Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Lion Music/Frontiers
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Andreas Novak - voce
- Johan Niemann - basso, chitarra
- Daniel Flores - batteria, tastiera


Tracklist: 

1. Earth - The Movie
2. A Rabbit In The Hat
3. Equally Immortal
4. Mrs. Clair Voyance
5. Sahara In An Hourglass
6. Out Of My System
7. Umbrellas Under The Sun
8. Sacred Rules
9. The Nazca Lines
10. Flight Of The An.Unna.Ki
11. Heal My Karma
12. When I Whisper
13. Poseidon Says

Mind's Eye

Walking on H2O

I Mind’s Eye, originari di Stoccolma, giungono alla quarta pubblicazione con questo Walking on H2O, prodotto dalla Lion Music a distanza di quattro anni dall’ultimo A Work of Art che già aveva stupito positivamente la critica. La formazione svedese è sempre rimasta in secondo piano, sorpassata dai grandi nomi che il Paese scandinavo ha generato per tutto l’arco dell’ultimo decennio del secondo millennio, Pain of Salvation ed Evergrey su tutti.
Eppure i Mind’s Eye hanno già proposto sin dal 1992 delle soluzioni musicalmente sopraffini, che trovano una piacevole conferma e addirittura un valido superamento in Walking on H2O, concept basato sul confronto dell’uomo con la teoria dell’evoluzione, sul suo rapporto con la scienza e con la religione, oltre che sull’esplorazione del paranormale. Se dal punto di vista strettamente lirico, tutti questi temi possono costituire un calderone di idee non omogeneo nella sua struttura e privo di continuità, così non avviene per le splendide composizioni stese dal batterista/tastierista Daniel Flores.

Dopo aver superato l’introduzione parlata Earth - The Movie, ci si addentra immediatamente dentro l’universo Progressive della formazione scandinava, diventata terzetto dopo la dipartita del membro fondatore Fredrick Grünberger; A Rabbit in the Hat è il capitolo d’apertura che mostra tutte le qualità in possesso del gruppo: sì una tecnica impeccabile, ma anche un’estrema raffinatezza nel proporre i chiaroscuri e le melodie corali. Il song-writing è veramente competitivo, come dimostra Equally Immortal, molto connessa alle tendenze stilistiche dei primi Spock’s Beard, gradevolissima nel suo incedere e dotata di un’intepretazione vocale magistrale.
Mrs. Clair Voyance assume toni più oscuri, pur rimanendo sulla scia della canzone precedente e alternando tratti simil Kaipa ad altri più impetuosi, che conservano però tutta la loro essenza melodica ed elegante. Sahara in an Hourglass testimonia la facilità nel scrivere pezzi sinfonici, intrisi di atmosfere oscure, ma diametralmente opposte al Progressive malinconico esibito dai connazionali Evergrey.

Out of System al contrario è un pezzo di sperimentazione Progressiva, atto ad unire tocchi elettronico/sinfonici ai ritmi scanditi dalla chitarra elettrica e agli arpeggi onnipresenti in sottofondo: il refrain è ben costruito e rimane impresso nella mente dell’ascoltatore, alquanto sorpreso dalla direzione che Walking on H2O sta assumendo con il trascorrere dei suoi brani.
Umbrellas Under the Sun pare come fusione del sound Emerson, Lake & Palmer con le composizioni scherzose dei sopra citati Kaipa: rimane leggermente sottotono, nonostante stupisca con alcune trovate posate ed inusuali. Tutte le canzoni differiscono in quanto influenze e timbro finale raggiunto, ma la caratteristica strutturale dell’album rimane ben definita; The Nazca Lines strizza un occhio ai Pain of Salvation, descrivendo un Progressive fresco ed innovativo, piacevole ed emozionante nelle sue parti.
Dal punto di vista lirico, parrebbe giusto soffermarsi sul lunghissimo capitolo finale, Poseidon Says, in cui un uomo sta combattendo la sua ultima battaglia contro il cancro: egli desidererebbe essere immortale e poter camminare sull’acqua, per viaggiare lontano e chiedere aiuto al Dio mitologico Poseidone: nella suite di undici minuti i Mind’s Eye riescono ad inserire tutti gli elementi necessari a tradurre le proprie emozioni, scambiandole con il pubblico.

Si svela così il significato del titolo dell’opera, che rimane un graditissimo ma inaspettato esempio di Progressive Rock/Metal svedese, scoperto nel 2002 dall’attentissima Lion Music e provvisto di tutte le potenzialità per raggiungere un successo internazionale di enorme spessore, ricalcando le orme dei maestri Pain of Salvation.
Si augura un florido futuro per questi tre ragazzi, che non solo straripano di idee concrete e geniali, ma sanno cucirle in un tessuto sonoro di grande livello.

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