Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Michele Comaianni
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Göran Edman - voce
- Krister Jonsson - chitarra elettrica e acustica
- Jonas Reingold - basso elettrico e Fretless, tastiere addizionali
- Zoltan Csorsz - batteria
- Lalle Larsson - tastiera


Tracklist: 

1. Send A Message From The Heart (19:28)
2. Let In Hollywood (4:53)
3. Who's The Boss In The Factory (13:04)
4. Two Blocks From The Edge (9:51)
5. Eternally Part I (1:51)
6. Eternally Part II (6:21)

Karmakanic

Who's The Boss In The Factory

A distanza di 4 anni dal loro ultimo lavoro (Wheel of Live) torna il complesso dei Karmakanic, progetto parallelo della mente Jonas Reingold, bassista membro fondatore dei The Flower Kings, con Who's The Boss In the Factory, terzo prodotto della band.
Navigando nelle acque dell'immensità dell'underground contemporaneo, il complesso scandinavo approda su questa landa di musica non priva di originalità, per nulla prevedibile e tecnicamente al passo con le vette della produzione progressive dei nostri giorni.

Nell'incipit fa capolino la voce infantile del piccolo figlio di Reingold che ci sussurra qualcosa sulla prima scena di questo capitolo: Send A Message From The Heart. La lunga suite, dai chiari intenti emulatori delle grandi pietre miliari segnanti il periodo aureo Progressive, si presenta degna di sostenere il compito. Tema centrale del quadro le tastiere: sintetizzatori, effetti moog, pennellate di fondo di archi e cori mellotronici delimitate da cornici melodiche e tonali mai dai contrasti troppo impegnativi. Il finale connotato da cori appoggiati su pieni organi fa riassaporare il gusto delle suite golden age Yes.
Posta dopo la lunga prova ecco Let In Holliwood, traccia senza troppe pretese strutturali, più spensierata anche se ben curata negli stacchi decisamente progressivi. con un finale di ritorno ciclico al riff di chitarra introduttivo.
Il terzo brano, la track che dà il nome all'album, comincia con un incedere misterioso e introspettivo, anche un po' cupo, quasi a mostrarci il vagare della sinistra figura del boss nella sua fabbrica; a seguire una variazione dell'andamento che risulta sicuramente più acceso e dinamico: lo spostamento si manifesta senza tagli netti e nervosi, anzi sapientemente sfumato. Passaggi di pianoforte e tastiere dai toni evocativi riportano al ritornello fino a riposarsi nei giri riflessivi di pianoforte iniziale.
Two Blocks From The Edge, risulta un'altra prova degna: questa volta nell'ensemble affiora anche il superbo sassofono di Theo Travis che accompagna il cantato fino ad un efficace sviluppo della struttura ai tre quarti del brano: da non sottovalutare l'atmosfera di tastiere ed effetti in coda alla traccia.
Il finale dell'album si apre con un brano diviso in due sezioni: Eternally Part I è sicuramente uno dei pezzi da eleggere tra i più affidabili araldi della virtuosistica pianistica classica in campo Rock sinfonico; Eternally Part II, quasi drammatica nella sua carica introspettiva (pare sia dedicata infatti ai genitori di Reingold morti tragicamente in un incidente stradale) si struttura su pianoforte, archi e intarsi di un dignitoso accordion.

I Karmakanic chiudono questo capitolo soddisfacendo ancora gli assetati di progressive: un'effettistica ricercata per ottenere timbriche e atmosfere originarie del genere si sposa bene con passaggi solisti tecnicamente notevoli, confinanti con le contemporanee ricerche virtuose delle keyboards alla Dream Theater senza abbandonare mai una linearità melodica nelle strutture dei pezzi. Frequenti scorci psichedelici, schizzi jazz, punti fusion convergono in un unico fascio: ciò nonostante, le composizioni impregnate dei propositi lodevoli (e ancora necessari, quanto ai più accaniti fan del periodo settantiano prog rock) di inseguimento dei maestri in materia, soffrono di incisività nella storia della produzione del genere, pur rimanendo comunque esempi di rappresentazione musicale di certo non indifferente.
Si aggiunga la cura dettagliata nell'ambito della pulizia del suono di una label del calibro della Inside Out che vanta oramai una più che discreta competenza negli eventi di produzione del settore, e la nota di merito sul palcoscenico attuale è assicurata.

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