Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Kids
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Nick Moon - voce
- Tom Lowe - chitarra, tastiere
- Ben Cox - basso
- Scott Hislop - batteria

Tracklist: 

1. The Smoke Saves Lives
2. ihnfsa
3. You're Alone Tonight
4. Designed For Damage
5. Like She Said
6. Fear From Death
7. Each Life Critical
8. No-one Is Angry, Just Afraid
9. Guns And Knives
10. Fake Handshakes, Earnest Smiles
11. Dead Waves
12. Strangest Words And Pictures

Kyte

Dead Waves

Salutati e ben accolti nel 2008 come punte di diamante tra le nuove leve indie/post-rock del 2000, i Kyte sono uno di quei progetti che sarebbe bene non perdere mai di vista, onde evitare di lasciarsi sfuggire una delle proposte di settore più affascinanti degli ultimi anni. E' per questo che far proprio Dead Waves è d'obbligo per chi segue la band dagli esordi, oltre al fatto che potrebbe rivelarsi una più che piacevole scoperta per chi ancora non ha mai sentito parlare dei Kyte. Il successo riscontrato dai giovani inglesi funzionerebbe in questo caso da primo, ovvio stimolatore: due anni fa, sotto l'egidia dell'accoppiata indipendente tutta british Kids/Erased Tape Records, i Kyte hanno infatti dato alle stampe un lavoro (omonimo) riconosciuto pressochè ovunque come uno dei migliori e più originali connubi di indie e post-rock del momento, attirando a sè non pochi fan e guadagnandosi l'attenzione di agenzie live ed emittenti radio-televisive (BBC in primis) rimaste affascinate dalla freschezza e dalla genuinità del progetto.

A due anni da quel piacevole esordio (nel mezzo, una release - di singoli e brani degli Ep - per il mercato nipponico), la band di Leicestershire fa ritorno con un disco che paradossalmente quasi rinnega l'orientamento compositivo del precedente disco, aprendo il complesso britannico a nuove strade e a nuovi orientamenti stilistici. Che molti possano rimanerne delusi è comprensibile, ma ciò che hanno combinato i Kyte è un qualcosa che - proprio per la maestria e la serietà mostrate - non può passare inosservato. Se infatti l'omonimo Kyte viene ricordato come un album estremamente delicato, melodico e sognante nelle sue morbide tessiture post-rock (o meglio, se mi è permesso, post-pop), ecco che Dead Waves azzera quasi letteralmente l'immaginario strumentale dell'esordio e ve ne sostituisce uno sfacciatamente sintetico, moderno e brillante.

In Dead Waves i synth dominano l'intero disegno compositivo dei Kyte e fungono di conseguenza da sua unica chiave di lettura, occupando ogni frammento sonoro dei brani e accompagnando con classe gli splendidi vocalismi del singer Nick Moon. Il primo singolo estratto, ihnfsa, è a questo punto emblematico per come esprime ed enuclea i nuovi ratti stilistici del progetto: trasportato da un andamento avvolgente e da un malinconico moto parallelo di sintetizzatori su cui, splendidamente, si impone la 'muliebre' voce di Moon, il brano è una dimostrazione brillante delle qualità compositive del gruppo, qui calatosi in maniera impeccabile in un connubio synth-pop/new wave equilibrato e melodicamente intenso.
Nonostante rimanga per lo più privo di veri e propri gioielli, Dead Waves prosegue il suo cammino senza stancare e presentando - anche se in maniera piuttosto ripetitiva e prevedibile - la solita buona dose di melodie crepuscolari e soavi travestimenti elettronici, richiamando ora la moderna riflessività dei Coldplay (Fear From Death), ora il dolce intimismo sintetico degli Album Leaf d'annata (Each Life Critical, Dead Waves) e miscelando il tutto in una dimensione pop mesta, elegante e tutt'altro che sfarzosa. Ben arrangiato e affascinante nella maggior parte dei suoi frangenti strumentali (i synth densi ma al contempo leggeri e sognanti di Like She Said e della cullante No-one Is Angry, Just Afraid; il richiamo agli esordi che si può scorgere nei toccanti fraseggi chitarristici della conclusiva Strangest Words And Pictures), Dead Waves raramente si concede a momenti più banali (l'opener The Smoke Saves Lives e la terza You're Alone Tonight), proseguendo il proprio cammino senza difficoltà e senza troppi patemi, sebbene il registro stilistico-compositivo dell'album, dopo un pò, risulti essere poco dinamico e raramente in grado di evolversi dalle coordinate di base.

Il repentino cambio d'assetto dei Kyte, per quanto possa far storcere la bocca ai meno avvezzi a sonorità new wave sintetiche, è in ogni caso da premiare perchè - al di là di questo evidentissimo ed impegnativo salto stilistico, che ha reso il loro linguaggio molto più percussivo e meno sognante - la band britannica è riuscita a mantenere piuttosto integra la dolcezza atmosferica e quel sound delicato che ci aveva tanto attratto nell'esordio del 2008. Nonostante la perdita pressapoco totale del calore degli arpeggi chitarristici e di tutte quelle peculiarità post-rock che non poco emozionavano in Kyte, Dead Waves rimane dunque un lavoro intenso e piacevole, un prodotto pop moderno che si lascia apprezzare senza la minima difficoltà.


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