Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Massimiliano Barbieri
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione/Kick Agency
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Giuseppe “Rex” Caruso – chitarra e voce
- Mattia Sciutti – batteria
- Marco Frigatti – basso
- Silvano Bianchi - chitarra


Tracklist: 

1. Intro
2. The Syndrom Of Decline
3. Shattered Soul
4. Other Dimension Of Reality
5. Outro


CONTATTI:
vankaar@hotmail.com

Ira

Chaotic Regression

Secondo demo per i milanesi Ira, questo Chaotic Regression ci consegna un Death di schuldineriana memoria ottimamente eseguito. Ogni canzone trasuda di rimandi allo stile del mai troppo compianto genio (in particolare al periodo da Human in poi); la struttura fatta di continui cambi di tempo che fanno convivere momenti di struggente pazzia con sfuriate rabbiose, l'importanza data a ogni singolo strumento che guerreggia per ottenere l'attenzione dell'ascoltatore, la rabbia disillusa, disperata e a tratti nostalgica che permea ogni singolo riff...tutte caratteristiche che hanno permesso agli ultimi dischi dei Death di marchiarsi a fuoco sulla storia della musica come episodi unici e irripetibili e che ritrovano nuova vita nella musica di questo giovane quartetto. Certo, con le dovute proporzioni perchè, anche se sarebbe una bestemmia dire che le canzoni sembrano composte da Chuck, bisogna dare atto ai Nostri di aver colto lo spirito della sua musica come pochi altri. Inoltre, cosa rara, non si sono accontentati di semiplagiare i loro miti come troppo spesso avviene (chi ha detto Death Melodico?), ma hanno cercato di costruire canzoni con idee originali che dovessero tributare pegno ai Death solo per lo stile, tra l'altro riuscendo nel loro intento quasi sempre.

Senza indugiare procediamo a un'analisi delle cinque tracce che compongono questo Chaotic Regression. Si parte con un intro, abbastanza inutile a dire il vero, che serve probabilmente come rimando al titolo del demo stesso: un minuto di cacofonia elettronica angosciante e caotica che viene presto spazzata via dall'inizio della prima vera e propria canzone di questo demo: The Syndrom of Decline; canzone che parte davvero molto forte e dopo un primo riff tagliente stacca subito con un ritmo che mette in luce il loro lato più "progressive" e "scomposto" in cui sembra quasi di sentire i Death per l'amalgama generale degli stumenti specie per quel che riguarda basso e batteria. Neanche il tempo di fare questo pensiero e la canzone è di nuovo cambiata e riprende la spinta iniziale da un riff molto melodico che ci trasporta verso un primo verse cadenzato. E quando meno te lo aspetti la canzone riparte in modo rabbioso e violento. Già a questo punto si riesce a notare quanto il songwriting degli Ira sia maturo riuscendo a dare un'attitudine camaleontica alla loro musica grazie a continui cambi di tempo e di atmosfera senza per questo risultare macchinosi e riuscendo comunque a fare in modo che la canzone mantenga una sua identità. Impressioni che vengono largamente confermate dalla successiva Shattered Soul (forse la migliore traccia di Chaotic Regression) il cui inizio ci trasporta sulle ali di un ottimo intreccio chitarristico: 1 minuto e 20 a tratti persino da pelle d'oca per il grado di emozione che riesce a trasmettere. Da quest'atmosfera sognante si passa a un riff in cui la componente principale resta sempre la melodia ma più acida. Questo inizio ricorda molto The Flesh And The Power It Holds sia per atmosfera che per struttura. La canzone, come la precedente, procede con continui cambi di ritmo e riff molto melodici fino ad arrivare a un finale struggente che ricorda molto (forse troppo) The Voice of The Soul. Si giunge cosi a Other Dimension of Reality che viene introdotta da un fade in di chitarra con effetto flanger. Dopo quei pochi secondi la canzone, dal songwriting simile altre due ma con atmosfere diverse, ci riporta ai Death di Individual Thought Patterns e di Symbolic in egual misura e va a spegnersi con un "This is the end" di Giuseppe che va a chiudere le ostilità. Rimane solo l'outro, una strumentale di chitarra classica che ricorda molto il primo periodo del death svedese e che va a dare un senso all'intro del cd: forse i Nostri volevano paragonare questo demo a un filtro che ha in entrata il caos dell'intro, nel corpo un tentativo di dominarlo e nell'outro l'ordine che ne deriva.

In definitiva un gruppo di validi musicisti in cui ognuno fa ottimamente il proprio dovere (molto buona la prestazione di Mattia dietro le pelli in particolare) che hanno anche un buon feeling tra di loro riuscendo ad amalgamare molto bene le rispettive parti con un songwriting di tutto rispetto. Questo demo, appena finito, fa provare la voglia di rischiacciare play, sintomo di inequivocabile qualità. L'unico difetto è quello di essere ancora un pochino troppo legati alla musica di Chuck (specie negli assoli che rimandano troppo a lui).
Inoltre è da notare la produzione che sembra voler emulare quella di Individual Thought Patterns, quella del tempo in cui gli album di metal estremo potevano dirsi dotati di una loro identità da quel punto di vista, prima del processo di uniformazione successivo che ha portato tutti gli album a suonare estremamente potenti ma molto freddi e tutti uguali. Il risultato è buono ma non perfetto a causa delle chitarre che risultano troppo poco potenti.
Questo è un gruppo assolutamente da tenere d'occhio, se riuscissero a rendere la loro musica ancora meno debitrice a Chuck lasciando spazio a idee personali potrebbero davvero arrivare lontano. La soluzione è sempre la stessa, lavorare e cercare di migliorare un prodotto in questo caso già più che buono. Le capacità ci sono tutte e sono anche sopra la media di quelle dei gruppi della, purtroppo sottovalutata, scena estrema italiana. Lavorando ancora di più sulla propria personalità, questo combo meneghino potrebbe già riservarci una sorpresa ancora più grande di questa al prossimo demo e chissà, se le case discografiche non sono sorde, magari anche un bel contratto per un full lenght che sarebbe meritatissimo.

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