Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Deathwish Inc./Andromeda
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Ahlex - chitarra
- Coree - batteria
- Jack - basso
- Tylure - voce


Tracklist: 


1. Know Where To Go (01:37)
2. Wide Black Eyes (01:28)
3. Nightcrawlers (02:16)
4. You Don't Need Me (00:42)
5. I Don't Need You (03:22)
6. Who Knew The West Coast Could Be So Cold (01:24)
7. Penmanship Sailed (5:03)
8. Young Lovers, Old Livers (02:31)
9. Rot Gut Charlie (01:19)
10. My Father Was A Locomotive (02:56)
11. Nowhere To Go (06:03)

Lewd Acts

Black Eye Blues

Sebbene l’artwork del secondo album di studio dei Lewd Acts possa far divagare la mente verso lidi assai lontani dall’Hardcore più oltranzista e graffiante, Black Eye Blues si rivela un album capace di conciliare tutti i più significativi cliché del genere. Basta osservare una foto della dimensione plasmata nei vorticosi concerti per comprendere quale sia l’entità dei Lewd Acts, riassumibile nella combinazione "tatuaggi-California-impeto Hardcore".
Negli undici pezzi intrisi di malattia e di rabbia repressa che costituiscono Black Eye Blues, viene infatti ritratta l’immagine di un quartetto che mette in pratica lo stile di vita predicato dalla propria religione musicale. Registrato e prodotto da Kurt Ballou dei Converge, il disco si presenta come una rivisitazione del sound violento degli Earth Crisis, pur non disdegnando un certo approccio Post-Hardcore tipico delle realtà più sperimentali.

I brani scorrono frenetici senza interruzioni, garantendo una durata di soli 28 minuti al platter: la voce del cantante Tyler "Tylure" Densley appare martellante, affilata ed estenuante, conducendo l’ascoltatore in un angosciante viaggio intriso di atmosfere velenose e di decadenti periferie americane.
Le ritmiche tessute ripercorrono fedelmente gli intrecci caotici dell’Hardcore più debitore della vena Punk, ma esibiscono anche i rallentamenti e le improvvise accelerazioni delle formazioni più futuriste, Converge e Mastodon su tutti.
E’ sufficiente ascoltare il binomio Penmanship Sailed-Young Lovers, Old Livers per rendersi conto di quale sia il massimo intervallo di versatilità stilistica in possesso della band; è questa la pecca principale di Black Eye Blues, un album di studio che scatena ansia più che ira e che non aggiunge elementi innovativi al florido panorama Hardcore.
Sicuramente dalla loro i quattro californiani hanno l’abilità di proporre deliranti interpretazioni live dall’approccio devastante, ma il livello di song-writing dovrà migliorare nel tempo, affinando l’ambito delle ritmiche e le piatte linee vocali.

In definitiva solo gli irriducibili dei timbri Hardcore più aggressivi e irruenti potranno apprezzare a fondo questo full-length dai tratti conservatori per la scena Punk/Hardcore, pubblicato sotto una Deathwish Inc. sempre più leader del settore. Tuttavia si deve anche sottolineare la crescita a cui i Lewd Acts sono andati incontro rispetto al primo vagito discografico Dark Days, ancor più grezzo e derivativo; la band non faticherà quindi a trovare, come la maggior parte delle formazioni americane, interessanti proposte di tournèe attraverso le capitali dell’Hardcore d’oltreoceano.

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