Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Etichetta: 
Prophecy Productions/Audioglob
Anno: 
2005
Line-Up: 

- F.F. Yuggoth [Markus Stock] – Batteria, Chitarra, Basso

- Funghus Baldachin [Thomas Helm] – Voce, Tastiere, Chitarra



Tracklist: 



1. The watersprite (06.33)

2. T.B.'s Notion (5.05)

3. Strange mountain (7.01)

4. How fortunate the man with none (7.50)

5. The fiery flower (5.00)

6. Moonface is dead (4.28)

7. The riddle seeker (10.23)

Noekk

The Water Sprite

I Noekk sono l’unica band, assieme ai Nachtmahr, ad avere la stessa identica line-up dei defunti (e compianti) Empyrium, uno dei migliori gruppi che abbia mai graziato il mondo del Metal (e del Folk, nella seconda parte della loro carriera). La band è infatti composta da due “presunti misteriosi” personaggi, tali F.F. Yuggoth e Funghus Baldachin, pseudonimi dietro cui si nascondono rispettivamente Markus Stock (ora anche nei The Vision Bleak e in svariati altri gruppi) che si occupa di batteria, chitarra e basso e Thomas Helm, vocalist, tastierista e seconda chitarra.
“The Water Sprite”, del 2005, è appunto il cd (passato purtroppo e a torto abbastanza inosservato) con cui questo nuovo progetto debutta.
Un cd che si presenta con un logo quasi psichedelico e una copertina che più folk non potevano sceglierla: le due cose messe assieme fanno nascere dei sentimenti un po’ contrastanti - niente di più indicato per far crescere in modo esponenziale la curiosità del sottoscritto di fronte a questa nuova incarnazione del duo tedesco.
Punto di contatto con gli Empyrium: la natura. Essa rimane incontrastata protagonista, ispirando Markus e Thomas con i suoi paesaggi mozzafiato; una natura soave e romantica quanto angosciante e grandiosa: i Noekk non si fanno intimidire dal lavoro improbo che li attende e si gettano senza indugi nella sfida, venendone fuori decisamente bene.
A cambiare non è quindi la sostanza, ma la forma, il modo d’interpretare la musica: il genere in cui catalogare questi Noekk è quello del Progressive Rock, seppur “inquinato”, come avremo modo di vedere più avanti, da vari altri fattori e influenze.
Per finire il quadro introduttivo, si nota la produzione eccellente di Markus Stock, sapientemente effettuata ai suoi StudioE, in cui registrano parecchie band sotto etichetta Prophecy: sotto questo punto di vista non ci sono critiche di sorta da muovere alla band, che spero si ripeterà tra poco - il nuovo lavoro “The Grimalkin” sarà infatti disponibile a partire dal 19 Maggio.

La titletrack “The Watersprite” inizialmente confonde, con un primo minuto di trionfale maestosità in cui riecheggiano i fantasmi di “Songs of Moors and Misty Fields” degli Empyrium, ma successivamente vengono confermate le nostre ipotesi di partenza: il ritmo delle chitarre si fa sincopato, e i tempi di batteria si spezzettano e si ricompongono a meraviglia, come nelle migliori trame progressive. Molto particolare l’interpretazione vocale di Yugoth lungo tutto il lavoro, teatrale ed enfatica, un bel clean potente che non mancherà di soddisfare anche i palati più fini –sono comunque presenti anche delle altrettanto efficaci sequenze narrate, con la voce leggermente più sussurrata e leggermente sporca.
In “T.B.’s Notion”, la voce elegantissima di Baldachin declama una parte del “Signore degli Anelli” su una base rilassante che crea un clima d’attesa ed esalta la sua voce profonda – da segnalare il ritornello arioso e liberatorio che spezza un po’ la tensione.

L’inizio da brividi di “Strange Mountains” riporta nuovamente alla memoria i momenti più ispirati degli Empyrium, con un duetto tutto targato Baldachin fra voce e chitarra: lo sviluppo del pezzo è poi ottimo, fra i sospiri drammatici della voce e scariche più possenti delle chitarre (non ai confini col Metal ma quasi – diciamo che si tratta di un Progressive decisamente Hardrock, per quanto riguarda le chitarre). Gli ultimi due minuti sono i più progressivi, con stacchi di batteria a sostenere imponenti tastiere settantiane; sembra quasi di sentire i Van Der Graaf Generator reinterpretare gli Empyrium.
Nell’ottima cover dei Dead Can Dance, “How Fortunate the Man with None”, il suono dei Noekk si fa ancora più dark e sognante, e il ritmo ipnotico dona una nuova dimensione al lavoro, che si rivela piacevolmente profondo e intelligentemente assemblato.
“The Fiery Flower” e il suo flauto d’apertura terribilmente Folk mi fanno nuovamente riprovare quei brividi Empyrium-iani che tanto anelavo trovare lungo i solchi di questa release, ma il successivo andamento hardprog spazza via ogni possibile nota nostalgica; particolarmente efficace è però il ritornello maestoso, con la voce e le tastiere a farsi più minacciose e protagoniste, dominando la scena. Segue uno stacco solistico più riflessivo, e un nuovo assalto finale alle nostre coronarie: il finale troncato c’introduce gli arpeggi che caratterizzeranno per tutta la sua durata la sesta “Moonface is Dead”, tranquilla e descrittiva, dalla grande poetica ma prevalentemente atmosferica.
La settima “The Riddle Seeker”, anni ‘70 fino al midollo, dura la bellezza di 10 minuti ma sorprende positivamente per i continui cambi di scenario; un pezzo sempre in precario ma azzeccato equilibrio tra folk, prog e ambient - davvero uno tra i migliori episodi del disco.

In breve: mi sento di consigliare “The Water Sprite” a chi apprezza il Progressive Rock condito da tinte Hard e Dark, da spunti Folk e Atmosferici: un mix abbastanza unico e realizzato con esperienza e capacità da due musicisti talentuosi che sanno raccogliere le più svariate influenze e assemblarle in modo organico.
E, tutto sommato, mi sento di consigliarlo anche ai nostalgici: non sono, non saranno e non voglion essere i nuovi Empyrium, ma la classe di Markus e Thomas è rimasta intatta...

"come to my fathomless pond
through the pearly curtain see
hear my notes from far beyond
I´ll drown thy woe and comfort thee"
[Noekk, “The WaterSprite”, 2005]


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