Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Lorenzo Iotti
Genere: 
Etichetta: 
Equilibrium Music
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Alessandra Santovito - voce soprano, flauto
- Francesco Forgione - contrabbasso, chitarra, tastiere
- Francesca Romana Di Nicola - arpa
- Domenico Mancini - violino
- Alessandro Pensa - violino

Tracklist: 

1. Walking Roots
2. Hesperos
3. The Garden Of The Hesperides
4. The Magnificence Of The Night
5. Rime Glitters In The Sun
6. The Warm Whisper Of The Wind
7. Artemisia
8. The Call Of The Ibis
9. Ritum
10. Loto Nero
11. Nana
12. Winter Rhymes
13. Ave Maria
14. Walking Roots II

Hexperos

The Garden Of The Hesperides

Gli Hexperos, il cui nome richiama sia la stella Hesperos che le Esperidi, leggendarie custodi del giardino dei pomi d’oro nella mitologia greca, nascono a Chieti nel 2004 dall’unione della soprano Alessandra Santovito, ex vocalist dei Gothica, e del bassista e tastierista Francesco Forgione, e non tarda ad arrivare il loro full-lenght di debutto, The Garden Of The Hesperides, che presenta una proposta musicale a cavallo tra folk neo-classico, gothic e ambient. Uno stile decisamente minimalista, ma profondo ed emozionante, fondato sulla commistione tra i sublimi ed evocativi vocalizzi di Alessandra, una base acustica di arpa ed archi, e una forte impronta atmosferica data da morbidi e ripetitivi inserti di elettronica.

Avvolgente, toccante e vibrante, The Garden Of The Hesperides si configura prevalentemente come un disco di atmosfera, che tocca vertici particolarmente piacevoli ed emotivi quando la band riesce ad integrare nel modo giusto la componente ambient con quella più orientata sul gotico, in una commistione di atmosfere cupe e arpeggi sognanti da fiaba medievale. In questo modo si sviluppano ottimi brani come Hesperos, che avvolge l’ascoltatore in una perfetta atmosfera sognante esaltata dalle appena accennate percussioni elettroniche in stile celtico, o la cantilenante title-track, mentre in altri brani come The Magnificence OF The Night (il cui testo è tratto da Women In Love di D.H. Lawrence) prevale la componente strettamente folk, dando vita ad un registro melanconico e toccante.
Inoltre, se ad un ascolto superficiale la musica degli Hexperos può sembrare ripetitiva, analizzando con attenzione i brani si può osservare un continuo cambiamento di stile, pur mantenendo un’impronta comune, che porta ad esempio all’ipnotica The Warm Whisper Of The Wind, nella quale la voce di Alessandra fa da padrona sulla sommessa sezione strumentale, o la cupa, inquietante e sperimentale Rituai.

Il problema del disco si avverte però nella seconda metà, quando, in brani come Call Of The Night, Loto Nero, Artemisia o Nana, nel corso di questa variabile evoluzione musicale i virtuosismi vocali in stile gotico vanno a prevalere sulla componente neo-classica, rovinando l’atmosfera e soprattutto distogliendo l’attenzione dell’ascoltatore, che finisce per trovare noioso un lavoro in sè ben strutturato; a ciò si aggiunge il fatto che, se le atmosfere create dalla band si rivelano sempre molto piacevoli e riuscite, ad eccezione dei primi brani citati gli Hexperos faticano a coinvolgere emotivamente in modo incisivo, proprio per questa predilezione per un cantato operistico troppo pretenzioso.

In conclusione, The Garden Of The Hesperides è un disco che, se da un lato può rivelare in alcuni brani la sua qualità e la sua grande carica emotiva ed atmosferica ad ascoltatori dal background musicale più disparato, nella sua totalità di album si rivela invece eccessivamente ostico e pesante, e potrà essere apprezzato solo da chi ama in modo particolare il neo-classico e il cantato operistico.
In ogni caso, un esordio incoraggiante, i cui ottimi spunti musicali rivelano l’indubbia qualità compositiva di una band che, perfezionando la propria proposta, potrà ottenere senza dubbio risultati più che soddisfacenti.

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