Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Cecilia Spallarossa
Genere: 
Etichetta: 
Peacefrog
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Marissa Nadler - voce, chitarra 12 corde, violoncello, synth
- Jesse Sparhawk - mandolino, arpa
- Otto Hauser - percussioni

Tracklist: 

1. Diamond Heart
2. Dying Breed
3. Mexican Summer
4. Thinking of You
5. Silvia
6. Bird on Your GrAve
7. Rachel
8. Feathers
9. Famous Blue Raincoat
10. My Love & I
11. Leather Made Shoes

Marissa Nadler

Songs III: Bird on the Water

Marissa Nadler è cresciuta in un piccolo paese nel Massachussets, affrontando lunghi e gelidi inverni, che hanno probabilmente contribuito allo sviluppo della sua concezione cupa e  malinconica della musica e della realtà. Songs III: Bird On The Water, terzo album in quattro anni, riconferma la validità compositiva dell’artista, in grado di accompagnare l’ascoltatore in delicate atmosfere senza tempo, grazie alla raffinatezza sonora delle 12 corde della chitarra classica ed alla voce limpida, che sembra provenire da un’altra dimensione.

Con questo album Marissa acquista maggiore consapevolezza, che la porta ad insinuare tre nuovi strumenti nelle dolci trame delle sue ballate: il mandolino e l’arpa di Jesse Sparhawk e le percussioni di Otto Hauser. L’album si apre con la splendida Diamond Heart, forse la migliore, grazie alla quale la Nadler può palesare la sua destrezza di chitarrista, a cui è giunta dopo anni di intenso studio e per merito di una singolare passione che l’ha accompagnata dai quattordici anni in poi. Ai virtuosismi dell’artista si aggiungono trilli di mandolino e scarti vocali che accarezzano l’ascoltatore sospingendolo verso ambienti onirici e lontani.
Seguono i bagliori psichedelici della terza traccia, Mexican Summer, nella quale si alternano sussurri malinconici e cori orecchiabilissimi, il tutto accompagnato da un ritmo ben scandito e da guizzi di tastiere. Sullo stesso piano la traccia successiva Thinking of You sembra quasi la sua prosecuzione, sia per i temi d’amore sospirato, sia per i parallelismi sonori.
La bellissima Silvia tratta con infinita dolcezza il tema del dolore portato dalla morte, forse per suicidio, del personaggio carismatico creato dall’artista, che si ritrova nel testo a cantare sciocche canzoni ed a deporre fiori sulla tomba della protagonista. La successiva Bird On Your Grave sfiora la traccia precedente per contenuto, ma presenta atmosfere possibilmente più essenziali ed è dominata da un tono di rassegnato avvilimento accentuato dalle sporadiche distorsioni delle chitarre elettriche che inseriscono la ballata in un contesto tortuoso.
Un altro esempio della creatività di Marissa ci è fornito da Rachel, ennesimo personaggio immaginario, in questo caso intimamente prossimo all’artista, che la canta e la descrive sospesa nel dubbio irresoluto della morte in contrasto con la sua florida giovinezza. L’ottava traccia, Feathers, si allontana dalle altre per il frequente uso di atmosfere in crescendo, sovrapposto efficacemente all’arpeggio che contraddistingue tutte le opere della giovane chitarrista.
Rivive anche Leonard Cohen, la cui Famous Blue Raincoat è ridipinta con colori foschi, e con deliziose impennate del cantato, ancora una volta costituito da un susseguirsi di cori a più voci che denotano la validità come mezzosoprano della Nadler. Attraversando i temi patetici di My Love and I giungiamo all’ultima traccia dell’album Leather made Shoes, che sembra attingere alla tradizione dei cantastorie, grazie alle atmosfere mai spoglie nelle quali la voce inneggiante alle lacrime e ai fiori di maggio è imprigionata.

Songs III: Bird On The Water è insomma un album di estrema raffinatezza, in grado di sfiorare dolcemente le debolezze e la sensibilità dell’ascoltatore attento.
L’unica pecca è forse rappresentata dai lievemente ripetitivi arpeggi che fanno da sfondo ad ogni canzone e che possono indurre ad una diminuzione dell’attenzione rivolta all’album, penalizzando l’ascoltatore, che rischia di trascurare l’incredibile emotività con la quale Marissa Nadler sa toccare i temi dominanti della morte e dello smarrimento, inseriti nei suoi ricordi di freddi ed interminabili inverni.

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