Voto: 
6.2 / 10
Autore: 
Annarosa Moroni
Genere: 
Etichetta: 
SPV Records/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Khan - voce
- Thomas Youngblood - chitarra
- Glenn Barry - basso
- Oliver Palotai - tastiera
- Casey Grillo - batteria


Tracklist: 


Live From Belgrade
1. Solitaire
2. Ghost Opera
3. The Human Stain
4. Mouring Star
5. When The Lights Are Down
6. Abandoned
7. The Haunting
8. Memento Mori
9. Epilogue
10. March Of Mephisto

Studio Cuts
11. Seasons End
12. Pendulous Fall
13. Epilogue
14. Rule The World (Remix)

Kamelot

Ghost Opera: The 2nd Coming

Forti del successo avuto con The Ghost Opera e reduci da un lunghissimo tour mondiale, i Kamelot ripropongono le loro perfomances live (di cui già avevano dato prova nel dvd One Cold Winter’s Night) con Ghost Opera: The 2nd Coming, aggiungendo in calce qualche pezzo inedito o remixato.

Questo live propone principalmente pezzi tratti da Ghost Opera e The Black Halo (infatti solo Abandoned è preso da Epica) registrati durante il loro concerto a Belgrado. Trattandosi di un live, poco si può dire delle canzoni, se non che gli album presentati sono gli ultimi in ordine di tempo e i più fortunati tra quelli firmati Kamelot. La qualità del sound è sicuramente ottima e anche le prestazioni dei cinque americani, che per tutta la durata del tour si sono avvalsi della collaborazione di una corista per poter interpretare anche pezzi come The Haunting che richiedono la voce femminile (nella traccia originale Khan duetta con Simone Simons degli Epica), non sono da meno. Il vocalist è effettivamente capace dei virtuosismi canori che così spesso gli si sentono interpretare nei loro album. Degno di nota è anche il coinvolgimento del pubblico. Ma veniamo all’ultima parte del cd, quella che effettivamente si può definire “recensibile”. Ciò che subito spicca è la svolta decisamente sinfonica che il gruppo ha intrapreso, il che, se accostato agli artwork dei cd (che spesso sconfinano nel pacchiano) e alle tutine in pvc del cantante, non giova per nulla alla loro immagine mascolina. Le tracce proposte (Seasons End, Pendulous Fall, Epilogue e Rule The World) che, come già detto, sono tre inediti e il remix di un pezzo precedentemente eseguito live, non hanno nulla di speciale e seguono la stessa linea melodica proposta fino ad ora.

Tirando le somme, Ghost Opera: The 2nd Coming non è nulla di indispensabile, anche per chi mostra una certa simpatia per la band. Notevoli sono le collaborazioni che la SPV ha messo a disposizione di Khan & co, purtroppo però queste non hanno giovato molto al sound banale che i Kamelot hanno (quasi) sempre proposto da quando hanno intrapreso la strada senza ritorno dei concept album. La sufficienza è giustificata dal fatto che, comunque, i Kamelot sono una presenza influente nella scena metal odierna e se hanno così tanti fans da potersi permettere più di un tour mondiale, un perché ci sarà.

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