Voto: 
6.6 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Mic - voce
- Jimmy - chitarra
- Iago - basso
- M.T. - batteria
- A - synth, tastiera, sampling

Tracklist: 

1. A Night Without
2. Almost Morning
3. More Than Anyone
4. To Believe Is to Die

Irony of Faith

Promo 2006

Ecco un gruppo emergente italiano non troppo fenomenale, ma interessante.
Gli Irony Of Faith si formano nel 1999 quando un cantante (Mic) uscito da esperienze britpop, un batterista (M.T.) ed un chitarrista (Jimmy) dal background rock classico ma dalle tendenze aperte al rock più moderne si incontrano e decidono di formare un complesso in cui sfogare la propria creatività. Nel tempo si aggiugneranno un altro chitarrista (poi uscito dal gruppo), un bassista (Iago) preparatosi sui Metallica ma con background funky e jazz ed un tastierista (A) che si ispira all'elettronica dark. Dopo aver partecipato a festivals come il Perpetual Machine e suonato, con molti consensi per le prestazioni energiche, in locali come il prestigioso Rolling Stone di Milano, rilasciano alla fine il loro Promo 2006. Il gruppo si dimostra simpatico ed originale a partire dal nick e finendo col sito bizzarro, la musica non grida all'innovazione ma è abbastanza personale e per nulla scontata. Il sound è molto grintoso e ricco di groove, si ritrovano spunti dall'alternative rock ma anche influenze crossover, grunge e psichedeliche, mentre il cantante non dispone di molto carisma: è poco incisivo e manca di particolare charme, ma raccogliendo esperienza gli sarà facile migliorare. Il feeling che gli strumentisti portano riesce ad ogni modo a non farlo notare troppo.

Si comincia molto bene con A Night Without, articolata su riff intensi, melodie dolci ed anche piccoli interventi di pianoforte. Si prosegue anche meglio con Almost Morning, grintosa e, grazie all'intenso basso funkeggiante e all'hammond, con un gusto retrò niente male. Il brano successivo, con cui ci si mantiene su buoni livelli, è la malinconica ballad More Than Anyone (tuttavia penalizzata purtroppo dalla voce troppo inespressiva). seguita infine dalla granitica To Believe Is to Die, dove emergono maggiormente alcune influenze dal crossover più allucinogeno come i primi Korn, o i Living Colour o i Faith No More più oscuri. Concludiamo parlando della produzione, relativamente buona per un demo. In qualche punto si poteva fare di meglio, ma nel complesso è a livelli ampiamente accettabili.

Un demo interessante, da un gruppo a cui concedere un ascolto non nuocerebbe affatto, e che qualche label farebbe bene a tenere d'occhio perché hanno un buon potenziale.

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