Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Aftermath Music
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Neievrut - Voce

- Ciekals - Chitarra

- Rebnord - Chitarra

- Askeland - Batteria
- Hallwar - Basso



Tracklist: 



1. Til Satan

2. Til Avsky for Livet

3. Et Barn er Dødt i Betlehem

4. Vårtegn

5. Tilgi Dem Aldri

6. Vådeskudd

7. Svart

8. Granatsjokk

9. Blendende Lys

10. Gjort til Djevel

Ljå

Til Avsky For Livet

Tornano i Ljå, dopo il clamoroso demo di debutto del 2002 “Vadderbaug”, che li fece conoscere nell’underground ed alle labels come uno fra i più dotati gruppi Black di Mamma Norvegia, in quel periodo costretta a fronteggiare lo stato di decadenza in cui si trovavano (e trovano) alcuni fra i più nobili nomi da essa partoriti ad inizio anni ’90, quando la scena Black nasceva nel freddo del paese scandinavo.

Si punta sulle nuove leve dunque, per risollevare il Black: come da tradizione in questo genere, il meglio lo si trova nell’underground, e da lì la Aftermath Music è andata a pescare i Ljå, con il quintetto norvegese di Stavanger che arriva dunque a inizio 2006 a pubblicare il proprio primo full lenght, intitolato “Til Avsky For Livet”, di dieci pezzi.
I Ljå, come la copertina fa supporre, propongono un Black fortemente legato alla tradizione e a quel suono tetro, freddo, agghiacciante, nerissimo, ma dalle melodie pronunciate: e ‘Mamma Norvegia’ non può che approvare con un ghigno il parto di questi suoi rampolli. La spiccata capacità di trovare melodie vincenti senza dover ricorrere a particolari effetti, strumenti o arrangiamenti, ma confidando solo sulla bontà del proprio riffing, fa tornare alla mente dischi come “Transilvanian Hunger” dei maestri Darkthrone o “Pentagram” degli ispiratori Gorgoroth: insomma i Ljå, pur con un suono smaccatamente e limitatamente old-school, trovano il giusto compromesso con la varietà grazie alla bontà delle proprie idee melodiche.
Ridotte le parti acustiche che talvolta graziavano “Vadderbaug”, i norvegesi creano un disco i cui l’assalto frontale è il mezzo preferito per andare a colpire l’ascoltatore: ritmi dinamici e generalmente molto alti, scream che graffia e lacera, chitarre sempre in primo piano e lanciate in continui, vertiginosi riffs: queste sono le carte vincenti dei Ljå, che rendono “Til Avsky For Livet” un must per gli amanti delle sonorità norvegesi degli anni ’90.

Punto più alto del lavoro è senza dubbio l’iniziale, nerissima e strepitosa “Til Satan”, con tanto di raggelante voce sussurrata a metà brano, ma molti sono i pezzi che meriterebbero citazione e giusta considerazione, dalla velocissima e guerresca “Granatsjokk” alla rabbiosa ed aggressiva “Vådeskudd”, fino alle armonie maledette dell’instrumental piece “Svart”: per tutto il disco si sente costantemente grondare da ogni nota ferocia e passione, quella sincera passione che sembra oramai spenta nei grandi nomi del passato, spesso (ma non sempre) ridotti oggi a semplici mestieranti.

Il mio consiglio spassionato è, se vi piace il genere, di andare sul sito ufficiale e scaricarvi gratuitamente il fantastico demo “Vadderbaug”, indubbiamente superiore a “Til Avsky For Livet”, così come a ben più blasonati prodotti di questi ultimi anni, e di prendere solo successivamente, in caso di impressione positiva, questo comunque interessante full lenght. Per chi scrive, “Til Avsky For Livet” è un ottimo debutto che prelude, si spera, a una conferma eccellente anche sulla lunga distanza, e uno dei più sinceri e guerreschi attacchi Black Metal dell’anno.
Indubbiamente promettenti.

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