Voto: 
5.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2010
Line-Up: 

- The Intersphere - Tutte le musiche

Tracklist: 

1. Right Through Me
2. Prodigy Composers
3. Ghostwriter
4. Snapshot
5. Early Bird
6. In Satellites
7. I have a place for you on Google Earth
8. interspheres atmospheres
9. State of the devine
10. Soapbubbles in the rain
11. The far out Astronaut
12. Tear down the walls

Intersphere, The

Interspheres Atmospheres

Gli Intersphere sono un neonato gruppo tedesco ma che di tedesco ha ben poco. Il perchè è facilmente riscontrabile ascoltando il loro fresco esordio autoprodotto, Interspheres Atmospheres: dediti ad un rock alternativo di dichiarata (e abusatissima) matrice dredgiana, il complesso mitteleuropeo consolida infatti la propria proposta musicale in un raffinato mix di alt-rock e melodie pop di facile assimilazione, il tutto arricchito da una produzione smagliante in grado di metterne in risalto anche le più piccole trame armoniche, spesso ricercate e strutturate proprio con quella velocità, con quel senso di instabilità e irrequietezza col tempo divenuto indissolubile marchio di fabbrica degli americani Dredg di Gavin Hayes.

Una somiglianza che spesso diviene però troppo ingombrante, sfociando più volte nel plagio e nella mera imitazione, ovviamente con le dovute differenze del caso. Differenze che si fanno sentire principalmente a livello compositivo - essendo gli Interspheres un gruppo poco originale e ancora alla ricerca di un vero e proprio linguaggio personale - e in seguito sotto un profilo melodico che si avvicina molto, forse troppo, alle più orecchiabili cornici costruite dagli americani nell'ultima release The Pariah, The Parrot, The Delusion. Ad essere maggiormente sfruttato in Interspheres Atmospheres è infatti un assetto pop che ben si amalgama alle irrequiete costruzioni strumentali sottostanti ma che finisce per rendere l'esordio dei tedeschi un crogiolo incompleto in cui si scontrano invenzioni ardimentose da una parte e mielose atmosfere easylistening dall'altra.

La recente svolta 'melodrammatica' dei Dredg è un'ombra che vigila costantemente sul disco degli Interspheres - Soapbubbles in the Rain e la frayana Ghostwriter ne sono esempi lampanti - limitandone ogni volta scelte e movimenti: a non aiutare i tedeschi vi è inoltre la somiglianza tra la voce del singer e quella di Gavin Hayes, entrambe proiettate verso un registro acuto intenso e dalla grande pulizia, articolato per ampi archi melodici mediante cui trascinare con energico pathos l'intera massa strumentale sottostante. Energia che peraltro è ben trasmessa anche negli arrangiamenti ritmici e chitarristici, seppur incapaci di evolversi in direzioni peculiari e costantemente avvolti dall'influsso dei Dredg. Basti ascoltare brani come il singolo Prodigy Composers e Snapshot per rendersi conto della palese influenza giocata dagli americani Dino Campanella e Mark Engles sugli schemi ritmici (pesante preminenza delle scariche di rullante e degli accenti del pedale), sui giochi melodici (accordi acuti e taglienti) e sulle tessiture chitarristiche (pennate secche e stoppate alternate a momenti più distesi ed effettati) degli Interspheres, che non si allontaneranno mai da tale impostazione per tutta la durata del disco, nemmeno negli episodi più rabbiosi e distorti (la piacevole I Have a Place for You on Google Earth, il finale inquieto della buona In Satellites, le oblique atmosfere della conclusiva Tear Down the Walls) tantomeno in quelli più solari e orecchiabili (le fiacche discese melodiche di Interspheres>).

Probabile che rendendo meno palese l'attaccamento al rock alternativo e agli arrangiamenti simil-prog di Dredg e - in chiave sicuramente minore - The Mars Volta, gli Interspheres riusciranno a tirare fuori uno stile più ricercato e maturo, anche se da lavorare c'è ancora tanto, forse troppo: limate le sopracitate influenze e irrobustita in maniera originale una vena melodica che scade spesso nella più banale mielosità pop, i giovani tedeschi non dovrebbero avere difficoltà nell'espandere la propria fama al di là dei confini nazionali (in cui sono attivissimi dal vivo), proprio perchè le premesse - soprattutto sotto il profilo tecnico, strumentale e della produzione - ci sono e non andrebbero sciupate.


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