Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Dragonheart Records/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Alessandro Mereu - voce
- Ivano Spiga - chitarra
- Eros Melis - chitarra
- Nicola Pirroni - basso
- Daniele Ferru - batteria

Tracklist: 

1. March
2. Spartan Phalanx
3. Lakedaimon
4. H'tan H'epi Tas
5. Hellenic Valour
6. Kamari, Andreia, Polemos
7. The Call To Arms
8. Molon Labe
9. Defenders In The Name Of Hellas
10. The Lion Of Sparta
11. To Kalesma Sta Opla

Holy Martyr

Hellenic Warrior Spirit

La Sardegna oltre ad essere una bellissima isola e la terra della longevità, negli ultimi anni è anche diventata una fucina di band heavy metal di stampo Epic, sfornando l'una dietro l'altra valide realtà, quali i promettenti Icy Steel o gli ormai affermati Holy Martyr. Proprio questi ultimi, dopo i riscontri ampiamente positivi avuti da Still At War dello scorso anno, reduci da un cambio in line-up, con il recente ingresso di Nicola Perroni al basso, non perdono tempo e si ributtano nella mischia con Hellenic Warrior Spirit, loro nuovo lavoro incentrato sulle vicende di Sparta, la città guerriera per antonomasia, raccontandone le gesta fino alla leggendaria battaglia di Termopoli, in cui gli ormai famosi (di recente la storia è stata anche raccontata in un film, che comunque non ha avuto nessuna influenza sul nuovo lavoro degli Holy Martyr, dato anche che gran parte del materiale è anteriore all'uscita dello stesso film) trecento soldati si immolarono per impedire l'avanzata dell'esercito persiano. Le storie di battaglie, soldati ed eroi raccontate nelle varie composizioni non potevano trovare migliore alleato del loro Epic metal ortodosso e pieno di atmosfere marziali, epiche e solenni, ricreate da un sound che pur affondando le sue radici nella NWOBHM, negli Iron Maiden, e nell'epic ottantiano dei vari Manilla Road e primi Manowar, apporta anche sparuti elementi di novità riconducibili a certe venature folk dal flavour mediterraneo, sicuramente non tali però da intaccare l'essenza più pura ed incontaminata del loro Epic di stampo classico.

La strumentale March è un'intro pomposa e sinfonica, ripresa ma rielaborata dal vecchio film The 300 Spartans, che apre ad una prima parte del platter imponente e rocciosa, sempre giocata su atmosfere solenni ed epiche, come nel caso di Spartan Phalanx, mid-tempo cadenzato in possesso anche di un chorus pieno ed efficace, o anche di Lakedaimon, in cui si possono intravedere influenze degli svedesi Heavy Load, altra band seminale in ambito Epic, pezzo molto grintoso in special modo nelle strofe, pronte poi a lasciar spazio a cori di impostazione Maiden-iana. La breve strumentale H'tan H'epi Tas introduce le prime sfumature folk, ricreando un'ambientazione in cui echeggia l'immagine dell'antica Grecia classica, mentre il binomio composto dal lungo mid-tempo Hellenic Valour, lento ma roccioso ed imponente, e la seguente composizione Kamari, Andreia, Polemos, intensa e ricca di pathos, riporta il lavoro su coordinate più pesanti e pompose ed atmosfere più solenni, anche grazie ad una interpretazione particolarmente evocativa (sia nella parte solista che nei cori), a cui partecipa anche il cantante degli Adramelch Vittorio Ballerio. The Call To Arms, tratto dal loro EP Hail To Hellas del 2003, come gran parte dei seguenti brani, è uno dei pezzi più aggressivi del platter, una marcia metallica che parecchio deve ai primi Manowar ed in cui viene narrata la battaglia delle Termopoli, mentre a spezzare un pò la tensione intervengono gli evocativi intermezzi strumentali come Molon Labe, preludio alla seguente Defenders In The Name Of Hellas, che grazie alle sue melodie doomy e solenni ricrea un'atmosfera gloriosa ed eroica, enfatizzata poi in un finale particolarmente evocativo ed epico, come evocativa ed intensa è anche The Lion Of Sparta, un classico della band già dai tempi del già citato EP, prima di chiudere con la bellissima To Kalesma Sta Opla, posata, folkloristica ed acustica, cantata in lingua greca.

Hellenic Warrior Spirit
è quindi un album che, sebbene presenti materiale in parte già noto, non può assolutamente essere ignorato da tutti coloro che hanno seguito ed amato l'heavy metal di stampo War/Epic, come lo definiscono loro stessi; un disco vero, onesto, ortodosso, di quelli che non si piegano ai compromessi, insomma il classico disco da prendere o lasciare, favorito peraltro dalla registrazione, che ha positivamente risentito dell'ottimo lavoro svolto presso i New Sin Studios di Treviso.


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