Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione/Kick Agency
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Luca Battistella - voce, chitarra, tastiera
- Stefano Lever - chitarra
- Enrico Mainardi - batteria
- Alex Antonini - basso, synth


Tracklist: 

1. Our Ever Changing Earth
2. Present
3. Come in Contact
4. La Paz
5. The Other
6. Tomorrow Daylight
7. Frog
8. Venus
9. Swimming Pool

Katrienne

Katrienne

Il progetto Katrienne nasce a Verona nel 2004, con l’intento di esprimere emozioni attraverso i rumori e i suoni di poche note: l’album omonimo non rappresenta però un esperimento minimalista, bensì un miscuglio di timbri che si collocano a cavallo tra Post Rock e Alternative, riprendendo parecchio dalla tradizione di band quali Mogwai e Oceansize. Non manca neanche una certa attitudine Indie, che si riscopre in alcuni capitoli del debutto autoprodotto, pubblicato nel 2005.
L’opera, formata da nove tracce, viene sviluppata quasi completamente senza l’apporto vocale: la voce del chitarrista/tastierista Luca Battistella si inserisce solo in alcuni episodi di Katrienne, come l’iniziale Our Ever Changing Earth, un brano alquanto disteso nelle sue melodie tipiche degli Explosions in the Sky. Il Post Rock esibito dal quartetto italiano è maturo e raffinato, come dimostra Present, altrettanto ben congegnato nelle sezioni di chitarra clean e distorta, che delineano efficaci chiaroscuri insieme alla batteria d’accompagnamento.

Dopo aver superato la terza Come in Contact, sempre legata al sound delle precedenti, si giunge a La Paz, una canzone ben più orientata verso meandri Indie, nel suo ritmo più veloce e nello spensierato approccio vocale, tipico di tutte le realtà Indie nazionali. Di sicuro La Paz non costituisce un capitolo stilisticamente elevato, ma si può considerare una buona prova di varietà da parte dei Katrienne.
Il pezzo migliore dell’esordio discografico può essere ritenuto The Other, dal sapore alternativo, dal ritmo coinvolgente e dalla struttura elaborata: le chitarre si abbandonano ad ampi effetti, mentre la batteria esegue dei riff trascinanti che guidano la composizione verso un finale ben preparato e non banale.
Si ritorna poi agli aloni Post Rock con Tomorrow Daylight, che a molti ascoltatori potrà rammentare il magico stile degli scozzesi Mogwai, avvolgente e cosmico nel suo incedere. Anche per le ultime tracce che concludono il platter (della durata di 40 minuti), i Katrienne adottano soluzioni complesse ed eleganti al tempo stesso: il moderato impiego della voce lascia largo spazio alle parti strumentali, che fanno correre lontano l’immaginazione degli ascoltatori, attraverso sonorità ipnotiche e sbiadite.

Si consiglia Katrienne a tutti gli amanti dei filoni più alternativi della musica più sperimentale, perché lavoro semplice ma studiato, lineare ma difficile da concepire. Grandi sono le potenzialità del quartetto nostrano, che se continuerà sulla sica dell’album di debutto, potrà divenire una realtà importante non solo nella Penisola, ma anche all’interno del mercato europeo. Nel frattempo godiamoci questo primo disco, che raccoglie i buoni propositi musicali di quattro giovani alternativi.

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