Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Dead
Genere: 
Etichetta: 
PIE009
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Ebenezer - voce, chitarra solista, ritmica e acustica, basso, tastiere, campionamenti e flauto t.so.

- Norrath - batteria e percussioni




Tracklist: 

1. Paysage Mauvais (04.06)

2. Cris d'avengle Nature Morte (08.24)

3. Le Convoi du Pauvre (06.00)

4. La Mort des Amants (08.08)

5. La fin de la Journèe (03.46)

6. L'eternel Madame (08.58)

7. Brunes et Pluies (06.31)





CONTATTI:

Pierluigi Caramel - fenicearr@libero.it

Le Sceau Macabre

La Mort Subite!

I Le Sceau Macabre sono un progetto di Pierluigi Caramel in arte Ebenezer, che dopo svariati e comunque validissimi demo giunge alla conclusione di questo full length nel settembre 2003.
La band è formata esclusivamente dal polistrumentista e leader della band, e da Norrath, batterista e percussionista. Il disco presenta il succedersi di sette pezzi che variano dal canonico Black Metal a quello più melodico, sinfonico ed atmosferico, al Folk medioevale, al Gothic e al Doom.
La voce di Ebenezer ricorda per la sua tonalità quella di Nattefrost, ed anche le composizioni ogni tanto hanno un sapore black'n'roll come la creatura Carpathian Forest, sebbene il saggio utilizzo delle tastiere rimandi moltissimo ad acts quali Anorexia Nervosa e primi Cradle of Filth.
La registrazione di questo disco non è di quelle targate Peter Tagtreen, ma è comunque perfetta per il genere ed in grado di ri-creare atmosfere di terrore ed angoscia. I testi, tutti in francese, sono i versi dei poeti Tristan Corbiere e Charles Boudelaire, i quali contribuiscono a rendere il tutto molto originale e dal sapore vampirico, fatto questo che si sposa benissimo con il mood di questo album invero molto malinconico e romantico.

La Mort Subite! può considerarsi quindi una sorta di concept sebbene i testi non siano legati da un filo conduttore, ma come descritto nel booklet le liriche hanno avuto un importante peso con i loro affascinanti significati durante il concepimento di questa opera.
L'artwork è molto decadente e rievoca visioni di morte in perfetta sintonia con la musica qui proposta; è essenziale ma professionale, e nella sua discrezione saprà affascinare la maggior parte dei cultori di tali sonorità.
Tecnicamente parlando il disco non ha punti deboli: la batteria di scuola Fenriz insegue le chitarre taglientissime che a loro volta si intrecciano benissimo con le splendide partiture delle tastiere, orchestrazioni orrorifiche che ricalcano situazioni di terrore e grande pathos. L'alone misterioso e debitore ai migliori film horror trattanti notti a Salem, canini sporgenti e demoniache presenze fanno poi da cantorno ad un sound già di per se perfetto, accentuato da un vocalismo ghignante e screaming come gia in precedenza spiegato.

Il disco parte con un intro cadenzatissimo che intreccia delle tastiere di burzumiana memoria a un flauto traverso; una voce profondissima e guttarale poi inizia la sua marcia declamando dei versi in forma parlata come fosse un avvertimento.
Al termine di esso parte sparatissima la prima effettiva traccia di questo full lenght che nei suoi quasi nove minuti non riesce proprio ad annoiare. E' sicuramente uno dei pezzi meglio riusciti di questo lotto, e dopo una sfuriata a base di riffs velocissimi, grind e rullate, i tempi cominciano a scandirsi sempre più, la canzone sembra terminare sopraffata da raffiche di vento ma poi dallo stesso gelido vento la musica comincia a ri-salire dalla tomba cui era sprofondata. Chiude infine un progressivo lento fatto di arpeggi doomici sopraffati ancora una volta dalle bordate di Eolo.
Cadenzatissima apre la terza traccia con un riff debitore ai migliori Candlemass, poi i tempi maturano e il marcio Black Metal scoppia all'impazzata sino al termine, quando un flauto traverso riappare a suonare e ad acquietare le acque.
La quarta traccia, anch'essa molto lunga è come suddivisa in tre parti; la prima è una sorta di intermezzo costruito su un arpeggio inquietante. Nella seconda parte si allaccia la batteria e la canzone comincia a prendere anima: pian piano i strumenti si aggiungono e divengono più incisivi ed aggressivi, fin quando al quarto minuto, dopo il canto angelico di una donna, il Black Metal fa di nuovo il suo ingresso portando la distruzione sulla precedente melodia. Come sempre avviene poi, appare l'arcobaleno a segnare la fine di una tempesta, ed un pianoforte sebbene più che mai inquietante segna la fine delle danze macabre e di questo ultimo atto.
La traccia seguente è la più corta del lotto e come tale vuole essere un intermezzo: è un pezzo molto dolce e rilassante in pieno stile Folk medioevale su cui si stagliano agili percussioni, chitarre acustiche ed epiche tastiere.
La pace però dura ben poco e così arriva il pezzo più orchestrato e sinfonico del disco, ma anche il più furioso in quanto nei suoi nove minuti non lascia un secondo di respiro. E' in questo pezzo che l'essenza dei Le Sceau Macabre meglio si dipinge, alternando tutti i punti focali di questo sound morboso presente ne La Mort Subite!.
L'ultimo pezzo è una mera prosecuzione della precedente traccia. Qui la voce di Ebenezer tocca la sua vetta più aggressiva e forse espressiva, ma è la tastiera a svolgere un ruolo fondamentale, e le sue melodie difficilmente passerano inosservate.
Chiude la canzone e quindi il disco con emblematici sghignazzamenti demoniaci su di un tappeto tastieristico da brivido.

Il duo di Varese ha voluto esprimere un senso di "disturbo" sonoro sfruttando appieno non solo l'aggressione e l'assalto violento, ma anche l'rchestrazione, la melodia, la sinfonia, l' "atmosferizzazione". Il cantanto francese che tanto all'inizio rende ai limiti del romantico il liricismo, risultano essere invece, man mano che i minuti scorrono, un disagio interno difficilmente trascrivibile; un male sferzante che entra dentro prima dolcemente e poi inevitabilmente come il veleno di un serpente, o una spina di una rosa rossa.
Probabilmente il disco sarà ormai sold out, ma consiglio a tutti gli amanti del Black Metal "sperimentale" di cercare di far loro e di ascoltare questa opera, che seppure estremamente underground, meriterebbe fortemente di esser posto sugli scaffali dei migliori negozi di cd, dove invece putroppo il più delle volte sono presenti bands anonime.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente