Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Century Media
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Marcus Bischoff - voce
- Maik Weichert - chitarra
- Eric Bischoff - basso
- Matthias Voigt - batteria
- Alexander Dietz - chitarra

Tracklist: 


1. Counterweight (04:19)
2. Tresspassing The Shores Of Our World (05:17)
3. Profane Believers (03:36)
4. Stay The Course (03:56)
5. The Final March (04:06)
6. Of No Avail (04:56)
7. Armia (05:50)
8. MyBestFriends.com (04:52)
9. Biogenesis (Undo Creation) (03:53)
10. Dying In Silence (04:20)
11. The Greatest Gift Of God (02:42)

Heaven Shall Burn

Deaf to Our Prayers

Deaf To Our Prayers è la quarta pubblicazione ufficiale per i tedeschi Heaven Shall Burn, diventati già dal 2004 una delle formazioni più interessanti della nuova scena europea Death melodico, grazie ai loro buoni album Asunder (2000), Whatever It May Take (2002) e Antigone (2004): questo nuovo full-lenght uscito tra agosto e settembre 2006 costituisce l’opera più valida realizzata finora dal quintetto capeggiato da Marcus Bischoff alla voce.
Il gruppo e la Century Media tendono a classificare il sound prodotto in Deaf To Our Prayers come un efficace connubio di Death melodico e Metalcore, ma si deve sottolineare come le influenze Metalcore siano pressoché impercettibili in un album votato a sonorità tipicamente scandinave, sì melodiche ma senza l’apporto di clean vocal o lamenti Hardcore da parte di Bischoff: di certo il growl proposto è leggermente filtrato, in modo da risultare ancora più graffiante e diabolico, ma si è ben lontani dal mondo di acts Deathcore quali Killswitch Engage, Caliban, Atreyu e simili.

Il disco risulta devastante e ben strutturato nelle sue undici tracce, che presentano delle liriche come sempre orientate sui rapporti tra individui, sui problemi sociali e sul tema della religione. L’impetuoso inizio è affidato a Counterweight, dotata sì di ritmiche pesantissime ma intrisa della melodia delle chitarre, che tessono splendidi riff per costruire una vera e propria cavalcata verso il finale: da segnalare forse la scarsa varietà dei patterns di batteria, unica lieve pecca in una canzone eccezionale e provvista di un feeling tecnico e coinvolgente.
Segue quindi Trespassing The Shores Of Our World, più ritmica nel suo mood (in questo caso si potrebbero percepire le sottili influenze Metalcore) e costantemente percorsa da bellissimi temi di chitarra distorta: le interruzioni elettroniche inserite tra gli irruenti riff conservano un sapore In Flames di notevole efficacia, mentre la doppia cassa non si arresta nel suo penetrante incedere. Sono questi i passaggi in cui il sound degli Heaven Shall Burn si fa maestoso, poiché le atmosfere divengono avvolgenti ma opprimenti e le composizioni tendono a svolte inaspettate dagli ascoltatori.
Altrettanto diabolica nella sua direzione è Profane Believers, in cui si può ammirare un abilissimo Bischoff che si esibisce in un growl maturo ed appassionante al di sopra di un’architettura timbrica molto debitrice alla scuola scandinava degli In Flames di Whoracle/Colony e dei primi Dark Tranquillity. Non avviene alcuna pausa in Deaf To Our Prayers e tutte le tracce successive appaiono ottimamente concepite nella fase di song-writing e ben eseguite tecnicamente: da segnalare come episodi più interessanti ci sono The Final March, maligna nel suo andamento aggressivo e tagliente e lo splendido binomio elettronico Of No Avail e Dying In Silence, capaci di staccare dai timbri precedenti e di raffigurare dei capitoli ancor più accessibili per la loro melodia.

Di sicuro niente di estremamente innovativo sul fronte del Death melodico, ma gli Heaven Shall Burn hanno grandi potenzialità che si tramutano in un song-writing completo e ben sviluppato: Deaf To Our Prayers è un capitolo discografico degno di attenzione da parte di tutti gli amanti delle sonorità Death, un prodotto senza dubbio migliore dei predecessori e capace di intrattenere con la sua posata violenza per quasi cinquanta minuti. Come nota finale, indichiamo che nell’edizione limitata è presente un DVD contenente un full set live e il video di The Weapon They Fear, canzone tratta dal terzo platter Antigone.

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