Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Sub Pop
Anno: 
1989
Line-Up: 

- Kurt Cobain – voce, chitarra
- Krist Novoselic – basso
- Chad Channing – batteria
- Jason Everman – chitarra

Tracklist: 


1. Blew
2. Floyd the Barber
3. About a Girl
4. School
5. Love Buzz
6. Paper Cuts
7. Negative Creep
8. Scoff
9. Swap Meet
10. Mr. Moustache
11. Sifting
12. Big Cheese
13. Downer

Nirvana

Bleach

Sul finire degli anni '80 un gruppo di giovani ventenni registra un album con un risicato budget di appena 600$ anticipati dal chitarrista Jason Everman, che in realtà diede uno scarsissimo contributo musicale a quello che sarà considerato il primo vero album Grunge nella storia della musica, cioè Bleach. Nella stessa Seattle, da cui provenivano Cobain e soci, si respirava già aria di cambiamento, gruppi come Green River, Melvins, Tad, Mother Love Bone, avevano già iniziato a porre le basi per la nascita di un genere tutto nuovo, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare che questo trio di allora sconosciuti ventenni, capitanati da Kurt Cobain, avesse radicalmente mutato, nel giro di un paio di anni, il modo di fare Rock nell’America degli anni ’90.

Il loro sound in realtà è molto derivato, infatti elementi direttamente derivanti dal Punk, dal Noise e dal Post/Punk come velocità, immediatezza e soprattutto una certa e voluta approssimazione tecnica venivano ad incontrarsi con elementi propri dell’Hard n’Heavy, come la pesantezza e la durezza, e nel caso dei Nirvana anche con evidenti richiami melodici alla corrente Pop, cosa che permise agli stessi di divenire ben presto i più celebri esponenti della corrente Grunge, e naturalmente fu anche la band che diffuse tale corrente su tutto il globo terrestre con impressionante celerità. L’estrazione Noise, Alternative e Post/Punk del trio di Seattle è facilmente individuabile in questo loro esordio, nella forte influenza esercitata dai Pixies e dai Melvins, questi ultimi in realtà più duri e legati alla tradizione Heavy di derivazione sabbathiana, elemento anche questo comunque rintracciabile nell’impronta cupa data alle varie canzoni. Le loro chitarre suonano sporche e distorte, le liriche spesso autobiografiche e scarne esprimono l’animo tormentato di Cobain, insieme a Jim Morrison uno dei pochi autori capaci di trasferire nelle proprie composizioni il proprio malessere esistenziale, la sezione ritmica è pesante e la batteria sempre in risalto, la forma-canzone viene rispettata con elementare semplicità, alternando strofe sofferte a ritornelli rabbiosi, mentre la tecnica viene accantonata per favorire invece l’immediatezza.

Bleach, il cui titolo si riferiva ad una pubblicità che consigliava di lavare con candeggina gli aghi prima di drogarsi, fu registrato in una manciata di ore, e presenta tredici brani ancora acerbi, tutte canzoni che presentano un suono grezzo, teso, quasi ostile, sofferto ed aggressivo. Si apre con Blew, introdotta da un giro di basso e caratterizzata da un riff monotono e da un forte sapore Punk, Floyd The Barber era dedicata ad un serial-Tv e presenta ancora riff monotoni e quasi ossessivi con ritornelli urlati da un Cobain ancora immaturo. About The Girl, che divenne nota dopo essere stata eseguita nella futura versione Unplugged, è sicuramente la canzone più rappresentativa del lotto e della musica dei Nirvana, infatti la sua vena pop e melodica che mostra l’evidente influenza di Pixies e Beatles sarà la base su cui Cobain e soci costruiranno il loro successo già dal successivo Nevermind. School si ricollega ancora alle sonorità Punk già intraviste nell’opener, ha un testo scarno ed autobiografico, Love Buzz è una cover degli Shockin Blue rivista in una sorta di Punk rallentato e psichedelico, Paper Cuts rende omaggio ai Melvins di cui Kurt era amico ed estimatore, suona più lenta e particolarmente tesa, mentre anche Negative Creep è di chiara impostazione Punk e racconta di un ragazzo antisociale in cui non è difficile intravedere lo stesso cantante. Ma l’album inizia a diventare un pò pesante, ripetitivo ed ossessivo, già dalla spigolosa Scoff, a cui seguono l’ironica Mr. Moustache, dove l’autore usa l’immagine-metafora dell’uomo baffuto e muscoloso per schernire il machismo del Nord-Ovest statunitense, ed anche Swap Meet e Big Cheese non si discostano da quanto precede.

L’album non ebbe certo il successo dei suoi successori, ma mostrava forse i Nirvana più autentici e primitivi, quelli non ancora contaminati dal successo ottenuto ricorrendo, con l'approvazione anche delle case discografiche, a dosi di Pop melodico che si andavano meravigliosamente ad intrecciare nelle trame delle loro composizioni, che qui invece sono ancora acerbe e superficiali, con un Kurt Cobain ancora immaturo e fortemente influenzato dalla scena Post/Punk, poco attento ai testi che spesso contengono poche frasi ripetute più volte, così alla fine il tutto risulta un pò confusionario e ripetitivo. Nonostante ciò Bleach può considerarsi il primo vero album Grunge, da cui ha in seguito preso spunto gran parte del filone Alternative successivo alla sua venuta, e persino Josh Homme ammetterà l’influenza esercitata da quest’album sulla sua musica e sullo Stoner in genere.

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