Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Marco Lorenzi
Genere: 
Etichetta: 
Jade Tree
Anno: 
2002
Line-Up: 

- Blake Schwarzenbach - voce, chitarra, tastiere
- Jeremy Chatelain - basso, voce
- Chris Daly - batteria, percussioni
- Brian Maryansky - chitarra

Tracklist: 

1. The Frequency (06:14)
2. You're The One I Want (04:26)
3. Cat Heaven (05:05)
4. Perfecting Loneliness (05:46)
5. Lucky Charm (05:59)
6. Wish List (04:18)
7. Psalm (05:16)
8. Autumn Walker (05:32)
9. Further North (05:13)
10. William Tell Override (03:58)
11. Disgrace (06:23)
12. Rocket Boy (09:33)

Jets to Brazil

Perfecting Loneliness

Jets To Brazil: last episode. Si consuma nelle dodici trace di Perfecting Loneliness l'ultima prova in studio della band di Brooklyn capitanata dall'ex frontman dei Jawbraker, Blake Schwarzenbach. Un disco Indie, con venature di quell'Emocore di scuola stars & stripes che tanto ha inciso la scena indipendente degli Stati Uniti e non. Ecco descritto, in poche parole, quello che si pone come l'ultimo appuntamento dei Jets To Brazil sulla scena.
"It's beautiful and it's sad, but it's all that I have" canta l'inconfondibile voce di Schwarzenbach in questo full-length. Parole che sanno di presagio, un addio che verrà sancito poco dopo. Addio dalla scena, ma con onore. Con le mani protese verso il cielo, in una notte stellata in cui le luci dei Jets To Brazil appaiono sempre più sfuocate.

Hanno un'anima Emo, loro. Non lo discutiamo. Questi quattro ragazzi lo dimostrano anche nella densità di Perfecting Loneliness, in cui sono le ballate e le progressioni di chitarra a recitare l'inconfondibile parte dell'attore che vuol fare emozionare. Cat Heaven, ad esempio, dopo la doppietta introduttiva tutta chitarra distorta ed energia culla l'animo dell'ascoltatore con le dolci note di pianoforte che attendono di scoprire paesaggi nascosti. Ma anche Lucky Charm, Psalm, oppure Further North, che inizia con una chitarra acustica in sordina e prosegue nell'amaro e malinconico quadro di percussioni leggere (con Chris Daly dei Texas Is The Reason) e liriche appena sussurrate.
Ma Perfecting Loneliness è anche altro, come anticipato in apertura. La veste Indie dei Jets To Brazil si nota in numerosi pezzi. L'iniziale The Frequency, tanto per dirne una, e ancora William Tell Override o la successiva Disgrace.

Il finale, poi, è quasi da cornice. Rocket Boy riprende il filone che, in fin dei conti, contraddistingue l'intero lavoro. E' la canzone d'addio per antonomasia. Il pianoforte è malinconico e si unisce alla chitarra acustica ed alla voce di Schwarzenbach che con qualche effetto racconta le ultime storie dei Jets To Brazil.  Prima del congedo, che giunge al termine di nove minuti e mezzo di pura emozione, con l'innesto di tappeti sonori ovattati e qualche accenno di chitarra distorta qua e là.
Finisce così una storia lunga sei anni. La storia dei Jets To Brazil, anch'essi testimoni degli ultimi battiti del cuore Indie/Emocore di certa scena americana, quella della terza ondata, sul finire degli anni '90.
Dodici tracce per dirsi addio, perché ora Blake insegna inglese in una scuola secondaria di New York, mentre il batterista Chris Daly ha riunito i suoi vecchi Texas Is The Reason per un paio di concerti nel 2006, senza altri progetti in testa. Rimangono ancora queste dodici tracce, eleganti alla maniera Jets To Brazil.
 

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