Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Dead
Genere: 
Etichetta: 
Geffen
Anno: 
1991
Line-Up: 

- Kurt D. Cobain - voce e chitarre
- Dave Grohl - batteria
- Krist Novoselic - basso

Tracklist: 

1. Smells Like Teen Spirit (05.01)
2. In Bloom (04.15)
3. Came as You Are (03.39)
4. Breed (03.03)
5. Lithium (04.16)
6. Polly (02.56)
7. Territorial Pissing (02.22)
8. Drain You (03.44)
9. Lounge Act (02.36)
10. Stay Away (03.32)
11. On a Plain (03.16)
12. Something in the Way (03.51)

Nirvana

Nevermind

Nevermind fu registrato al Sound City Studio di Van Nuysin in California nel Settembre del 1991.
Sono passati parecchi anni da allora eppure questo disco racchiude in sè ancora tantissimo di quel sentimento per il quale fu concepito, da riuscire inesorabilmente a cambiare chiunque lo viva, o più semplicemente che chiunque lo ascolti.
E' il secondo album della band di Seattle, ed è la svolta; una raccolta di dodici hits stupende, brevi sfoghi colmi di emozioni al quale il giovane Kurt diede la propria vita.
"Non Importa" potrebbe esser stato il primo passo verso la morte del giovane leader, il punto di non ritorno dalla qual porta una volta entrati non si può più uscire; il successo che arriva in tutta la sua arroganza e indiscrezione, che irrompe nella fragile esistenza del biondo cantante che, turbato, non riuscirà più a provare le stesse emozioni di un tempo nell'imbracciare una chitarra, e così caduto in un vortice buio e senza fondo finirà qualche anno dopo nel diventare un tutt'uno con quell'oscurità che da tempo gli avvolgeva la mente, a dire il vero ancora geniale.

E' il trampolino di lancio per ogni teen-ager annoiato dalla quotidianità, la valvola di sfogo che arriva in una normalissima giornata, a ciel sereno e quando meno telo aspetti. Nevermind è il diavolo che prima o poi arriva dal ragazzetto un po' più diverso degli altri, e lo tenta e lo convince...e quando meno se lo si aspetta, si è già lì a sbattere la testa contro tutto e tutti, al ritmo di questo antibiotico contro la quotidianità.
Nevermind e i Nirvana sono questo, ed una volta che li si è incontrati, non si abbandoneranno mai più, e non si lasceranno per nessuna ragione, annidati nella propria testa prima come idoli, e poi come "la ribellione che un giorno a 13 anni" venne a bussare alla porta.

C'è un bambino in copertina, nudo in acque limpide e pulite, e profuma davvero di spirito giovanile.
Lo spirito giovanile: quanti hanno trovato quello spirito dopo aver trovato Kurt e Nevermind?
La carica che ogni mattina ti stringe la mano, e quelle urla sofferte che danno il coraggio e la forza di prendersela con tutti. La corazza che d'un tratto s'infila da sola sul corpo, e piace perché conforta e perché rafforza.
Nevermind è questo e molto altro ancora, una filosofia grintosa che nel suo rumore si attacca adosso, e la si apprende senza difficoltà, diventando quello che poi sarà il proprio stile di vita. Tutto ciò risponde al nome di Non Importa, e ancora tanta rabbia, disperazione, giovinezza e forse spensieratezza.

Già, questo disco ha irrotto nella comunità giovanile più che altro come manifesto di quello che era la ribellione dei giovani a cavallo tra gli ottanta e i novanta, e la sua importanza è soprattutto concettuale-filosofica; non siamo difronte ad un virtuosismo sonoro bensì alla realtà ribelle del giovane che può adesso urlare a tutti il disagio che si prova ogni giorno, ed è come se da allora in poi ogni giovane avesse avuto il coraggio di attuare la propria disapprovazione verso qualcosa di non chiaro, o meglio, semplicemente verso ogni personale problema.
Un po' come avvenne in Inghilterra con il Punk tanti anni addietro, una sorta di risposta americana a quel movimento che questa volta prende il nome di Grunge.

Musicalmente parlando infatti il disco, e così la maggior parte degli altri album di tutte le altre bands Grunge, non è affatto complesso nella sua struttura, nè complicato nell'accezione del messaggio, ma del tutto diretto, semplice, stradaiolo, rabbioso e giovanile.
Le chitarre taglienti ma comunque abbastanza melodiche si stagliano su un cantato disperato, sofferto ma deciso, intenzionato, arrabbiato. A ciò segue una bellissima prova batteristica di Dave Grohl che impreziosisce l'album con i suoi cambi di tempo, di facile assimilazione ma al contempo potenti e carichi in grado di donare ferocia, quando serve, alle musiche composte dal triste Kurt.
Le dodici traccie qui presenti sono buona parte "il meglio" che i Nirvana composero nella loro breve carriera, e siamo realmente presenti dinanzi ad una sorta di best of.
C'è però anche spazio alla melodia e a qualche chitarra acustica saggiamente utilizzata per spezzare l'onnipresente mood di rabbia, e la voce che in alcuni frangenti sembra stia per cedere tanta è la foga del canto, a volte si paca e diviene triste e rassegnata, malinconica.
Un ibrido di furia punk, metal grezzo molto simile a quello proposto nel 1982 dai Venom, ed intelligente pop, poca tecnica, ma tanta, tanta passione, ed otterrete Nevermind.

Non si può nominare una canzone e tralasciare un'altra. Dall'iniziale famosissima ed energetica Smells like teen Spirit, alla successiva malinconica In Bloom, passando per la melodica e più riflessiva Come as you are, alle motorhead-iane Breed e Lithium, all'acustica Polly, il cui testo tratta di una violenza sessuale, all'hardcore di Territorial Pissing, brevissima ma lacerante nella sua disperazione, in Drain you per certi versi quasi noisy e riconducibile all'iniziale opener del disco, per Lounge Act e Stay Away stupende nel lavoro di batteria, nell'alternarsi di tristezza e rabbia di On a Plain, e nella conclusiva acustica soffertissima Something in the way, che nelle sue circa 50 parole esprime tutto il dolore represso di un possibile ragazzo; quasi ipnotica nel ritornello e infestata di eroina, come un viaggio nell'aria accompagnato dalla voce persa e roca di un'ora spento Kurt che conserva ancora dentro tanta forza, ma che preferisce tenerla per un po ancora da parte.

Al tempo fu un fulmine a ciel sereno, ed ancora oggi quando lo si mette per la prima volta nel proprio lettore cd, è come se fosse ancora vivo, ancora presente...quel fulmine che d'improvviso illuminò il buio in quel notturno cielo autunnale di quel settembre del 1991.
 

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