Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Capitol Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Paul Banks - Chitarra, Voce
- Sam Fogarino - Batteria
- Daniel Kessler - Chitarra
- Carlos Dengler - Basso

Tracklist: 

1. Pioneer To The Falls
2. No.I In Threesome
3. The Scale
4. The Heinrich Maneuver
5. Rain-Sun
6. Pace Is The Trick
7. All Fired Up
8. Rest My Chemistry
9. Who Do You Think
10. Wrecking Ball
11. The Lighthouse
12. Such A Dream
13. Pawn Shop

Interpol

Our Love to Admire

Rieccoci a parlare degli Interpol, la band capitanata da Paul Banks che ritorna nel 2007 con un altro disco, al quanto atteso da pubblico e critica. Our Love To Admire, successore del precedente Antics, è il terzo lavoro della band newyorkese che si ripresenta rinnovata e modernizzata, ma ancora legata a quelli che, a partire dal capolavoro Turn On The Bright Lights, sono diventati il marchio di fabbrica del combo statunitense. Il riffing quasi sempre monocorde questa volta viene impreziosito da tastiere e da arrangiamenti più ricchi sotto il profilo strumentale, più corposi ma non sempre efficaci a livello melodico. Our Love To Admire se da una parte presenta all'ascoltatore un sound più forte e tenace, dall'altra perde qualche colpo a livello emotivo: svanisce infatti lentamente quel mood malinconico e penetrante che aveva reso Turn On The Bright Lights una vera e propria perla, per lasciare spazio a ritornelli più pop e scanzonati.

The Heinrich Maneuver e Pace Is The Trick sono l'esempio di questo aspetto dei nuovi Interpol; si tratta infatti di due canzoni banali e poco convincenti sotto ogni aspetto, scontate anche se curate e ben prodotte. Indubbiamente superiori sono invece l'opener Pioneer To The Falls, che con i suoi fascinosi crescendo atmosferici (molto anni Ottanta) dà un'eccellente partenza al disco, e la terza The Scale, policromatica nelle sue forme sgargianti oltre che in grado di divertire e colpire l'ascoltatore in una maniera che invece manca a molte altre song del platter, come dimostra ad esempio la più noiosa The Lighthouse. L'arricchimento stilistico di cui parlavamo prima viene invece più accentuato con Rest My Chemistry, in cui tastiere e trombe gonfiano (forse troppo) l'atmosfera di un brano che, però, rimane ancorato ad un piglio melodico e compositivo piuttosto stantio e derivativo. L'album è in generale un po' sottotono, soprattutto se lo si mette in relazione con il grande esordio Turn On The Bright Lights e il convincente seguito Antics.

Our Love To Admire riesce in ogni caso - anche se a stento - a rimanere al di sopra della sufficienza, nonostante dalla ditta Banks & Co. ci si sarebbe aspettati un disco di gran lunga migliore. Ciò che in fondo colpisce maggiormente è il fatto che la raffinatezza di Turn On The Bright Lights sembra essere stata definitivamente dimenticata: anche se a livello stilistico il salto è piuttosto notevole - soprattutto mediante un riffing mutato, ricco, impreziosito da interventi in stile quasi barocco - il tutto sembra essersi impoverito di quella profondità melodica che aveva al contrario esaltato pubblico e critica riguardo i precedenti dischi.


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