Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Etichetta: 
Prosthetic
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Corey Barhorst - Basso, voce
- Phillip Cope - Chitarra, voce
- Laura Pleasants - Chitarra, voce
- Eric Hernandez - Batteria
- Carl McGinley - Batteria

Tracklist: 

1. Scapegoat        
2. Insomnia for Months        
3. Said and Done        
4. Unknown Awareness        
5. Running Red        
6. Nature's Predators        
7. Almost Lost        
8. Only One        
9. Perception        
10. To Walk Alone

Kylesa

Static Tensions

Con il quarto full-length Static Tensions, i Kylesa di Savannah giungono al loro capolavoro: l'album suona difatti come un punto d'arrivo ben definito, e palesa ulteriormente l'anima transitoria del precedente Time Will Fuse Its Worth (2006), disco nel quale venivano incorporate per la prima volta la doppia batteria e le influenze post-metal, ma in cui il songwriting non risultava ancora all'altezza delle ambizioni, finendo per crollare in una seconda metà nettamente inferiore alla prima.
Static Tensions si allontana di qualche passo dallo sludge-core più nevrotico e veloce dei dischi precedenti, ridimensiona la fragorosità delle chitarre (i "wall of sound" metallici scendono di posizione, esaltando i ruggiti viscerali dei groove), ma allo stesso tempo spazia in variazioni stilistiche più interessanti, e indovina un azzeccato utilizzo delle due batterie (che vengono registrate e mixate separatamente nei due canali left e right, creando un effetto psichedelico).
In linea di massima è anche evidente l'influenza ispirativa esercitata dai concittadini Baroness, autori tra il 2003 e il 2007 di due EP e un album che hanno irrimediabilmente segnato l'evoluzione di sludge e post-metal grazie ad una delle formule più creative del periodo.
Altra decisiva influenza sull'evoluzione intrapresa sembrano essere anche i Sonic Youth, ricordati specialmente nelle voci sepolte dalle chitarre (tipico marchio della tradizione noise-rock) e nelle melodie vocali della chitarrista-cantante Laura Pleasants (che spesso evocano Kim Gordon).

La differenza con molti altri acts dello stesso genere è che i Kylesa, nella loro evoluzione, sembrano intenzionati soprattutto a non perdere mai di vista la propria furia ritmica e le proprie radici hardcore, come testimoniano peraltro sin dall'opener Scapegoat, un trascinante hardcore in piena regola con un'accoppiata catchy di scream vocale maschile e riffing chitarristico.
I primi cenni sperimentali arrivano invece con Insomnia for Months, breve orgia di ritmi sincopati, esplosioni sludge, vortici sonori e un primo passaggio da melodia a scream della Pleasants.
L'attacco del doppio drumming si fa furibondo e ricco di influenze tribali nella disorientante Said and Done, divenendo ancora più esotico nella seguente Unknown Awareness, a tutti gli effetti uno dei vertici del disco, elevato da un'ipnotica introduzione mediorientale che sfocia in un esplosivo chorus e un bridge psichedelico.
Il crescendo di sperimentazione tocca anche un picco "doom" con la cadenzata e pesante Running Red, che riesce ad omaggiare allo stesso tempo sia la tradizione foxcore (con le melodie grunge-punk della Pleasants) sia i più massicci riff dei Black Sabbath (nel chorus la chitarra quasi rimastica il riff di Iron Man), chiudendosi in una coda stoner-doom demolitrice.
Nature's Predators, forse l'unico momento superfluo e poco riuscito del lavoro, lascia spazio a Almost Lost, le cui melodie e stratificazioni riescono a centrare l'enfasi epica già rincorsa lungo le prime tre tracce, ma l'album si chiude con un trittico ancora più interessante, tra Only One (implacabile e coesissima sequenza di esplosioni hardcore, malinconiche melodie vocali femminili, drumming impazziti, assoli su base sludge e lente cadenze doom), Perception (aperta da un caotico vortice sludge cui seguono un riff trascinato da declamazioni punk, e un grandioso crescendo melodico che vede il doppio drumming elevarsi in un delirio psichedelico prima di sfociare nella micidiale coda) e la conclusiva To Walk Alone (che sfrutta ancora una volta felicemente il talento canoro della Pleasants, facendola passare da una nenia melodica in stile Sonic Youth ad un'esplosione screamo, attraverso uno dei più suggestivi e mediorientaleggianti climax musicali dell'album).
 

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