Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Matteo Mainardi
Genere: 
Etichetta: 
Fat Wreck Chords/Venus
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Russ - Voce
- Bill - Batteria
- Aaron - Chitarra
- Zach - Chitarra
- Doni - Basso

Tracklist: 

1. Take me
2. Everything for you
3. Shotgun
4. Eyes of the world
5. Now'a the time
6. In your eyes
7. Just us
8. There's a moment
9. This is wretched
10. Too loose
11. Framed then failed
12. Xanthology

Only Crime

Virulence

Dopo due anni di assenza dal mercato, tornano gli Only Crime con questo disco intitolato Virulence. Per tutti quelli che non lo sapessero, gli Only Crime sono una sorta di band progetto creata dalle menti di Russ Ranking dei Good Riddance e del suo caro amico Aaron Dalbec, chitarrista dei Bane e dei Converge. Il loro sodalizio è iniziato nel 2002 quando, dopo svariati progetti, si è deciso di metterne in pratica uno, ovvero gli Only Crime. L'intento era quello di rispolverare sonorità Punk degli anni '70-'80 e di mischiarle con influenze Rock. Nasce così il loro primo lavoro, To The Nines, che li porta a un discreto successo e a un periodo di tour in giro un pò per tutto il mondo. Dato che il gruppo ha avuto riscontri più che positivi, è stato deciso di continuare e di rendere il tutto un pò più stabile e, perchè no, redditizio. Abbiamo così l'uscita di questo loro secondo album che, già da un primo ascolto, sembra superare e mantenere alto il livello qualitativo del sound proposto.

Uno dei primi aspetti che colpisce e che lascia soddisfatti, è il fatto che si capisce che gli Only Crime hanno deciso di mettersi alla prova al 100% evitando di utilizzare a scopi commerciali il nome dei componenti del gruppo e di tutto ciò che ne deriva dal loro essere già musicisti affermati in tutto il mondo. Questa è una cosa positiva perchè si percepisce la volontà da parte del gruppo di voler ricominciare da zero o, per lo meno, di creare un vero e proprio gruppo con un'identità ben definita e che non sia la brutta copia di bands già conosciute e affermate.

Virulence apre in modo ottimale con il brano Take Me che, iniziando da un intro appena accennato caratterizzato da fischi chitarreschi, si lascia poi esplodere in pura potenza Punk dai ritmi serrati e dalle chitarre infiammate. Il modo di cantare di Russ Rankin è grezzo e sgraziato, facendo quasi presagire una volontà di azzerare quella che potrebbe essere la linea melodica del brano. Proprio riguardo alla melodia, bisogna dire che tutto l'album è improntato in modo tale che la linea canora sia limitata al massimo, nel senso che il ruolo da protagonista è svolto principalmente dagli strumentisti, tutto il resto è contorno. In questo modo viene sottolineata l'importanza che chitarra, batteria e basso hanno nella costruzuione di una canzone che vengono poi a loro volta guidate dalle urla e dagli schizzi disperati della voce. Ovviamente non mancano le parti un pò più melodche come, ad esempio, nel caso di Everything for you in cui la voce si diverte ad alternare pezzi di melodico con altri davvero arrabbiati. Il senso di rabbia sembra essere un pò il filo conduttore di tutto Virulence che, in effetti, trasmette parecchia potenza e voglia di farsi sentire. Un' altra cosa ben orchestrata è il giusto equilibrio che il batterista Bill Stevenson (drummer dei Descendents, degli All e dei Black Flag) riesce e trasmettere evitando di essere troppo invasivo ma cercando comunque di sprigionare potenza e ricercatezza stilistica allo stesso tempo. A proposito di questo, possiamo dire che un brano che lo esemplifica al meglio sia Eyes of the world dove si toccano momenti tirati ad altri più lenti e cadenzati in cui, però, il perno attorno a cui ruota tutto è proprio quando si decide di sfoderare al massimo la propria rabbia sia canora che strumentale.

Virulence è quindi un buon album che presenta belle trovate e si dimostra coerente a quella che è la mission principale del gruppo, ovvero rivitalizzare un genere degli anni passati con qualcosa di un pò più moderno e consono ai nostri tempi. Altra cosa positiva è il fatto che non viene minimamente toccata la strada del commerciale, mantenendo quindi una propria credibilità oltre che sul livello dell'immagine anche su quella del suono che, dopo tutto, è il tratto caratteristico di ogni band. Tra gli aspetti negativi si possono annotare la troppa somiglianza di alcuni brani che crea una sorta di disorientamento nei confronti dell'ascoltatore, facendo così capire che non è ancora stata trovata una strada definitiva. Resta comunque il fatto che Virulence riesce a trasmettere la giusta dose di potenza che solitamente si richiede ad album del genere.

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