Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Roadrunner Records
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Howard Jones - Voce
- Adam Dutkiewicz - chitarra, voce
- Joel Stroetzel - chitarra
- Mike D'Antonio - basso
- Justin Foley - batteria


Tracklist: 

1. Daylight Dies (04:05)
2. This Is Absolution (03:34)
3. The Arms of Sorrow (03:44)
4. Unbroken (03:08)
5. My Curse (04:04)
6. For You (04:03)
7. Still Beats Your Name (03:19)
8. Eye of the Storm (03:56)
9. Break the Silence (04:32)
10. Desperate Times (04:25)
11. Reject Yourself (04:45)

Killswitch Engage

As Daylight Dies

I Killswitch Engage ritornano dopo due anni e mezzo sul mercato mondiale con la quarta opera As Daylight Dies, pubblicata da Roadrunner Records e prodotta, come al solito, dallo stesso chitarrista Adam Dutkiewicz. Dal 1998 la band del Massachusets ha avuto modo di evolversi parecchio, conquistando milioni di fans con il suo sound travolgente, un concentrato di rabbia e melodia, simbolo del Metalcore contemporaneo che si è guadagnato sempre più largo spazio nelle pubblicazioni del periodo post-2000.
Ascoltando As Daylight Dies non si notano cambiamenti stilistici così evidenti rispetto al precedente The End Of Heartache, poiché il timbro di Howard Jones ripercorre l’interpretazione fornita sul terzo capitolo discografico, alternando con efficacia il tono sporco e tendente al growl (a volte filtrato e modificato elettronicamente) al clean melodico e sognante che caratterizza i passaggi più distensivi; anche le chitarre e la batteria presentano architetture simili alle hits passate, privilegiando l’equilibrio tra sfuriate Death Metal e fraseggi ricchi di temi gradevoli di stampo Metalcore rispetto alla monotonia di un unico genere.

Prendono forma quindi tracce devastanti ma provviste di aperture verso motivi piacevoli (spesso generati dall’impiego di una chitarra clean), come la title-track Daylight Dies, cadenzata nell’intreccio delle chitarre e parecchio coinvolgente nell’incedere della batteria o la successiva This Is Absolution, una cavalcata che non manca di un approccio tipico dell’Heavy più tecnico nel tessuto sottostante il lamento di Jones.
Le canzoni dei Killswitch Engage proposte su As Daylight Dies hanno strutture omogenee e facilmente memorizzabili, prive di divagazioni inutili e molto dirette nel loro feeling: tutte sono inoltre intrise di quella melodia che ha reso famoso il quintetto americano nel mondo Metalcore, come dimostrano sia The Arms Of Sorrows, sospesa sui clean-vocals dominanti, che la quinta My Curse, primo singolo estratto, che riprende l’intera tradizione del sound esibito sin dal primo platter omonimo. I bridge e i refrain sono trascinanti e si distinguono anche in quei brani come Unbroken o For You, più violente e ricche di elementi a cavallo tra Thrash e Death Metal.

Still Beats Your Name per esempio è impetuosa e malvagia nella sua direzione, perché i patterns di batteria si delineano rapidi ed aggressivi, sostenuti dalla voce sì penetrante e acuta, ma anche capace di inserire sezioni più spalmate ed espressive.
Tuttavia, l’album è colmo di episodi memorabili e Break The Silence forse ne è la testimonianza più significativa, grazie al suo ritmo sfrenato e alla sua stretta vicinanza con altre realtà del panorama estremo: l’intermezzo centrale di quiete permette di attirare ancora maggiormente l’attenzione dell’ascoltatore, già colpito dalla complessità e dal mood trascinante delle precedenti tracce.

In definitiva, si tratta di un altro buon prodotto targato Killswitch Engage, una formazione che ha contribuito profondamente allo sviluppo e alla diffusione del Metalcore nella scena estrema attuale e che è riuscita a trovare terreno fertile per le sue composizioni sin dal passaggio dalla Ferret Records alla major Roadrunner. Si consiglia pertanto l’acquisto di As Daylight Dies a tutti gli amanti dei ritmi sincopati del Metalcore e a chi, cresciuto con gli ottimi full-lenghts concepiti dai cinque musicisti statunitensi, voglia godersi la quarta valida e convincente uscita discografica.

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