Voto: 
5.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Avantgarde Music/Masterpiece
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Nortt - tutti gli strumenti


Tracklist: 

1. Galgenfrist (03:41)
2. Til Gravens Vi (08:19)
3. Af Døde (07:11)
4. Kaldet (01:49)
5. Over Mit Lig (10:22)
6. Havet Hinsides Havet (10:53)
7. Hjemsøgt (04:56)

Nortt

Galgenfrist

Quando ci si accosta ad un album di Funeral Doom, soprattutto se di stampo atmosferico e spettrale, il parere non sempre può risultare positivo, per via dell’estrema povertà timbrica del genere: lo scarto tra ricercato lavoro minimalista e opera ripetitiva priva di idee può spesso essere molto ravvicinato, a tal punto da far insospettire l’ascoltatore sulle reali doti compositive dei musicisti in questione.
E’ questo il caso di Galgenfrist, terzo full-lenght del danese Nortt, già attivo con il progetto Black Metal degli Apollyon e personaggio abbastanza noto nella scena nordica per le sue opere cariche di nichilismo e intrise del fascino della morte. Già la copertina del disco, in linea con le altre funeree proposte dal musicista di Odense, introduce nel contesto tenebroso e perduto della musica di Nortt, che appare tuttavia come un grande punto interrogativo.

Che il Black/Doom Metal di stampo nichilista sia sempre stato orientato a conferire maggior spazio alle atmosfere demoniache e lugubri rispetto alla strutturazione delle composizioni è un dato di fatto, ma le sette canzoni presentate da Nortt sono alquanto prive di soluzioni originali, riducendosi ad una nenia di morte che perdura per 47 angoscianti minuti.
Sebbene certi fraseggi siano vicini all’operato dei migliori Bethlehem, non ci si allontana mai dalla vera radice Black Metal atmosferico che ha permeato le prime realizzazioni del musicista danese, desideroso di affiancare alle possenti tastiere l’alone freddo ed inquietante della chitarra elettrica.
Lasciarsi trasportare da un lavoro come Galgenfrist è cosa assai dura, soprattutto per coloro che non sono abituati ad un certo tipo di sonorità estreme come quelle di Dolorian, Evoken o Shape Of Despair.
All’interno degli ambienti più dediti a queste realtà, la musica di Nortt potrà raffigurare l’ennesimo manifesto di solitudine, depressione e perdizione che caratterizza il genere, perché sul piano sonoro sono offerti davvero pochi spunti.
Solo a titolo informativo si può menzionare la terza Af Døde, scandita da un lento pianoforte dal sapore macabro e da un lamento gelido che affiora a tratti con il suo tono malato.

Perfetto come colonna sonora di chi cerca meditazione, in particolare a contatto con la natura, Galgenfrist risulterà invece un album pesante e totalmente ininfluente per chi si accosta alla musica minimalista in tutt’altro modo. Pertanto non rimane che attendere cosa riserva il futuro di Nortt per quanto riguarda l’ambito delle pubblicazioni, perché nell’ultimo periodo il compositore danese è rimasto saldamente attaccato ai canoni del genere, senza introdurre sperimentazione. Già lo split con gli Xasthur aveva preannunciato ciò che sarebbe stato con Ligford e con Galgenfrist e pertanto l’auspicio rimane quello di potersi avvicinare a materiale più vario ed elaborato.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente