Voto: 
5.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
P. W. Elverum & Sun
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Phil Elvrum - Chitarra Acustica, Chitarra Elettrica, Voce

Tracklist: 

1. Black Wooden
2. The Bottomless Pit
3. If We Know
4. Appetite
5. Marriage
6. Mount Eerie Revealed (Version)


Mount Eerie

Black Wooden

Nuovo lavoro per il prolifico Phil Elvrum e nuova discesa nel suo abisso di angosce, dolori e pensieri spezzati. Peccato che l'artista statunitense non azzecchi veramente un disco da molto, troppo tempo: più o meno dall'ultimo respiro dei suoi vecchi Microphones, ovvero quel Mount Eerie (2003) che ha in seguito dato nome al suo nuovo progetto, salito alla ribalta l'anno dopo grazie al buon Seven Songs of Mount Eerie. Da quel momento in poi la musica di Elvrum ha cominciato a riciclarsi, a ostinarsi sugli stessi clichè, a riproporre senza sosta e con poco spirito dinamico le medesime atmosfere ed emozioni.

Quello del progetto Mount Eerie è ormai noto come uno dei cantautorati lo-fi più oscuri e inquieti del panorama indipendente internazionale: chitarre acustiche strascicate che si accompagnano a lenti frammenti elettrici, timidi sprazzi di una vocalità perennemente affranta, andamenti ridotti ad una marcia funebre, un susseguirsi continuo di nuvole e nebbie che non lasciano quasi mai spazio ad aperture solari, a nessuna emozione all'infuori della malinconia, dell'inquietudine e dello strazio interiore, elementi che anche l'ultimo Ep Black Wooden ripropone senza mezzi termini e senza troppe evoluzioni rispetto al suono del passato.

Fin quando la musica di Elvrum si miscelava spontaneamente con elementi sperimentali e avant-rock, il risultato era sempre un qualcosa di nuovo e di affascinante; ora che le stesse formule vengono reiterate senza soluzione di continuità, ora che anche i più semplici arrangiamenti si trasformano in noiosi lamenti, ciò che ne esce è un cantautorato lo-fi incapace di evolversi e immobile sulle sue stesse (poche) fondamenta espressive.
Le sei tracce che compongono Black Wooden - come se non fosse bastato il mezzo fallimento di Wind's Poem dello stesso anno per farcelo capire - dimostrano nuovamente la stasi compositiva di un artista alla perenne ricerca di se stesso: dalle tetre contaminazioni acustico-elettriche della titletrack fino al più tenue introspezionismo di If We Know, l'Ep di Elvrum si annacqua sempre nelle stesse sonorità, dimostrandosi anche piuttosto noioso in alcuni suoi casi (la melodia vuota di Appetite, la noiosa Marriage) e salvandosi solo grazie al mood più intenso della già citata If We Know e della meno oscura The Bottomless Pit, episodi che almeno in parte (il minimalismo compositivo per certi versi pesa eccessivamente) riescono a far fronte alla totale mancanza d'ispirazione dei brani più oscuri e sotterranei.

Forzato, poco spontaneo e stracolmo di melodie asfissianti (non tanto per potenza evocativa quanto per un'intensità che a volte rasenta il nulla), Black Wooden Ep non fa altro che continuare a tracciare il declino di un compositore smarrito e ormai diventato la triste ombra del vecchio se stesso. I tempi dei Microphones, purtroppo, sono solo una vecchia memoria ormai irrecuperabile. Peccato.

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