Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Tespi Editore
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Lorenzo Cusinato - chitarra
- Daniele Bertolini - chitarra
- Andrea Toso - pianoforte, synth
- Alessandro Bordone - basso
- Alberto Boralevi - batteria


Tracklist: 


1. Photographie [La stanza dei centoscatti]
2. Il Valzer [La stanza dei palinsesti]
3. Children [La stanza della straniera]
4. A.n.i.m.a.l. [La stanza delle grandi disillusioni]
5. TVision [La stanza dei collage]
6. Radiovolare [La stanza delle farfalle]
7. Number (3,318) [La stanza del marchingegno]
8. Goodbye [La stanza della grande scacchiera]

Greenhouse Effect

Ho Sognato D'Esser Vivo

La tendenza del mondo del Post-Rock a plasmare le colonne sonore per film e documentari è ormai molto diffusa, poiché formazioni come Mogwai e Explosions In The Sky sono state le pioniere di questo magico e ricercato incontro.  Parallelamente, gran parte delle band contemporanee del sottobosco indipendente ha cercato di unire alla propria proposta musicale un ambito Visual di estrema raffinatezza, arricchendo il valore delle proprie esibizioni live. In questo contesto si colloca Ho Sognato D’Esser Vivo, album composto dai veneti Greenhouse Effect come soundtrack all’omonimo libro dello scrittore Josè Monti.

Il prodotto musicale Ho Sognato D’Esser Vivo segue di un anno la pubblicazione dell’esordio discografico live dei Greenhouse Effect, Al Mio Risveglio, prodotto sotto la promettente etichetta indipendente I Dischi Del Minollo. Se già nel precedente lavoro il quintetto padovano si era dimostrato stilisticamente versatile e dotato di un registro timbrico degno dei grandi act del Post-Rock internazionale, un seguito come Ho Sognato D’Esser Vivo costituisce un’elegante prova di studio del suono che appassionerà gli amanti del filone sperimentale.
Sebbene il platter e il libro di Josè Monti siano entrambi riconducibili ad un contesto di avanguardia musicale e letteraria, è importante sottolineare come i Greenhouse Effect riescano a creare un filo conduttore omogeneo che lega l’intera opera; il romanzo di Monti invece risulta completamente giocato sulla frammentazione della struttura, tra dialoghi, pensieri, poesie e disegni. La peculiarità del testo letterario è rappresentata anche dalla grafia che è stata utilizzata all’interno del testo letterario, irregolare, tagliente e varia in termini di font impiegato.
La colonna sonora è suddivisa in otto episodi, colmi delle distensioni tipiche del Post-Rock e di una spiccata sensibilità dai toni meditativi e dall’aura posata; le istantanee scattate dai Greenhouse Effect presentano un efficace cromatismo, facendo immergere l’ascoltatore in una dimensione onirica e dai tratti soffusi.
Il capitolo che cattura maggiormente l’attenzione è Il Valzer [La stanza dei palinsesti], solenne nel suo feeling elettronico oscuro e cadenzato; in equilibrio tra Post-Rock elettronico e una patina Dark di neoclassica reminescenza, la traccia si differenzia profondamente dalla quarta minimalista e leggermente cacofonica A.n.i.m.a.l. [La stanza delle grandi disillusioni], votata a riscoprire vagiti industriali lontani dal genere presentato dalla formazione.
Le note struggenti di TVision [La stanza dei collage] trasportano poi in mondi lontani e dimenticati, in cui la fantasia corre liberamente su un substrato minimalista ed emozionante.

In definitiva viene confermata la freschezza compositiva già in possesso dei Greenhouse Effect in occasione del predecessore Al Mio Risveglio, perché le suggestioni generate da questo act padovano sono eguagliabili a quelle delle più celebri realtà Post-Rock europee e d’oltreoceano. Nonostante siano trascorsi infatti due decenni dalla nascita e dalla prima evoluzione di un genere etereo e sublime come il Post-Rock, le formazioni italiane come Giardini Di Mirò, Vanessa Van Basten, Port-Royal, Klimt 1918, Aidoru  e, appunto, Greenhouse Effect stanno garantendo significative sfumature che impreziosiscono il valore della musica italiana davanti al pubblico europeo.

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