Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Napalm Records/Audioglobe
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Live Kristine Krull - voce

- Mathias Roderer - chitarra

- Thorsten Bauer - chitarra

- Chris Lukhaup - basso

- Moritz Neuner - batteria, percussioni

- Alexander Krull - voce, programmazione



Tracklist: 

1. Norwegian Lovesong (03:45)

2. Tale of the Sea Maid (03:50)

3. Ocean’s Way (03:34)

4. Lovelorn (04:13)

5. The Dream (05:01)

6. Secret (04:33)

7. For Amelie (03:41)

8. Temptation (03:46)

9. Into Your Light (05:35)

10. Return to Life (04:07)

Leaves' Eyes

Lovelorn

Il 2004 vede l’uscita del primo full-length di una band che si dimostra molto importante per quanto riguarda la scena gothic metal mondiale, i Leaves’ Eyes. Lovelorn è il nome di questo primo lavoro che segue il demo Into Your Light, uscito nello stesso anno. La band norvegese ha come cuore pulsante la talentuosa e bellissima Liv Kristine, vocal dotatissima, che, dopo essere stata cacciata in malo modo dai Theatre of Tragedy, ha messo in pratica il suo progetto. Il sound della formazione è un puro gothic grazie alla voce angelica di Liv, con diverse influenze di musica nordica, folk norvegese e melodie celtiche. Un complesso sonoro affascinante e intrigante, che viene già espresso direttamente nella prima track dell’album, Norwegian Lovesong. Solo il titolo di questa prima song contribuisce chiaramente a mettere luce sulle liriche approfondite da questo concept.

L’amore, predominante tematica per il genere gotico, viene cantato in una particolare atmosfera sognante. E’ del resto un amore non esclusivamente tra persone, ma è un amore che coinvolge la natura e specialmente la propria terra. “Come to me come into my dreams”. Inizia così l’album, con un sogno durante il quale si sviluppano tematicamente tutte le successive tracce. Il timbro sonoro rimanda poi proprio in paesaggi nordici, fatti di montagne, mare. Un fascino spiccato per le atmosfere e i paesaggi viene in questo modo trasmesso attraverso la musica.
Ocean’s Way, terza track, e Temptation, ottava, ricordano poi le song gothic più tradizionali, in stile Theatre of Tragedy, grazie a un’avvicendarsi da il clean sopraffino femminile e un antitetico growl gutturale di Alexander Krull, marito di Kristine. Un insieme drammatico grazie soprattutto a dei riff di chitarra e di batteria molto grintosi. Le tastiere creano invece un fragile e leggero scorrere di note che emergono con la voce femminile e che sbattono duramente contro la potente voce maschile, proprio come un onda che si infrange dolcemente sulle coste dei fiordi cantati da Liv.

Successivamente la title-track, con un cantato appena sussurrato, produce un’atmosfera ultraterrena con i suoi stacchi di keyboard. E’ straordinaria a questo proposito la fusione tra il gelido e oscuro paesaggio cantato e la dolcezza della voce nel narrare la storia d’amore, decisamente a sfondo autobiografico.
Le successive song si susseguono insistendo ulteriormente su questi canoni sonori, con rivolti sempre più onirici. Alla monotematicità che può capitare in un genere come il gothic, i Leaves’ Eyes provvedono con vari intro efficaci, che catturano l’immaginazione dell’ascoltatore. La voce di Kristine conferisce un decisivo tono di irrealtà, assicurando un distacco dal mondo. Track più malinconiche, come Amelie, esprimono poi il disagio provato per amore.

Il nono brano ripropone il titolo del primo lavoro in assoluto del combo norvegese, Into Your Light. Il full-length si chiude poi con un’ottima prova di batteria in return to Life che detta il ritmo di esecuzione, con infine un solo che rende dinamico il finale. In questo modo questo lungo e incredibile sogno, che ha riassunto una vita, piena di emozioni, sentimenti, passioni, ha fine. Lovelorn tirando le somme incarna perfettamente una produzione gotic, anche se in certi punti appare stilisticamente un pò ripetitivo. Nonostante ciò, segna sicuramente un grande successo.

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