Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Susanna Moro
Genere: 
Etichetta: 
Smilodon/Andromeda
Anno: 
2007
Line-Up: 

- EK Evil - voce, cori
- J. Sledge - chitarra
- Maxx White - chitarra
- S. Red - basso
- Blanco - batteria, cori, tastiera


Tracklist: 

1. Sweet Sister
2. You Shook Me
3. Crosses [Kixx]
4. Sexual Suicide
5. Fallin’
6. Miss Cocaine
7. Attitude
8. S.O.Y.L.
9. Love me Hard
10. Ride Away
11. Sweat It

Hell n’Diesel

Passion for Power

Il vero Rock n’Roll non muore mai; va oltre le mode, le attraversa ma rimane sempre vivo e vitale negli anni. Le band appartenenti al sottogenere “street rock” degli anni addietro hanno lasciato un’impronta importante nella storia musicale, è innegabile, che piacciano o no. Di pezzi come Kickstart My Heart, Monkey Business o Paradise City non si può proprio far finta di niente; ma non si può nemmeno pensare di continuare a riproporli ‘sotto falso nome’.

Proprio questo è quello che la band in questione sembra abbia fatto… Prendete Guns n’Roses, Motley Crue e una spruzzata di Skid Row, metteteli in un frullatore a velocità massima e quello che otterrete porta il nome di Hell n’Diesel.
Il debutto ufficiale della band scandinava è un album di undici tracce di rock n’ roll “sporco e cattivo”, che spesso e volentieri strizza l’occhio al glam/street dei tempi migliori.
Le canzoni sono nel complesso buone, i riff notevoli ma totalmente privi di originalità, la voce è davvero potente, ricorda molto il timbro vocale di un certo Mr. Sebastian Bach, ma nemmeno questo può salvare l’intero album dall’apparire un po’ scontato e banale.
Il singolo Sweet Sister è un buon pezzo, si presenta molto bene, nulla da dire, ma ha tutte le carte in regola per poter far parte della tracklist di Appetite For Destruction. Anche un novellino del genere arriverebbe a notare il chiaro (forse troppo effettivamente) tributo dei cinque nordici ai Guns n’Roses. Come non citare poi l’intro di S.O.Y.L.: probabilmente si tratta del rombo di motore della stessa Harley usata dai Motley Crue in Girls Girls Girls.
La produzione è ottima, elemento che si può constatare in parecchi lavori di band scandinave, per le quali la perfezione è tutto. Purtroppo però la perfezione formale a volte, come in questo caso, non basta a fare di un album qualcosa di speciale: le canzoni dicono molto poco, troppe poche idee contenute in esse. Gli Hell n’Diesel rimangono troppo affini alle loro influenze e sembra di ascoltare nient’altro che una cover band.
Comunque, a parte tutto, Passion for Power è in generale un album piacevole da ascoltare, nonostante a tutti sembrerà di aver gia sentito almeno la metà delle canzoni; un album indicato per coloro rimasti fedeli all’Old Style Street Rock in cerca di band che portino avanti l’eredità di Axl Rose.

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