Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 


- Abbath - Voce, Chitarra
- T.C. King - Basso
- Ice Dale - Chitarra
- Armagedda - Batteria
- Demonaz - Liriche


Tracklist: 

1. The Storm I Ride
2. Warriors
3. Between Two Worlds
4. Battalions
5. Mountains
6. Days of North Winds
7. Far Beyond the Quiet
8. Cursed We Are

I

Between Two Worlds

Dietro il minimale moniker “I” si cela il ritorno sulle scene di Abbath, negli anni divenuto una vera e propria leggenda del Black Metal per il suo passato come leader degli Immortal, storica band peraltro recentemente riformatisi. Per questo nuovo progetto Abbath ha assemblato una line-up di ‘vecchie glorie’ della scena estrema norvegese, chiamando accanto a sé il chitarrista Ice Dale (ovvero Arve Isdal di Enslaved e Malignant Eternal), il bassista T.C. King (ora nei Sahg, in passato storico membro dei Gorgoroth) e il batterista Armagedda, di cui si ricordano i trascorsi proprio negli Immortal: fu lui a suonare nel debut album “Diabolical Fullmoon Mysticism”.

Il parto di questo quartetto è il qui recensito “Between Two Worlds”, che nonostante una copertina non particolarmente elaborata (ma perlomeno immediatamente riconoscibile) e i soliti tambureggianti proclami della Nuclear Blast, si è rivelato una piacevole sorpresa, un monolitico blocco di ghiaccio e metallo capace di distruggere qualsiasi pregiudizio negativo.

Ma tagliamo corto e veniamo al punto clou: cosa suonano, e come lo fanno, gli I? Ebbene, “Between Two Worlds” è un disco figlio degli ultimi Immortal, ma un figlio illegittimo, nato da ‘seconde nozze’ con influenze che hanno radici in altri generi musicali.
Nelle tracce di questo platter ruvido e glaciale assistiamo infatti all’unione del Black Metal più cadenzato e narrativo (tenete presente gli Immortal di “Beyond the North Waves”), con le influenze Thrash che contraddistinguevano gli Immortal dell’era “At the Heart of Winter”; importante (anzi, imprescindibile) è anche il contributo stilistico che arriva dall’Epic-Viking dei Bathory di metà carriera (il riferimento è all’epoca di “Blood Fire Death” e “Hammerheart”, ma ci sono punti di contatto anche con gli ultimi “Nordland”), ed è presente perfino un certo retaggio Heavy Metal, capace di dare al disco un taglio snello e old-school, che impedisce a “Between Two Worlds” di appesantirsi troppo di orpelli estremi.

Ascoltando il disco, fate attenzione a non trarre conclusioni affrettate, visto che la rockeggiante e Motorheadiana opener “The Storm I Ride”, una cavalcata di Metal ottantiano con pochi fronzoli e molto spirito stradaiolo, è un brano fuorviante sebbene apprezzabile, molto più diretto di quello che potrete ascoltare proseguendo “fra i due mondi”.
Ad esempio, potrete godere della sfrontata epicità di “Warriors” e “Far Beyond the Quiet”, le due canzoni migliori del disco, in cui è smaccata l’influenza di Quorthon (cui la traccia in settima posizione è dedicata), sia a livello lirico che a livello musicale: i ritmi rallentano per assestarsi su mid-tempos facilmente gestibili da Armagedda, il riffing diviene ipnotico ed esaltante nella sua forzata cadenza guerresca, e tornano a presentarsi quelle purissime visioni di montagne e ghiacciai che resero famosi gli Immortal.

Abbath interpreta i propri pezzi con la consueta voce roca (anche se rispetto al passato lo screaming è meno sporco e più influenzato dallo stile di Lemmy), particolarmente adatta alle incalzanti bordate thrash di “Battalions” e alla veloce e classicheggiante “Cursed We Are”, mentre in “Mountains” possiamo ammirare anche un paio di ottimi assoli da parte di Ice Dale: la prestazione dell’axe-man scandinavo è praticamente perfetta sotto il profilo dell’efficacia, caratterizzata com’è da assoluta precisione nel riffing granitico e da un buon feeling nei solos, a volte più malinconici (come appunto in “Mountains”), a volte più maestosi ed evocativi (come nell’anthem “Warriors”), a volte decisamente più legati al Metal tradizionale (come in “Days of North Winds” o in “The Storm I Ride”).

Pur non inventando alcunché, gli I hanno pubblicato uno dei dischi più freschi (o glaciali, vista l’atmosfera che aleggia per tutti e quaranta i minuti) e convincenti di questo 2006 metallico: di tutte le ‘all-star bands’ nate negli ultimi anni in questo campo è sicuramente una fra le più compatte e personali, una delle poche capaci di far parlare prima di tutto la propria musica.
Riuscendo ad unire l’incisività del Thrash con l’ostentata epicità del Pagan-Black Metal, “Between Two Worlds” è un disco che potrebbe piacere a molti, in ambito Metal: ancora una volta al nome di Abbath viene associata sia la sicurezza della tradizione che il marchio della qualità.

“Along the mighty mountainsides
Fog creeps beneath the tops
A winding climb upon steep mountains
To where the glacial tongue becomes my path

Highest mountains hear my call
To you I'll guide myself ”



LINKS PER L'ASCOLTO:
My Space (2 brani in streaming)


NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente