Voto: 
6.2 / 10
Autore: 
MrTriton
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2005
Line-Up: 

- James Labrie - voce
- Matt Guilloy - tastiera
- Marco Sfogli - chitarra
- Bryan Beller - basso
- Mike Mangini - batteria

Tracklist: 

1. Crucify
2. Alone
3. Freaks
4. Invisible
5. Lost
6. Undecided
7. Smashed
8. Pretender
9. Slightly out of Reach
10. Oblivious
11. In Too Deep
12. Drained

James LaBrie

Elements of Persuasion

Si fa fatica a definire “prog” questo album: uno dei motivi per il quale è inserito in questa categoria è per il nome del cantante. Chi non sa che James LaBrie è il cantante dei Dream Theater? Ma il fatto di essere il singer di una notissima band porta l’ascoltatore a paragoni con gli album dove la sua voce è parte fondamentale. Per questo ero dubbioso se acquistare questo cd…

Per fortuna quando Crucify,brano con cui si apre il disco, attraversa la stanza con le sue note, le paure si allontanano. Un arpeggio che ricorda molto brani dei Dream Theater apre la canzone. Melodica quanto basta con un James che prova ad utilizzare la voce in maniera più aggressiva. Impossibile non collegarla a Train of Trought, ultimo lavoro della sua band principale. Alone è il brano seguente: parti di elettronica saltano all’orecchio, ma non disturbano particolarmente la melodicità e la resa. Un buon tentativo di inserire qualcosa di diverso. Questo vale anche per la successiva Freaks. Cambio di stile per Lost con una batteria ritmata in evidenza su parti decisamente più consoni ad una ballad. In ogni caso decisamente piacevole, e diversa da Smashed, vera e propria ballad del disco. Altri brani scappano via senza lasciare il segno forse proprio per il fatto di ricollegarli ai Dream Theater. Colpisce invece Pretender in quanto molti richiami al prog danno spazio alla band di dimostrare le capacità musicali. Altra buona traccia è quella con cui si chiude Elements of Persuasion, Drained. Qui anche con l’utilizzo di elettronica si trovano delle buone idee senza che l’ascoltatore si annoi. Decisamente superiore ad altri passaggi del disco.

Cosa dire di più di questo disco? Certamente una buona prova da parte del singer del “teatro”, al quale però non riesce a star troppo lontano. La sua voce ormai la conosciamo, e limita l’utilizzo allo stile che lo contraddistingue. Il prodotto è ottimo, suonato ovviamente senza errori e con produzione limpida. Un album da avere se siete fans dei DT e adorate la voce di James LaBrie. Per tutti gli altri potrebbe risultare troppo noioso nonostante tutte le buone qualità. Ed è sicuro che con un altro cantante e un altro nome sulla copertina del cd i giudizi sulle canzoni sarebbero stati diversi.

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