Voto: 
8.3 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Ipecac Records
Anno: 
2002
Line-Up: 

- Aaron Turner - chitarra, voce
- Aaron Harris - batteria
- Jeff Caxide - basso
- Mike Gallagher - chitarra
- Cliff Meyer - elettronica, chitarra

Guests:
- Maria Christopher - voce in The Beginning and the End, Carry e Weight
- Ayal Noar - strumentazione di supporto in The Beginning and the End e Weight


Tracklist: 

1. The Beginning and the End (08:02)
2. The Other (07:15)
3. False Light (07:42)
4. Carry (06:48)
5. -- (02:05)
6. Maritime (03:03)
7. Weight (10:46)
8. From Sinking (08:24)
9. Hym (09:13)

Isis

Oceanic

Il binomio Isis-acqua, già timidamente esplicato attraverso The Red Sea e Celestial, diventa una realtà concreta nel secondo full-lenght della band californiana capitanata da Aaron Turner, che per l’occasione confeziona un concept di elevata qualità, articolato in nove tracce di tipico stampo Post Metal. Oceanic è la struggente vicenda di un uomo che è sull’orlo di una crisi interiore ma che riesce comunque a trovare una donna che lo sostenga: tuttavia presto scopre che la donna lo tradisce con suo fratello e questo episodio gli fa perdere tutte le speranze in una vita già colma di sofferenza, spingendolo al suicidio per annegamento.
Ispirati dal poema Leaves Of Grass di Whitman, gli Isis riescono a rendere ogni capitolo dell’intreccio in modo incisivo e mai banale, grazie all’apporto di un sound alquanto legato all’Hardcore e allo stile dei connazionali Neurosis. Il lamento di Aaron Turner è qualcosa di indescrivibile, per la rabbia repressa che riesce a trasmettere e per le drammatiche emozioni che trasporta con sé.

Il viaggio nella dimensione abissale degli Isis si avvia da The Beginning And the End, maestosa traccia che in otto minuti riesce a tramortire l’ascoltatore nel suo incedere Core, ricco di elementi Sludge e Doom capaci di far emergere le sezioni più atmosferiche. Le chitarre sono cariche di effetti mentre la batteria scandisce un ritmo semplice ma penetrante: ciò che invece rende davvero onore alla canzone è la voce di Turner, cruda e reale, messaggera di tragicità. I lamenti in growl compaiono nitidi e determinati anche nella successiva The Other, tutta basata sull’alternanza tra parti impetuose spinte all’eccesso e distensioni soporifere di notevole valore. False Light amplifica il senso di soffocamento esalato dai primi brani con i costanti riff distorti e la voce mai così graffiante e grintosa: si giunge quindi a Carry, pezzo che prende forma attraverso un’atmosfera Sludge-Doom straordinaria, contraddistinta da suoni calibrati ed immensi.
Dopo aver superato il punto morto --, la minimalista Maritime costituirà il momento distensivo e meditativo di Oceanic, per l’approccio clean delle chitarre e per la presenza significativa dei synth in sottofondo, capaci di far sprofondare l’ascoltatore negli abissi marini.
Altrettanto opprimente nel suo colossale andamento è Weight, dove compare la voce di Maria Christopher (dei connazionali 27) e dove la coppia chitarre distorte-batteria sembra non essersi prefissata una meta da raggiungere: la composizione appare infinita perché quasi totalmente strumentale e in questo continuo ed instancabile gioco di suoni si colloca l’originalità dell’episodio più lungo di Oceanic.
From Sinking delinea delle melodie più evidenti nelle chitarre, mentre la voce rimane come strangolata, a sottolineare il momento del suicidio del protagonista del concept: “From sinking sands, he stepped into light's embrace” è la citazione che rivela il finale di un album dotato di una dimensione propria e che, prima di spegnersi definitivamente, lascia spazio alle emozioni più Hardcore di Hym, derivata direttamente dai migliori Neurosis.

La musica degli Isis potrebbe essere pertanto riassunta attraverso delle immagini poiché ciò che è fondamentale per Turner e compagni non è l’evoluzione di una storia, ma la proposizione di alcuni temi rilevanti: una torre, un moscone, un mare e una donna. Tali immagini sembrano frantumate e distaccate, ma c’è un misterioso filo conduttore che lega tutta la discografia degli Isis dove l’ambito di contatto è la psiche dell’individuo, ovvero il luogo più tenebroso ed abissale della natura umana.

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