Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
A. Giulio Magliulo
Etichetta: 
La Tempesta
Anno: 
2013
Line-Up: 

Emidio Clementi - Basso Voce Synth

Egle Sommacal - Chitarre Voce

Stefano Pilia - Chitarre Basso Synth

Vittoria Burattini - Batteria Percussioni Voce

 

Tracklist: 

1. Dio delle zecche

2. La cena

3. Aspettando i barbari

4. Vic Chesnutt

5. Dimaxyon song

6. La notte

7. Compound

8. Silvia Camagni

9. Il nemico avanza

10. Da dove sono stato

 

Massimo Volume

Aspettando i Barbari

Non è la musica dei Massimo Volume a spiazzarci, non sono i testi di Emidio Clementi a farlo ma sono i fatti inaspettati che accadono intorno e su di loro. In primis l'idea che potessero continuare ad esistere. Io non lo avrei mai dato per scontato, forse perchè appartengo alla categoria di persone che ritiene che non si può sempre mantenere un certo livello qualitatitivo nell'arte e nella vita in generale e per questo le reunion le guarda sempre con occhio disincantato. Ma per fortuna non sono prevenuto. E quindi i Massimo Volume con le Cattive Abitudini evidentemente ci hanno preso gusto. Poi l'entrata al ventiseiesimo posto della classifica F.I.M.I., in mezzo a due brani dei One Direction. Allora capisci che nella vita calcoli e congetture devi lasciarli ai ragionieri, anche perchè ascoltare un disco dei Massimo Volume a scopo recensione, davvero ti fa sentire un piccolo miserabile ragioniere della musica ed ogni parola che esce dalla tua penna risulta inutile, ridondante.

 

Non sto esagerando, è semplicemente dire che i Massimo Volume sono un affare privato, tutt'al più ne parli con gli amici di sempre ma poiché non ho sentito nessuno che ne parlasse ho pensato che – qualunque siano i motivi – c'è una sorta di rimozione collettiva perfino nei più affezionati o forse hanno dato per scontato che i Massimo Volume siano ritornati a tempo pieno nelle loro vite al punto di permettersi di poterli snobbare. Mai dare per scontato nulla, mai!

 

Meglio essere inutili e ridondanti allora ma rinnovare quell'antico patto di fiducia con quella cascata di parole e nomi e storie che vere o romanzate, comprese quando troppo chiare o assolutamente ermetiche in altri casi ci accompagnano nelle notti insonni, nelle notti inquiete, nelle notti senza sogni. E' allora che i Massimo Volume e che la voce di Mimì acquisiscono un valore effettivo. Che agiscono sulla nostra psiche come sorta di panacea, anche se non foss'altro che per la qualità ipnotica del flusso di quella voce e di quelle chitarre.

Dieci nuove canzoni. Non le migliori dei Massimo Volume che migliori non vuol dir nulla, di certo non quelle che reciteremo come litanie ai loro prossimi concerti, ma meno male che c'è qualcuno che non segue i copioni e si mette in gioco. Che per i Massimo Volume significa contenere certe esplosioni umorali che pur hanno caratterizzato certi loro trascorsi. Aspettando i Barbari per certi versi può ricordare la deviazione di Club Privè a favore di una voglia di sperimentazione. Questo è di sicuro l'album più scarno dei Massimo Volume, il più introspettivo ed in ombra. Si concederà meno facilmente degli altri. E' il loro album più post-rock. E' il loro album più lividamente new-wave. I suoni sono densi più che mai ma non assecondano alcuna pulsione velatamente anthemica, a parte forse Dymaxion Song che propone strutture già note.

 

Aspettando i Barbari sembra glorificare i perdenti o quelli che in Dio Delle Zecche se non sono proprio perdenti, restano almeno comuni mortali, comuni coglioni. Quelli come noi che dentro a quelle canzoni si caricano di un'epica e di un pathos che fa di Mimì Clementi un neo-crepuscolare, continuando nel solco della tradizione letteraria italiana di coloro che furon capaci di celebrare le piccole cose.

Una prova è data dalla personale galleria di personaggi che si affacciano dalle canzoni dei Massimo Volume: questa volta tocca a Vic Chesnutt tra quelli importanti e a tutti i nuovi amici de La Notte come 'Luca ormai preso dal denaro', 'Laura che serve ai tavoli di un ristorante di Torino', 'Andrea che prende una droga che fa dimenticare' e 'Mimmo che è morto'.

Compound poi presenta tutti i colori scuri tipici dei Massimo Volume: il grigio, il blu, il metallo. Intensissima. Come lo sono tutte le citazioni colte ed i riferimenti che emergono dalle altre tracce (Il Nemico Avanza, Da Dove Sono Stato).

I Massimo Volume sono ancora tra di noi, felicitatevene e giovani bands italiane indie-rock continueranno a copiare compiti in classe e prendere brutti voti.

 

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