Voto: 
6.3 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Beggars Banquet Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Guy Bannister - chitarra e tastiere
- Alistair Bowis - basso
- Simon Fogal - batteria
- David Martin - chitarra e voce

Guests:
- Daniel Skevington - percussioni aggiuntive in Twenty Five Sins
- Lucy Deakin - violoncello in The Voice Of Reason, Come Over, Epiphany e Death Is The End
- Helen Clarke - violino in The Voice Of Reason e Come Over
- Mark Robinson - tromba in Death Of An Idealist e in Come Over
- Rob Chapman - trombone in Come Over
- Jennie Caddick - cori in Epiphany
- Katherine Botterill - Eko organ in Death Is The End, cori in Death Is The End
- Yoni Collier - cori in Death Is The End
- Becky Keighley - cori in Death Is The End
- Pete Coppinger - cori in Death Is The End
- Jon Foulger - cori in Death Is The End
- Katie Harkin - cori in Death Is The End


Tracklist: 


1. We All Fall Down
2. Twenty Five Sins
3. The Deception
4. The Voice Of Reason
5. Death Of An Idealist
6. Remnants Of An Army
7. We Go Hunting
8. Come Over
9. Spencer Perceval
10. Epiphany
11. Death Is The End

iLIKETRAiNS

Elegies to Lessons Learnt

Introdotto da una peculiare confezione digipack, che pone in evidenza l’artwork minimalista e tenebroso sulla copertina, Elegies To Lessons Learnt rappresenta il successore di quel delicato ed elegante Progress - Reform, pubblicato nel 2006.
A distanza di un solo anno da quello splendido esperimento a cavallo tra Post Rock e tinte più oscure, il quartetto di Leeds riunito sotto il moniker di iLIKETRAiNS giunge alla composizione di un episodio profondamente differente, che si prefigge di spingere il sound della formazione verso lidi sempre più cupi e noir, poco esplorati in precedenza.
Ipnotico e drammatico, il rinnovato timbro degli iLIKETRAiNS trova fondamento nella tradizione di realtà quali Godspeed You Black Emperor!, Mogwai e Explosions In The Sky, ma trasuda un’aura meno onirica e più dedita alla meditazione, grazie anche all’apporto di un tessuto lirico di stampo storico di notevole rilievo.

Ciascun brano di Elegies To Lessons Learnt incide con un ritmo opprimente e soffocante, reso ancor più tragico dall’impiego di numerose ripetizioni di frasi emblematiche e maestose; l’ambito vocale non si inserisce nella sfera di altre celebri bands figlie del panorama Post Rock (quali i Sigur Ros che hanno condiviso lo stesso produttore in fase di mixaggio), poiché l’atmosfera plasmata dagli iLIKETRAiNS appare rassegnata ed abbandonata e il tono vocale cerca di aderire con efficacia a tale registro stilistico.
Uno dei brani più carichi di pathos è ritratto da Death Of An Idealist, in cui un politico britannico fugge dai suoi debiti facendo diffondere la falsa notizia della sua morte: strutturata in equilibrio tra buie tensioni Post Rock ed una vena più apocalittica, delineata da un minaccioso andamento a marcia e dall’uso di una mesta tromba intrisa di senso di sconfitta.
L’unico spiraglio luminoso in Elegies To Lessons Learnt, è raffigurato dalla pace che permea The Voice Of Reason, perché l’oscurità che avvolge Epiphany (pezzo squisitamente Dark/Ambient, sulla scia tracciata dai Black Tape For A Blue Girl) è l’elemento costitutivo dell’intero album: testimonianze dell’alone di perdita che gli iLIKETRAiNS desiderano svelare sono Twenty Five Sins, carica di influenze dei Black Heart Procession e silenzioso tributo alla Wave ottantiana, We Go Hunting, giocata su effetti altalenanti e densi di malattia, e la conclusiva Death Is The End, manifesto che chiude l’opera con le sue echeggianti note di pianoforte.

Sebbene gli iLIKETRAiNS riescano a costruire un platter impegnativo e colto, ad Elegies To Lessons Learnt sembra mancare quel tratto capace di coinvolgere nel profondo l’ascoltatore; i dialoghi di chitarra e l’intreccio tra voce e sezioni strumentali consentono al disco di trovare una simmetria interna, ma l’assenza di colori non rende questo terzo lavoro di studio al pari del predecessore Progress - Reform.
Tuttavia la band di Leeds può essere comunque considerata come uno dei progetti più interessanti del panorama Post Rock contemporaneo, date le immense potenzialità compositive in possesso alla formazione e data la volontà di abbracciare un’ampia gamma di sonorità, prodotte da strumenti quali archi e fiati.

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