Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Mute Records
Anno: 
2001
Line-Up: 

- Nick Cave – Voce, Piano
- Mick Harvey – Chitarra, Batteria
- Blixa Bargeld –Chitarra
- Conway Savage – Organo
- Warren Ellis – Violino
- Martyn P. Casey – Basso
- Thomas Wydler – Batteria

Tracklist: 

1. As I Sat Sadly By Her Side
2. And No More Shall We Part
3. Hallelujah
4. Love Letter
5. Fifteen Feet Of Pure White Snow
6. God Is In The House
7. Oh My Lord
8. Sweetheart Come
9. The Sorrowful Wife
10. We Came Along This Road
11. Gates To The Garden
12. Darker With The Day

Nick Cave and The Bad Seeds

No More Shall We Part

Non sono bastati i drammi del tempo, non è bastata la droga e la frustrazione interiore, non ci sono stati abbastanza periodi neri, anzi, forse di tutto ciò ce n'è stato anche troppo, ed è per questo che lo storico Nick Cave non ha ancora fermato la sua mano nello scrivere note maledette sui suoi pentagrammi rovinati e divorati dalla polvere. E' passato molto tempo dall'oscurità degli anni '80 dai quali egli è fuoriuscito come una fata dannata, eppure la sua vena compositiva non pare proprio volersi fermare, la sua buia arte musicale e la sua voce, tra le più belle e profonde di sempre, hanno resistito a tutto varcando la soglia del 2000 con le soffuse tenebre provenienti dal proprio cielo: No More Shall We Part.
Il disco in questione è l'ennesima prova della grandezza e dello spessore artistico di questo cantautore tra i più amati e contestati dalla critica moderna, un uomo sprezzante di tutto e tutti, capace di comporre grande musica solamente esprimendo emozioni dal suo bizzarro volto, i cui occhi hanno affascinato per anni le genti che in essi venivano ipnotizzati.
No More Shall We Part, nonostante faccia parte della seconda ondata compositiva dell'autore australiano, ha ancora in se il fatuo fuoco che animava i dischi del passato, quelle oscure patine fredde che si posavano sulla sua schiena come mantelli e allo stesso tempo ghiacciavano le nostre interiorità attraverso strazianti note di pianoforte e cori quasi funerei.

Basti pensare ai commoventi refrain della stupenda Hallelujah, o ancora ai battiti del capolavoro As I Sat Sadly By Her Side che con il suo malinconico incedere fatto di un perfetto abbraccio di chitarra, violini e pianoforte, apre il disco in maniera splendente.
Impossibile non rimanere abbagliati e allo stesso tempo sentire il proprio cuore crollare come una frana quando la voce di Nick Cave giunge all'impatto contro il nostro apparato acustico che non può far altro che accogliere il suo canto con un sorriso lacrimante di tristezza e passione. Le ombre della sua musica vagano nello spazio creando colori e suoni, a volte spezzati però da episodi più pacati e riflessivi, come la magnifica Love Letter che attraverso le sue note romantiche si fa spazio nell'anima dell'ascoltatore, portando sempre con se toccanti aloni d'una malinconia che si trasporta costantemente nella composizione dell'artista australiano, come per l'intensa Sorrowful Wife e l'omonima And No More Shall We Part, che con il suo andamento lento e tragico si staglia tra le migliori dell'intero lotto.
E poi come non rimanere estasiati dalle onde di Fifteen Feet Of Pure White Snow, dalle tristi melodie di We Came Along This Road, e dai coinvolgenti e leggeri cori della conclusiva Darker With The Day, che dentro di sè raccoglie ciò che le altre canzoni hanno lasciato fiorire, donando all'ascoltatore un'opera fantastica, toccante, malinconica, a tratti bizarra (caratteristica tipicamente Caveiana), e semplicemente profonda per ciò che la sua musica riesce a significare, tra soffusi arpeggi di pianoforte, polverose strimpellate di chitarra, melodie di violino che sbucano fuori qua e la, e quella suadente voce che ha reso Nick Cave uno dei più grandi autori musicali degli ultimi vent'anni.

Per tal motivo, questo piccolo capolavoro che porta il nome di No More Shall We Part, è un'opera che va ascoltata per gioire nel profondo della figura di Cave, che con questo album ha reso grande anche la sua seconda parte di carriera, caratterizzata da meno sperimentazioni, da timbri melodici trascinanti e malinconici, trasportati da ritmi quasi sempre lenti e funerei ma capaci di commuovere l'ascoltatore con il volo dei propri odori e dei propri suoni. Lo stregone del dark non ha ancora finito di "abbagliare", e ce ne vorrà ancora di tempo prima che le sue lacrime, i suoi dolori e le sue follie finiscano di brillare in quella notte di cui esse sono le solitarie stelle.

"And she drew the curtains down
And said 'When will you ever learn
That what happens there beyond the glass
Is simply none of your concern?'"

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