Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Vulpiano Records
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Mehdi Ameziane, Solange Gularte - synth, chitarra acustica, voce, programming

Tracklist: 

Disc 1:
1. Our Man From Centauri
2. The Accidental Remote Viewer
Disc 2:
1. The Psychic Circle/Uchronia
2. Black Holes
3. The Storm of Resurrection
4. Moscow Signal
5. Phantom Twin
6. Stuttering Probe
7. Solar Flares
8. Emergency Network Farewell Broadcast
9. Memories Found in a Bill From a Small Animal Vet

Natural Snow Buildings

The Centauri Agent

Uno spazio infinito, lentamente sondato dalle mani di un uomo impotente. Saltare nell'universo e cercare con tutte le proprie forze di raccoglierne e svelarne i segreti più reconditi. Ricreare il cosmo attraverso i suoni.
Mai come questa volta, i Natural Snow Buildings scavalcano la dimensione terrestre e si tuffano da capo a piedi in un'avventura spaziale totale. Anni luce (almeno nelle premesse iniziali) separano il progetto francese dalle sperimentazioni avanguardistiche delle origini, ricordi ormai lontani di un monicker alla perenne ricerca di se stesso, o meglio, letteralmente perso in un viaggio musicale che non conosce e che non può conoscere fine. Una scalata infinita, un susseguirsi irrefrenabile di tasselli che si innalzano verso il paradiso. Ogni piolo è un passo sempre più profondo nell'universo e nella sua atmosfera indefinibile, surreale, magica. Consolidando - in ogni caso attraverso un continuo dinamismo creativo - l'impostazione compositiva dell'ultimo Shadow Kingdom, i Natural Snow Buildings tirano fuori dal cilindro un nuovo, spossante colosso ambientale/naturalistico: suddiviso in due "volumi" per un totale di due ore di deviante apocalisse cosmica, The Centauri Agent è un silenzioso viaggio intergalattico, un'odissea nello spazio ricamata con la solita cura e la solita, geniale vena creativa di due artisti inimitabili, anche questa volta dimostratisi tra i più originali e visionari dello scenario avantgarde europeo.

Eppure da quell'irripetibile capolavoro chiamato Daughter of Darkness (emblema assoluto e apice espressivo della fase drone/psych folk del progetto) è passato meno di un anno; abbastanza tempo, comunque, per rivoluzionare per l'ennesima volta le proprie coordinate stilistiche e per costruire un nuovo monolite sonoro in grado di evolverne nuovamente forme e contenuti. L'ombra dei feedback laceranti e dei drones ultraterreni è sempre più sottile e l'intera galassia strumentale dei Natural Snow Buildings sembra ora quasi svuotata, scarnificata e unicamente diretta verso uno spleen ambientale dai connotati fortemente teutonici. The Centauri Agent richiama infatti - e lo fa in maniera piuttosto profonda - i deliri sintetici della Germania kosmische degli anni '70, rielaborandone le coordinate stilistiche con un tocco esecutivo ed una ricerca sonora come sempre ammaliante, seppur meno travolgente e shockante di quella dei precedenti capolavori.

Il primo volume di The Centauri Agent si esprime così in questa inquietante ascesa spaziale, affidando al monolite Our Man From Centauri il compito di smarrire l'ascoltatore nel mezzo di queste gelide galassie abbandonate. L'opener dell'album si dipana attraverso 40 minuti di pura perdizione kosmische, espandendo secondo dopo secondo le proprie stratificazioni sintetiche e la propria delirante forza atmosferica. Per certi versi agghiacciante nella vena psichedelica che ne percorre gli arrangiamenti, Our Man From Centauri ci dona un nuovo assaggio della più straniante follia evocativa dei Natural Snow Buildings, riesumando di colpo il minimalismo più soffocante e la prolissità espressiva del progetto francese, qui sospeso in un'asimmetrica danza cosmica d'impronta fortemente schulzeiana. Superato il primo, deviante colosso, The Centauri Agent chiude il proprio capitolo introduttivo con un'altra epopea ambientale dai sapori kosmische: The Accidental Remote Viewer si espande seguendo le stesse linee guida del precedente brano e imitando - senza troppe variazioni su tema - il ritualismo ambientale di Shadow Kingdom, seppur limitando fortemente le epopee sintetiche più deliranti e le atmosfere più gelide, a cui viene stavolta preferita un'attitudine più mesta e meno visionaria. Se prima c'erano la natura più vasta e l'inquietudine metropolitana (pur sempre in simbiosi con un afflato a dir poco misticheggiante), l'ultimo full-lenght dei NSB si leva di dosso qualsiasi zavorra terrestre e si lascia volare nell'assurdità e nella magia onirica dell'universo.

Eppure, chiuso il primo capitolo di The Centauri Agent, tutto ciò che è stato appena detto e sottolineato comincia a svanire e a cancellarsi perchè, stupendo come al solito per la propria incredibile varietà compositiva, i Natural Snow Buildings abbandonano il colossale viaggio nello spazio dei primi due episodi per far pacatamente ritorno sulla Terra, per raccontare alla Natura la visione delle stelle e dei pianeti. Il secondo volume dell'album riporta infatti alle origini il progetto francese, riesumando di colpo tutto quel commovente universo lo-fi folk che, a partire da Ghost Folks, ha da sempre rappresentato il loro cuore più profondo e sincero. Dissolta l'esaltazione kosmische, ecco così che The Centauri Agent frena il proprio impeto sintetico per permettere alle chitarre acustiche di risalire dal sottosuolo con tutta la loro carica emozionale e la loro avvolgente atmosfera agreste. Nonostante i brani qui presentati riescano come al solito a commuovere e a toccare nel profondo l'ascoltatore, lo stile e le soluzioni adottate risultano piuttosto riciclate e già sentite, così che The Centauri Agent - proprio nel momento in cui c'era da aspettarsi il definitivo inabissarsi nel sogno cosmico del primo cd - ritorna prepotentemente al linguaggio delle origini, rielaborando senza troppo dinamismo le ballate folk, il sound lo-fi e le tenui melodie naturalistiche degli esordi, spezzando il tutto con i soliti intervalli ambientali, in questo caso molto meno freddi, meno visionari e kosmische di quelli del primo disco.

Tra le eco labradfordiane (Emergency Network Farewell Broadcast), le malinconiche distensioni sintetico-acustiche (l'appasionata atmosfera folk di Solar Flares, i soundscapes che accompagnano i fraseggi chitarristici di Black Holes e Stuttering Probe) e gli ultimi frammenti d'impronta ambient (il gioiello d'apertura The Psychic Circle/Uchronia, l'atmosfera densissima ma già sentita di The Storm of Resurrection e Phantom Twin), The Centauri Agent si chiude deludendo un pò le aspettative che si erano venute a creare ad inizio opera: se il primo volume esprimeva infatti uno slancio compositivo di matrice ambientale mai così forte, denso e visionario, il secondo lo frena improvvisamente, preferendo un ritorno alle origini come al solito ben curato, arrangiato con cura ed emozionante, ma di sicuro meno imponente ed originale, oltre che mera rielaborazione di ciò che i NSB hanno creato nel proprio recente passato.
 

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