Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Gabriele Bartolini
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Alessandro Bevivino - Lead and back vocals, Rhythm Guitars, Lyrics
- Alex Parpinel - Lead and Rhythm Guitars
- Eric Lucon - Bass
- Nico Odorico - Rhythm Keyboards

Tracklist: 

01. Dead Unplugged
02. Earthquake Motel
03. Justice and Mud
04. New Rose of Tomorrow
05. Behind Blue Eyes
06. New Bread
07. Sabbia
08. Dry
09. New Legend
10. Pop Down
11. Rusty Nails
12. You Gotta Snap ME
13. Down. Down. Down.
BONUS TRACKS:
14. Arabian Trip
15. Revolution Counter

New Branch

New Rose of Tomorrow and Dead Unplugged

A prima vista, un nome come New Branch sembrerebbe comunicarci tutt' altri segnali, rispetto a quelli che l' esperienza solista di Alessandro Bevivino - già al lavoro con band metal come Cyber Cross, Tron, The Fabulous Concerto - realmente lascia trapelare. Penseremmo ad un progetto all' insegna dell' irriverenza, di soluzioni musicali vellutate e sobrie, o magari all' ultima novità in fatto di indie ed electro-pop. New Branch invece è un nome che si ricollega direttamente al rock più diretto e becero, quello senza tanti fronzoli o deviazioni sonore per la testa. Piuttosto il tutto è da assemblare all' aspetto più ironico che i tre personaggi principali - oltre ad Alessandro, segnaliamo la presenza anche di Alex Parpinel ed Eric Lucon - mettono in scena nel corso del loro secondo album New Rose Of Tomorrow And Dead Unplugged, definito dagli stessi come Manufactured Made in Italy, comprendente solo una infinitesima porzione dell' arcobaleno di suoni che il disco cela in sè.

L' album, seguito a ruota successivamente dalle pregevoli colonne sonore I Corti Di Verbo Nero e Disco Samurai ( quest' ultimo proprio in allegato a New Rose Of Tomorrow And Dead Unplugged), è un perfetto compromesso tra sonorità più imponenti, come l' hard-rock o appunto il metal, dal quale Alessandro ne riprende in pieno i registri canonici per la voce, rozza e sporca, ad altre legate ad un rock maggiormente classico, fatte confluire in una sostanziale andatura folk-rock, con molta elettricità in circolo. L' occasione giusta per percorrere tutti i luoghi comuni della storia del rock mantenendosi al contempo originali e scevri dalla più apatica delle imitazioni. Sia quando l' ensemble si mantiene su piste sfilacciate e tutto sommato country ( Dead Unplugged) sia quando vengono privilegiate strutture più compatte ( Down. Down. Down., Sabbia) il disco risulta essere veramente gradevole, ben eseguito e con molte soluzioni personali ( penso ad esempio alle due belle ballate New Rose Of Tomorrow e Dry). Da non dimenticare i perfetti tributi al sound dei R.E.M., qui evocati dall' apertura di New Legend e dalla carismatica Pop Down.

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