Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
AFM Records/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- James Rivera - voce
- Larry Barragan - chitarra
- Robert Trevino - chitarra
- Jerry Abarca - basso
- Russel DeLeon - batteria

Tracklist: 

1. The King Of Hell  
2. The Plague Called Man
3. Tormentor 
4. When Empires Fall
5. Wicked Disposition  
6. Caress Of The Dead
7. Pain Will Be Thy Name
8. In My Darkness
9. The Garden Of Temptation

Helstar

The King Of Hell

Importante realtà, ormai da tempo caduta nel dimenticatoio, di quella scena US Metal che si affermò intorno alla metà degli anni '80, all'affermazione della quale contribuì peraltro in maniera decisiva grazie ad ottimi album come Remnants Of War (1986), A Distant Thunder (1988) e Nosferatu (1989), gli Helstar si riaffacciano sull'odierna scena metallara con questo The King Of Hell, nuovo album di inediti che segue a Sins Of The Past, disco contenente alcuni classici del loro repertorio che lo scorso anno sancì il loro ritorno a distanza di ben tredici anni dal poco trionfale Multiples Of Black.

Il cantante James Rivera, per lui anche diverse esperienze con band come Seven Witches, Vicious Rumors e Distant Thunder, se ne esce con una prova davvero convincente, che nelle parti più urlate ricorda un po' il miglior Rob Halford, ed anche il guitar work del chitarrista, nonché fondatore della band, Larry Barragan, adesso affiancato da Robert Trevino, è tagliente, veloce e potente, ricco di intrecci e cambi di tempo, il tutto poi supportato da una sezione ritmica violenta, virile e devastante, proprio come ai bei tempi. E proprio come ai bei tempi, loro continuano a proporre in maniera coerente e persino anacronistica il loro tipico power/thrash, in cui le evidente influenze della NWOBHM, e dei Judas Priest in particolare, si fondono con una forte componente thrash, vicina per stile a quella di band quali Exciter ed Overkill, mantenendo in tal modo pressoché intatto quel marchio di fabbrica che da sempre è stato una caratteristica distintiva del loro sound.

Ne viene fuori un album cattivo e violento al punto giusto, che poco concede alla melodia, se non qualche intro dal flavour più epico e quasi gotico, come avviene con la title-track, che apre il disco in maniera potente e cattiva, grazie ad una sezione ritmica ed un guitar work particolarmente volti verso territori tipicamente thrash, e completata poi da un chorus che riprende un po' lo stile dell'intro. Devastanti e violenti in brani come The Plague Called Man e soprattutto Pain Will Be Thy Name, brano che li accosta parecchio agli Exciter, in cui ancor più degli altri si denota la loro forte attitudine thrash, si trasformano in metallers più oscuri e decadenti nel bel mid-tempo dark, tagliente e sempre aggressivo In My Darkness, buono anche a rivelare le chiare influenze "preist-iane" che pervadono il loro sound. Alcuni pezzi come Wicked Disposition o When Empires Fall, proprio perché fin troppo addentrati in quello stile che si affermò circa venti anni fa, possono risultare un po' prevedibili e poco tesi a differenziarsi da quanto già sentito negli stessi ambiti, pur mantenendosi tuttavia su standard accettabili, mentre la cattivissima ed epica Caress Of The Dead dimostra che il combo texano è tornato in buona forma e con i giusti propositi, ed infine la degna chiusura affidata alla lunga e torrenziale The Garden Of Temptation, altro pezzo che trasuda cattiveria e potenza tipicamente thrash, soprattutto grazie ad un rifferama che ricorda un po' i Megadeth.

Un ritorno nel segno del passato quindi per gli Helstar, capaci dopo tanti anni di creare composizioni complesse, convincenti e coerenti al loro stile, tanto che The King Of Hell è un album che, pur non risultando di facile presa, in quanto richiede più ascolti ed una certa predisposizione a tali sonorità, non rischia di sfigurare (sempre tenendo conto delle debite distanze) neanche al cospetto di quegli episodi che hanno segnato il momento di massima creatività artistica della band, nel loro caso risalente, come già detto, alla seconda metà degli anni '80.


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