Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Paolo Cazzola
Etichetta: 
Heraclitus Records
Anno: 
2006
Line-Up: 

Jeff Briggs - chitarra, voce, basso, tastiere
Libor Hadrava - batteria, percussioni


Tracklist: 

1. Suburban Mornings
2. Beyond Logic
3. Without Virgil
4. Synesthesia
5. Heraclitus War Right
6. Swallowed By The Sea

Nascent

Nascent

I Nascent nascono nel Massachusetts (più precisamente a Boston) dalla mente del polistrumentista Jeff Briggs, al quale nel corso degli anni si è affiancato il talentuoso batterista Libor Hadrava. Il sound della band tende a fondere insieme le svariate e variegate influenze di entrambi i musicisti: il risultato finale è un progressive rock/metal dalle tinte jazzistiche e math-rockeggianti.

Il primo, omonimo, prodotto discografico dei Nascent prende vita nel corso del 2006, via Heraclitus Records. Il risultato è alquanto soddisfacente: il prodotto appare molto quadrato, lineare e particolarmente ispirato. Non si segnalano infatti cali degni di nota, e ogni tassello dell’album ha una sua struttura, riconoscibilissima e caratteristica. Ascoltando il disco si riscontrano quindi diversi momenti degni di nota, a dimostrazione dell’effettivo talento dei Nascent.

Le danze si aprono con Suburban Mornings, incentrata sugli incastri di chitarra e batteria, godibilissima nel suo incedere e impreziosita da incastri vocali degni di nota. Man mano che si procede si evincono le molteplici influenze dei Nascent: alcuni stacchi sono tipicamente jazzistici, mentre in alcuni momenti la doppia cassa e il riffing serrato riporta alla mente band come i Tool. L’incipit atipico e intriso di post-rock di Beyond Logic si concatena con dei fraseggi chitarristici molto efficaci, richiamanti l’alternative più sperimentale, rendendo anche questo secondo tassello del lotto assolutamente ineccepibile. Without Virgil è uno dei due pezzi più lunghi del disco, e si apre in maniera molto soffusa, con un dialogo tra voce e chitarra, per poi accelerare man mano, diventando un vero e proprio vortice elettrico, nel quale la ritmica la fa da padrona.
Synesthesia è invece un pezzo molto più rockeggiante, meno sperimentale degli altri. Tuttavia anch’esso, in tutti i suoi nove minuti di durata, presenta alcune caratteristiche tipiche dei Nascent: i continui saliscendi e progressioni distorte rendono il pezzo assolutamente in sintonia con gli altri. Le aperture melodiche sono sempre presenti, e l’effettistica ricopre come sempre un ruolo fondamentale nel sound complessivo della band, così come le ritmiche ora serratissime ora più rilassate. I primi minuti di Heraclitus Was Right traboccano post-rock da tutti i pori, e come al solito, si trasformano in vere e proprie sfuriate elettriche, conditi dalla ritmica tutto fuorchè scontata. Il disco si chiude con Swallowed By The Sea, traccia più corta dell’album, totalmente affidata al dialogo distorto/pulito del chitarrista Jeff Briggs.

L’omonimo dei Nascent risulta essere quindi un disco godibilissimo, denso di sperimentazione e di inventiva. La band deve ancora maturare (si parla pur sempre del primo prodotto discografico), ma si è dimostrata capace di saper creare musica particolare e non scontata. Alla prossima, Nascent.

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