Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Locomotive Records/Frontiers
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Nic Maeder - voce, chitarra
- Seb V. Maeder - chitarra
- Kit Riley - basso
- Travis Dragani - batteria

Tracklist: 

1. Never Last 
2. Another Thing Comin' 
3. Future Story 
4. No Grass Is Greener Than Your Own 
5. Business In Me 
6. Night And Day 
7. You're A Freak 
8. You Make Me Die 
9. It's All Good 
10. Piece Of Me 
11. White Pillow 
12. Give Away

Maeder

Maeder

Formatisi a Melbourne in Australia, i Maeder devono il loro monicker al cognome dei fratelli Nicholas e Sebastian V., rispettivamente voce e chitarra ritmica l'uno e chitarra solista l'altro, i quali con l'apporto di Kit Riley al basso e Travis Dragani alla batteria confezionano il loro disco di esordio sotto il patrocinio della Locomotive Records.
La loro proposta è un hard rock ora sporco e selvaggio come quello dei loro leggendari connazionali AC/DC, ora più melodico ed "american-style", come appeso ad un'immaginaria e sottile linea di confine tra Motley Crue e Tesla, in possesso di un riffing spesso travolgente ed elettrizzante e delle versatili armonie vocali di Nic, che con esiti positivi alterna un cantato selvaggio e al vetriolo ad uno più melanconico e dolce.

Le loro composizioni attraversano quasi due decenni di hard rock, dal finire dei '70 fino a tutti gli '80, rischiando in alcuni casi di cadere nella trappola del già sentito, come avviene già in apertura con l'opener Never Last, il cui riff in pieno stile Angus Young è molto simile a quello di Back In Black, anzi sembra esserne una versione accorciata, anche se il brano in sé è meno trascinante ed elettrizzante da quanto generalmente proposto dagli AC/DC e si differenzia per uno stile più arioso e melodico specie in prossimità dell'orecchiabile chorus.
Purtroppo sono molte attualmente le giovani band che si limitano a riproporre il sound dei loro miti, qualcosa di vagamente simile ai Maeder era stato proposto appena lo scorso anno dai francesi Koritni; ora non che questo sia necessariamente un problema in un genere come l'hard n' heavy poco aperto per propria natura ad innovazioni e stravolgimenti, piuttosto sarebbe utile invece stabilire quanto ci mettano di proprio queste emergenti band nell'edificazione di un proprio e personale sound, per evitare di sciogliersi o essere dimenticati dopo appena un paio di album. Proprio relativamente a tale aspetto i Maeder sembrano essere già a buon punto nel ritagliarsi uno stile personale e su misura, che riesce ad affrontare ed equilibrare diversi aspetti dell'hard rock, dal rock n' roll della già citata opener, della sfrontata ma tutt'altro che irresistibile You're A Freak o ancora della scontata e retrò It's All Good, alle chiare contaminazioni blues di Business In Me. Tutti gradevoli brani in cui bisogna però lavorare su un riffing un po' legato a quello dei più famosi canguri del rock, come è possibile notare anche nella dinamica You Make Me Die.

Ciò non toglie che i Maeder siano davvero bravi nel variegare la loro proposta, e pur spingendo sull'acceleratore con pezzi spesso tirati e rockettari, non disdegnano qualche immersione in acque più dolci e calme piazzando un paio di ballad strappalacrime di cui innamorarsi al primo ascolto, come la nostalgica ed irriverente No Grass Is Greener Than Your Own o la struggente e romantica Night And Day, ed allo stesso modo la loro abilità nella ricerca della giusta melodia emerge in altri brani quali Future Story. Tuttavia ciò a cui non sembrano mai rinunciare gli australiani è  quel pizzico di irriverenza ed attitudine rock che fu tipica di band come Motley Crue o gli stessi AC/DC e che si nota dall'ascolto di Another Thing Comin', primo singolo estratto, o della più modesta Piece Of Me.

Magari non tutti i brani funzionano pienamente, ma di sicuro non si registrano neanche particolari cali, cosa che ci porta a valutare l'omonimo esordio dei Maeder in maniera positiva, senza troppe pretese, se non quella di divertire, e senza neanche troppe certezze, nell'attesa di stabilire già dalle prossime uscite se i giovani australiani saranno solo una fugace cometa o avranno le giuste credenziali per affermarsi nell'hard rock proprio come hanno fatto i loro miti.


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