Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Durtro
Anno: 
1994
Line-Up: 

- Micheal Cashmore – Chitarra, Mandolino, Glockenspiel, Tastiere, Percussioni
Ospiti:
- Jason Burton – Fagotto
- Mairéad Sheerin – Violoncello
- Amanda Jayne Edge – Flauto
- Lisa Oliver – Flauto
- Benet Walsh – Violino
- Sally Wood – Violino, Tastiere
- Rose McDowall – Voce
- David Tibet – Voce, Liriche
- Steven Stapleton – Chitarra, Suoni
- Douglas Pearce – Voce, Liriche, E-bow

Tracklist: 


1. Introduction (2:54)
2. Wicker Man Song (4:33)
3. Blood Of Solitude I (1:17)
4. Bloodstreamruns (4:38)
5. My Black Diary (5:26)
6. Tears For An Eastern Girl (5:41)
7. Beauty Destroyed (1:34)
8. Skeletontonguedworld (3:01)
9. Obsession Flowers As Torture (1:51)
10. Blood Of Solitude II (1:52)
11. Bonewhiteglory (9:46)

Nature and Organisation

Beauty Reaps the Blood of Solitude

...As I descended with the Dogs Blood Rising, so then I ascended to the Thunder Perfect Mind...

Entrato a far parte dei Current 93 a inizio anni '90 (prima come appoggio e poi in sostituzione di Douglas Pearce), il chitarrista inglese Michael Cashmore diventerà in pochi anni parte imprescindibile del gruppo di David Tibet, recitando parti da protagonista – non solo come musicista, ma anche come compositore ed arrangiatore – in dischi leggendari come “Thunder Perfect Mind”, “Of Ruine or Some Blazing Starre” o “All the Pretty Little Horses”, addirittura prendendosi l'onere e l'onore di comporre un disco apprezzato quale il notturno “Soft Black Stars”.

Ma se la fama dei Current 93 ha oramai trasceso gli angusti limiti del NeoFolk e quelli più fumosi della musica post-industriale, è invece decisamente meno celebre e conosciuto quello che era il progetto personale di Cashmore (denominato appunto Nature and Organisation), la cui opera principale è un piccolo grande classico del suo genere: “Beauty Reaps the Blood of Solitude”, uscito nel 1994 per Durtro, è difatti una delle pietre più preziose e brillanti di quell'oscuro tesoro musicale che è il Folk apocalittico di quegli anni.

Considerato spesso un'appendice al catalogo dei Current 93 o un album di all-stars del panorama Dark Folk (ma molti dischi di quell'era potrebbero rientrare in questa seconda definizione), “Beauty Reaps the Blood of Solitude” è in effetti legato a doppio filo con i contemporanei lavori currentiani, considerazione ovvia se si tiene conto dell'importanza che Cashmore ha avuto nello sviluppo del suono dei Current 93: proprio l'ascolto dei temi di questo disco (le cui musiche sono state interamente scritte dal chitarrista) offre la possibilità di comprendere la portata delle conseguenze derivanti dall'inserimento di Cashmore all'interno del nucleo che ha condotto dal punto di vista musicale la band di Tibet negli anni '90.
D'altro canto, se è rimarcabile l'influenza del chitarrista inglese nello sviluppo della novantatreesima corrente, è altrettanto imponente l'input nella direzione inversa: partecipano difatti a questo album (con liriche, interpretazioni vocali o musicali) personaggi come Tibet, Stapleton, Pearce e McDowell, oltre ad una nutrita schiera di strumentisti d'accompagnamento ai fiati e agli archi – contributi (specialmente quelli cantati) che offrono un valore aggiunto notevole al lavoro di Cashmore, che è assai abile nel costruire orchestrazioni delicate e sognanti con violini e violoncello, facendole seguire leggiadramente da soavi armonie di flauti, fagotti o momenti corali, sempre tenendo coeso il tutto con gli invitanti accordi pizzicati della sua chitarra acustica.
E' su questi motivi musicali che si muovono capitoli dolcissimi e soffici come “Wicker Man Song” (che riprende una delle canzoni più memorabili dell'omonimo film, quella cantata dalla fascinosa Willow e qui reinterpetata dalla carezzevole voce di Rose McDowell), “Bloodstreamruns” (è David a declamare la sua solita, misteriosa prosa) o “My Black Diary” (dove i giochi sono condotti da Douglas Pearce, che duettando con Tibet trascina le atmosfere su lidi non lontani da quelli di “But, What Ends...” o “Rose Clouds of Holocaust”): la magia viene prolungata fino a “Tears for an Eastern Girl”, delicata ed avvolgente (recita Tibet, Rose gorgheggia alle sue spalle nel finale), ma viene poco dopo deturpata dalle incursioni rumoriste di Stapleton e Pearce in “Beauty Destroyed”, con il rombo dei motori dei bombardieri della seconda guerra mondiale mescolato ad esplosioni orchestrali (i Blood Axis non sono poi lontanissimi) a creare una cacofonia assordante.
E' il preludio alla seconda metà dell'album, più altalenante sotto il profilo stilistico rispetto alla prima: “Skeletontonguedworld” è una consueta, splendida ballad Dark Folk, mentre “Obsession Flowers As Torture” è introdotta da una chitarra classica quasi rinascimentale ma finisce la sua corsa in una spirale di orrori Industrial che lasciano terra bruciata dietro di loro; spetta alla conclusiva “Bonewhiteglory”, ricercato Neo Folk medievaleggiante, il compito di recuperare armonie, calore e coordinazione e chiudere il sipario.

Un album musicalmente e strumentalmente ben più variopinto rispetto ai coevi esperimenti dei Current 93 (si può fare riferimento, per esempio, ad un disco profondamente lirico come “Of Ruine or Some Blazing Starre”, indubbiamente toccante ma non particolarmente multiforme sotto il profilo prettamente strumentale), “Beauty Reaps the Blood of Solitude” è consigliato senza indugi agli appassionati di Folk apocalittico: per la line-up terrificante sfruttata a dovere, per le composizioni preziosamente ornate ma attente alla sostanza, per le molteplici esecuzioni vocali e le impeccabili prove dei musicisti coinvolti, per l'eleganza formale e la grande carica emotiva delle melodie sparse per tutto il disco, per la concisione e il gusto con cui vengono espresse alcune delle idee più azzeccate del talentuoso Michael Cashmore.

...God walked on Earth in those days. Now, still, in my Hearts He walks still...

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