Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Vendlus Records
Anno: 
2008
Line-Up: 

- sa.myel – Batteria, Programming, Basso, FX, Chitarre
- t.kunz - Chitarre, FX, Basso
- jos.f – Voce, Propaganda, Manipolazione nastri
- heinr.ich – Piano, Tastiera, Propaganda, Programming, Loops

Ospiti
- Musicisti di And Then You Die, Audio Parasite, no Xivic, Solefald, Strom

Tracklist: 


1. مبيد الدّيدان [Vermicide]
2. I. esus [The Liturgy of Inhumanity]
3. When Snuff is No Longer Enough [C.oitus O.rgasm C.atholic K.ids]
4. Generation Genocide [Humanitarian Vivisection]
5. Viremia [Regime HIV+]
6. Kyrie Eleison [Totalitarian Libertarianism]
7. Nihil [Operation Blitzkrieg]
8. Man vs. Flesh [Structured Suicide]
9. Ignoratio Elenchi [Reversed Genesis]
10. Kill All Nations [The Manual of Terrorism]
11. Kristallnacht [From Revolution to Reconstruction]
12. Klan Korps [Volkssturm & Erregung]
13. Rape Scene Act I [The Fine Art of Quality Time]

Havoc Unit

h.IV+

Sullo sbiadito e consunto stendardo di battaglia degli ...And Oceans sono comparse nuove parole, nuove intuizioni musicali, nuove direttive tematiche: indizi che segnano l'inizio di una nuova era, identificata dal mortale codice 'Havoc Unit'.
Proprio così: morti e resuscitati sotto nuovo nome in occasione del decennale della propria attività, gli storici sperimentatori dell'Avant-Black finnico, gli ...And Oceans, hanno chiuso il proprio straordinario ciclo, e diversi membri della band sono ora occupati con questo progetto, attivo con una manciata di EP e split lo scorso anno, ed ora al debutto su lunga distanza, spalleggiati dalla Vendlus Records.

“h.IV+ [Hoarse Industrial Viremia]”
è un concept-album sui più neri tabù della società umana, e gli Havoc Unit sembrano letteralmente dilettarsi, nello scagliare frammenti di puro astio musicale e lirico contro le più comuni istituzioni morali, oppure sostenendo le peggiori e più perverse piaghe criminali di un mondo in totale rovina: inutile quindi precisare come il disco sia un puro concentrato di odio, disprezzo ed intolleranza, circondato com'è da un'atmosfera opprimente, selvaggia, meccanica, demolitrice.
Di fronte ad un programma tanto violento e apocalittico, la musica non può che accordarsi di conseguenza – gli Havoc Unit riprendono alla lontana alcuni temi musicali di “Cypher” (l'ultimo nato in casa ...And Oceans), realizzando un disco di moderno Industrial Metal compattissimo e sferzante, un prodotto forgiato da una band che ha aggiornato i migliori Ministry con la potenza devastante ed asfissiante dei Meshuggah, contaminandoli entrambi con i peggiori virus elettronici degli anni '90: manipolando rumori, samples cinematografici, field recordings, gli Havoc Unit creano un'atmosfera inquinata e sporca, ulteriormente deteriorata da roche urla (filtrate e distorte in una varietà di maniere) e lancinanti, vorticose chitarre, mentre una serie di batterie più o meno sintetiche compiono autentici massacri ritmici.
Non mancano gli attimi di (ipocrita) quiete, quale la dolce strumentale per pianoforte “Kristallnacht”, che si spegne tra i più grigi e indifferenti rumori, o il finale di “When Snuff is No Longer Enough”, con una filtratissima voce dall'accento tedesco che recita Nietzsche su uno sfondo di glitches, carillon e pianoforti, o ancora la pausa “Nihil”, tra collage sonori Industrial e atmosfere Dark Ambient; gran parte del disco, comunque, si mantiene sulle coordinate di violenza appena descritte.

Unica, invece, la nona “Ignoratio Elenchi”, soprattutto perché cantata dall'eccellente e distinta voce pulita di Lazare dei Solefald (di cui gli Havoc Unit hanno sapientemente remixato il capolavoro “Sun I Call”), che scende nei bassifondi più melmosi a mescolarsi con le gorgoglianti chitarre ribassate, le eteree tastiere e i ritmi campionati per dare vita ad uno degli episodi meglio realizzati del platter; ma sono diversi i momenti in cui il disco sfiora l'eccellenza, grazie ad una carica di potenza sinceramente terrificante e ad una sapiente combinazione di stili e atmosfere – si senta il tremolante intermezzo di voce araba recitante che conclude “Vermicide” ed introduce le malandate orchestrazioni di “I.esus”, anch'essa presto preda dei maltrattamenti ritmici di chitarre e percussioni.

Nonostante i temi talvolta davvero disgustosi, e i tratti in cui le musiche sembrano esser solamente fini a sé stesse e alla propria brutalità, “h.IV+” si segnala come uno dei più compiuti tentativi di coniugare Metal estremo e Industrial; un'esperienza uditiva inquietante e disturbante, che mostra come, dietro al fumo d'ordinanza della 'propaganda' del rinnovato quartetto finnico, siano rimaste intatte le capacità musicali dei loro progenitori 'oceanici'.

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