Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Genere: 
Etichetta: 
Wrong Again Records
Anno: 
1994
Line-Up: 

- Henke Forss - voce
- Jesper Strömblad - chitarra
- Glenn Ljungström - chitarra
- Johann Larsson - basso
- Daniel Erlandsson - batteria

Guests:
- Anders Jivarp - batteria su Subterranean e Biosphere
- Oscar Dronjak - cori su Stand Ablaze


Tracklist: 

1. Stand Ablaze
2. Ever Dying
3. Subterranean
4. Timeless
5. Biosphere
6. Dead Eternity
7. The Inborn Lifeless

In Flames

Subterranean

Acquisita ormai una certa esperienza, i neonati In Flames si riuniscono per registrare in tutta calma, dopo la fretta per completare Lunar Strain, il loro nuovo lavoro, il valido mini-CD Subterranean, positivo passo in avanti nella loro discografia e uno dei mini metal (soprattutto svedese) più apprezzati degli anni '90, anche al di fuori della scena melodic death metal. Il songwriting si fa molto più sicuro e maturo, privilegiando una forma più melodica e anche meno fredda rispetto a Lunar Strain. Elementi thrash e qualche spunto del British metal sono gli elementi chiave che rendono il disco un pregevole connubio di durezza e melodia, a ciò si aggiungono riff veloci e taglienti, pedale pestato e le growl vocals, eredità dirette della precedente uscita, da cui in ogni caso Subterranean rimane strettamente legato e derivato.
Il leader è ancora una volta il chitarrista Jesper Stromblad, unico membro fisso in una line-up flessibile che cambia ogni volta per adattarsi alla situazione: il nuovo vocalist Henke Forss (quasi un black-screamer per impostazione e timbro) è senza dubbio il cambiamento più rilevante, con il suo canto ruggito raggelante, anche se non ancora ai livelli a cui i vocalists di Gothenburg ci avrebbero abituato con l'ondata di gruppi successiva al 1995 (la New Wave Of Swedish Heavy Metal), ma procediamo con calma.

Una memorabile intro di tastiera da il via al platter: è l'"infiammata" Stand Ablaze, uno dei più famosi (e probabilmente uno dei migliori) pezzi scritti a Gothenburg a metà degli anni '90. Non trascorre molto prima che le chitarre partano, intrecciandosi in melodie brucianti ma eleganti, mentre il growl/scream, pur non essendo eccelso, ricrea una certa angoscia nelle atmosfere. Qualità armoniche ed un senso della melodia invidiabile nella composizione fanno capire perché questa canzone si sia guadagnata la sua fama positiva.
Ever Dying
torna su uno stile più vicino a quello di Lunar Strain, veloce e duro, ma permane un forte dosaggio della melodia nei riff, sempre molto orecchiabili anche quando si fanno ronzanti oppure granitici richiamando il thrash anni '80. I piccoli inserti acustici (che strizzano l'occhio ai Dark Tranquillity di Skydancer), una delle caratteristiche più apprezzate dal metal gotenburghese dai metal fan, donano un tocco di classe a completamento della canzone.
Più oscura e cattiva la titletrack Subterranean, anche se riff maideniani riescono a trovare il loro posto fra richiami ai Ceremonial Oath e ritmiche più alla Metallica; ma questa volta l'elemento acustico non trova spazio. Ciò nonostante, la strumentale Timeless è interamente suonata con la sola chitarra acustica, una parentesi semplice e breve ma efficace, prima della ripresa delle sonorità metal.
Biosphere inizia apparendo interamente melodica, con riff trascinanti e irresistibili influenzati dall'heavy metal, ma non impiega troppo a diventare molto più veloce e rabbiosa, nettamente più fondata sullo standard death melodico dei primi anni '90. I riff si fanno ora martellanti, ora rapidi e brucianti (se ne nota anche uno, poco dopo la metà della canzone, semi-ripreso da quello di Stand Ablaze successivo all'assolo iniziale), solo il ritornello oscuro cerca di essere più vicino alla melodia di inizio canzone, tuttavia distanziandosi totalmente dall'attitudine quasi spensierata dei primi giri di note, che ritorneranno solo a fine traccia.

Davvero non male come EP, lo si noterà soprattutto nella ristampa del 2000 Lunar Strain/Subterranean in cui i due dischi vengono uniti. E la potenza ancora acerba del primo messa direttamente a contatto col secondo gli permetterà di essere riscoperto da molti, poiché, in quanto piccolo EP in una scomoda posizione all'ombra fra l'esordio ufficiale e il masterpiece The Jester Race, Subterranean è stato a volte trascurato e riposto nel dimenticatoio. Suggeriamo quindi agli interessati di non fare altrettanto, perché è un'interessante e più che godibile proposta sulla breve distanza del mondo metal svedese di metà decennio, consigliato soprattutto agli appassionati della scena di Gothenburg.

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