scappare il progetto Our Subatomic Earth (che non poco - vista la provenienza, la natura solista e la direzione stilistica - può abbinarsi al giovane ma sconosciuto monicker zxyzxy) corrisponde quasi ad un suicidio: di proposte così forti ed emozionanti in quest'ambito non se ne vedevano da molto e il progetto statunitense è uno di quelli che davvero non possono finire nel dimenticatoio (discorso che in primis andrebbe comunque fatto alle case discografiche, in tali casi sempre troppo cieche e disinteressate a promuovere l'underground). Dimenticate le schitarrate dolci, gli arpeggi sottili, il romanticume e la leggerezza d'animo del post-rock più moderno, perchè Underscore è un concentrato di inquietudine e malinconia allo stato puro. Emozionante.


LINK PER IL DOWNLOAD GRATUITO:
- Underscore su Modicum of Silence

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