Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Locust Music
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Laura Naukkarinen – Voce, Basso acustico, Flauti (basso, tenore, di bambù, di salice), Kantele a cinque corde, Chitarra acustica ed elettrica, Violino, Campanelle, Banjo, Organo, Tablas, Percussioni, Strumenti e oggetti vari
- Pekko Käppi – Jouhikko, Tambura
- Tomas Regan – Basso acustico, Banjo
- Antti Tolvi – Flauti, Kantele, Campane, Mandolino

Tracklist: 


1. Jos minulla olisi
2. Kuula
3. Pläkkikanteletar
4. Tulkaa!
5. Puuportti rautaportilta
6. Johdattaja-Joleen
7. Hunnun
8. Kuljen halki kuutarhan
9. Kivi murenee jolla kävelee
10. Sammiolinnut

Lau Nau

Kuutarha

Laura Naukkarinen è – assieme a Merja Kokkonen e Jonna Karanka – una delle meravigliose damigelle matte della scena Avant-Folk finnica, oltreché una delle più luminose stelle di quel panorama musicale che ella stessa ha contribuito a plasmare, prendendo parte alle registrazioni degli album di entità supreme quali i Kiila, gli Anaksimandros, gli Avarus o i Kemialliset Ystävät (sinteticamente, la crema del Free Folk psichedelico finlandese); ma è soprattutto con il suo progetto solista, Lau Nau appunto, che la giovane Laura ha potuto esprimere tutto il proprio talento nella più totale libertà, e “Kuutarha” (uscito nel 2005 per la Locust Music di Chicago) è la splendida dimostrazione delle capacità artistiche della giovane fata silvestre nord-europea.

Dotato di un'atmosfera soffusa, dilatata ed onirica, “Kuutarha” è un disco calmo e melodioso, avvolto a spirale attorno agli abbozzati arpeggi di chitarra acustica, kantele, mandolino o banjo, promotori di armonie tanto dolci e confortanti quanto surreali e diafane; su di loro si poggia mollemente la voce di Laura, spesso leggermente filtrata, che procede con passo lento e timbro tremante, andando a complementare tutte quelle vibrazioni, quei droni, quei sibili, quelle melodie sotterranee di violino, jouhikko, flauto od organo che costituiscono quel substrato musicale permeante l'intero disco. Da brava reginetta freak, inoltre, Lau Nau non si fa mancare un vasto campionario di strumenti esotici, ammenicoli e chincaglierie varie (dal campanello della bicicletta alle lattine di birra), utilizzati per degnamente adornare a livello percussivo le sue composizioni.

Tutto l'album è animato da un'unica, singola ispirazione, e risulta quindi interamente inscrivibile nelle coordinate musicali appena descritte: tuttavia, ogni brano possiede un certo grado di liberta e personalità, a seconda che le melodie siano scostanti, rarefatte, quasi improvvisate in presa diretta (“Tulkaa!”), oppure armonizzate e definite con maggiore precisione e sensibilità in un'impianto musicale 'quasi' avvicinabile alla forma canzone (la meravigliosa ed eterea “Kuula”); s'affacciano inoltre, nel corso del disco, diversi momenti decisamente peculiari, tra cui spicca la penultima “Kivi murenee jolla kävelee”, personale rielaborazione di un brano tradizionale nepalese da parte di una Lau Nau che riesce a trascendere le limitazioni geografiche e contemporanemente ad amalgamare suoni diversi con coerenza ed abilità.

Immancabile nelle collezioni di chi vuole approfondire la scena del Folk alternativo finlandese e ad agli appassionati degli artisti di casa Fonal Records (alla cui estetica musicale Lau Nau è profondamente legata, nonostante registri per un'etichetta americana), “Kuutarha” è un album che unisce al consueto astrattismo Free una sostanziosa dose di intima, toccante, delicata melodia, realizzando con sorprendente semplicità una splendida atmosfera che riesce ad essere al contempo trasognata ed espansiva.

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