Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Little Sister Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Charlotte Hatherney - tutti gli strumenti

Tracklist: 

1. Cousteau
2. Be Thankful
3. I Want You to Know
4. Again
5. Wounded Sky
6. Behave
7. Love's Young Dream
8. Roll Over (Let It Go)
9. Very Young
10. Dawn Treader
11. It Isn't Over
12. Siberia

Charlotte Hatherley

The Deep Blue

Con alle spalle un passato da chitarrista degli Ash, band della scena alternativa inglese/irlandese d’inizio anni Novanta, Charlotte Hatherley giunge alla sua seconda uscita discografica solista con The Deep Blue, album che segue di tre anni la prima pubblicazione Grey Will Fade. Proponendo un particolare connubio di Garage, Alternative e Brit Pop, l’artista londinese dà origine a dodici tracce che scavano anche nella tradizione cantautorale d’oltremanica, conservando un forte sapore anni Novanta.

Forte del sostegno morale dello storico David Bowie, della produzione di Eric Drew Feldman (membro della Magic Band di Captain Beelheart, dei Pixies e produttore degli emergenti dEUS) e di Rob Ellis (batterista di PJ Harvey) e del mixaggio di Ben Hiller (Depeche Mode e Blur), Charlotte Hatherley sembrerebbe avere tutte le credenziali per essere inserita tra i musicisti di spicco del 2007/2008: tuttavia non poche sono le sezioni che lasciano perplessità nell’ascoltatore, per la loro estrema omogeneità interna e per la loro conformità ad un certo Brit Pop/Alternative inglese fin troppo abusato.
Non per questo alcuni episodi riescono a spiccare per la loro brillantezza e le loro melodie velate, come nel caso del sesto pezzo, il singolo Behave, ricco di ritmo e di un timbro acido ed effettato di grande interesse.
La voce di Charlotte Hatherley è incisiva e distesa al tempo stesso, adattandosi ai vari contesti delle canzoni, da quelle squisitamente cantautorali a quelle più energiche; queste ultime però sembrano il vero punto di forza della solista inglese, che quando si confronta con i brani lenti sembra perdere tutto il suo smalto.
Non mancano comunque capitoli decisamente Post Punk/Garage, che fanno riecheggiare gli anni Ottanta nel contemporaneo suono della Hatherley: tra queste, I Want You To Know (il secondo singolo tratto dal disco) e Very Young, sono quelle dotate della maggiore carica esplosiva, con il loro gusto retrò e un approccio a metà tra i Raveonettes e i primi Editors.

La preziosa collaborazione con il polistrumentista Josh Klinghoffer (già presente su diversi prodotti discografici di PJ Harvey, Red Hot Chili Peppers, Beck e Nine Inch Nails) conferisce un ulteriore slancio strumentale all’album, soprattutto a livello delle chitarre e delle tastiere.
The Deep Blue è un’opera che si colloca parallelamente alle altre uscite discrete del genere alternativo, non facendo destare scalpore per le sue soluzioni timbriche ma non costituendo neanche un’opera del tutto insipida ed inutile.
Sicuramente si è verificato un netto miglioramento nel song-writing della cantautrice, ma è ancora lunga la strada per giungere ad uno stile personale e lontano dai tipici cliché del codificato Alternative inglese.

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